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Il fronte di Tianjin e Pechino
Pubblicato da In dies Info il 14 settembre 2025

In Cina si sono tenuti di seguito due avvenimenti che hanno catturato l'attenzione di tutti i mass media e dei commentatori politici: gli incontri di Tianjin della SCO (Shanghai Cooperation Organization) e soprattutto la celebrazione dell'80° anniversario della vittoria della Cina sul Giappone. Quest'ultima è stata celebrata con una grandiosa parata militare in piazza Tienanmen, a cui hanno partecipato un gran numero di capi di stato, fra i quali spiccavano Putin e Kim Jong-un, mentre Modi, il presidente dell'India, e altri hanno partecipato al primo ma non al secondo evento (il che è notevole).
In questi avvenimenti, i commentatori hanno visto, quasi all'unanimità, la fine di un'epoca dominata dal primato occidentale e la nascita di un nuovo ordine mondiale a carattere multilaterale, in cui cioè il resto del mondo è in grado di controbilanciare l'influenza occidentale.
Indubbiamente si dice una cosa vera, ma occorre precisarne il senso
Che cosa si intende per Occidente in questo contesto?
L'Occidente indica in genere una delle quattro grandi civiltà storiche accanto a quelle cinese, indiana e islamica. Essa fu la prima a espandersi per tutti i mari, scoprendo e conquistando l'America e venendo a contatto con l'India, la Cina e tutte le terre del globo. Nel '600 fondò la scienza moderna e quindi verso l'800 diede inizio a invenzioni tecniche (dalle ferrovie alla radio) che la resero materialmente superiore a tutte le altre e, in pratica, alla fine dell'800, direttamente o indirettamente, controllava tutto il resto del mondo (colonialismo).
Dal punto di vista politico, fra gli europei nacque la democrazia e il liberalismo che si sono affermati dopo un lungo e drammatico percorso: dapprima la Rivoluzione Francese, poi la lotta fra reazionari e liberali nell'800. Nel '900 ci fu il grande scontro fra democrazie, fascismi e comunismi, risolto con la sanguinosa sconfitta dei fascismi e il dissolvimento dei comunismi. Attualmente, quindi, l'Occidente rappresenta il benessere economico (invenzioni tecniche) e la democrazia (libertà, diritti).
Va notato che alcuni paesi dell'Estremo Oriente hanno seguito il modello economico e politico occidentale (Giappone, Corea del Sud, Taiwan e altri minori), raggiungendo prosperità economica e libertà politica: essi non sono stati presenti agli incontri in Cina.
Invece, il fronte che sembra essersi formato negli incontri di Tianjin e Pechino è in realtà composto da un insieme di paesi molto diversi gli uni dagli altri, difficilmente assimilabili.
La Russia può essere considerata di civiltà occidentale, anche se ne rappresenta un po' la periferia: per 70 anni è stato il modello del comunismo mondiale, ma nel momento in cui esso si è dissolto, ha perso questo ruolo e si è divisa poi in 14 stati. L'India ha un ordinamento più o meno democratico ereditato dall'influenza inglese, ma radici culturali molto diverse; progredisce a livello economico, ma piuttosto lentamente.
La Cina, dopo le immense tragedie del secolo scorso, ha avuto invece un rapidissimo progresso negli ultimi 30 anni e anche un notevolissimo sviluppo tecnico, tuttavia il suo reddito pro capite è ancora molto basso rispetto agli standard occidentali.
Qualche paese arabo pure presente (soprattutto l'Iran) è sopraffatto da guerre religiose e rivalità insanabili in continuo conflitto. La Corea del Nord, guidata da Kim Jong-un, un grottesco dittatore, è ancora immersa in un vetero-comunismo dai caratteri nazionalistici.
Cosa li unisce allora? Non il benessere economico, né il sistema politico, e nemmeno interessi economici comuni. Non ci sono nemmeno radici o culture comuni.
Ad esempio, in campo religioso passiamo da uno scetticismo maggioritario in Cina (simile all'Occidente), alla profonda religiosità dell'India, all'integralismo (noi diciamo fanatismo) del mondo islamico.
Rimane allora solo l'aspirazione a non accettare il primato occidentale, come avvenuto in pratica negli ultimi due secoli. Quello che significa allora tutta la vicenda è che noi occidentali non dobbiamo credere, come in genere crediamo, che tutti i nostri valori, i nostri modi di vivere, siano quelli giusti e quelli veri, o almeno quelli superiori e quindi universali. La maggior parte del mondo è rappresentata a Pechino e non la pensa come noi, ha altre idee, altri principi che sono vari anche fra loro.
Ad esempio, per noi la Russia ha tutti i torti e l'Ucraina ha tutte le ragioni: ma il resto del mondo, la maggioranza del mondo rappresentata in Cina, non giudica la vicenda come noi, non considera un criminale Putin, ma un rispettabile leader.
Si parla di “tramonto dell'Occidente”, dal titolo di un famoso saggio di Spengler, da circa un secolo, ma in realtà l'Occidente non sta affatto tramontando: non solo ha l'economia più prospera, ma anche nelle scienze mantiene il suo primato che è stato il suo punto di forza che gli ha permesso di dominare il mondo. È vero che la Cina è diventata la fabbrica del mondo soppiantando quella occidentale, ma tuttavia le scoperte scientifiche e tecnologiche sono ancora tutte dell'Occidente. L'ultima grande rivoluzione tecnologica, quella digitale, è pur sempre un prodotto occidentale, così come quasi tutte le scoperte in altri campi. Le università occidentali sono ambite da studenti di tutto il mondo: i cinesi cercano le università USA e non viceversa.
Tuttavia, dobbiamo anche comprendere che non tutto è scienza e che i modi di vivere, di vedere la realtà, possono essere molto diversi.
A me sembra che il tramonto dell'Occidente possa ormai venire dalla denatalità: questo significherebbe allora che il nostro modo di vivere ci porta all'autodistruzione.
Non lo sappiamo: ai posteri la risposta.