In
questi cinque anni è cresciuto in me il desiderio di conoscere e di abbracciare
quei bambini, volevo “parlare” con loro. Volevo far capire che c’era
qualcuno che li amava e che si preoccupava dei loro bisogni. Non volevo che si
sentissero abbandonati.
Quando mi venne l’idea di recarmi ad Univ, scartai subito questa possibilità, mi sembrava utopistica…ma il mio desiderio era sempre più forte e ogni tanto cercavo di parlare a mio marito, così…tanto per “sondare il terreno”.
Una possibilità si materializzò nel giugno del 2001 quando Lessia tornò per qualche mese in Ucraina e quindi era possibile avere una base logistica e soprattutto un' interprete sicura.
Fu
prospettata l’idea di andare in delegazione con amici dell’A.I.A.C.
che aveva premiato la mia scuola per la
Ma le difficoltà erano ancora molte, il viaggio era difficile da attuarsi per mancanza di collegamenti.
Anche
con l'aiuto di mio marito cercammo varie possibilità di viaggio aereo, ma tutte
si rivelarono impraticabili. Alla fine riuscimmo a trovare la possibilità di
usare il treno
La
delegazione doveva essere formata dal maestro Sguro, dal dott.
Marino, presidente dei farmacisti di
Caserta, da me, da una scrittrice e da qualche altro componente che però,
all’ultimo momento, si era
tirato indietro per valide ragioni. Alla fine questo comitato fu formato solo
da tre persone: il maestro Gennaro
Sguro,il
dottor Pasquale
Marino
e da me che
non avrei
mai rinunciato al mio sogno.
Avevamo
stabilito di partire il 25 giugno 2001 ma ci fu sconsigliato perché Leopoli era
blindata per la visita del Pontefice.
Rimandammo al 26.
Mio
marito era molto preoccupato, però capiva
i miei sentimenti. Mi fornì tutte le notizie utili per il viaggio, mi
diede persino le previsioni del tempo delle nazioni e città che avremmo
attraversato.
Il
giorno della partenza era arrivato: alle 11,
accompagnata da mio marito, arrivai
alla