Pubblicato da       Appunti, luglio  2007, n 53, anno IV                                                   Home        

 

 

UGUAGLIANZA E DIVERSITA'

 

Giovanni De Sio Cesari

 

 

La nostra cultura animata da un  principio fondamentale:la uguaglianza di tutti gli uomini

Lo affermano le nostre  filosofie, è un principio che tutti consideriamo autoevidente ed universale, è scritto nelle nostre costituzioni

 Nella dichiarazione di Indipendenza Americana, la grande madre di tutte le costituzioni moderne, si legge :

 

Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro creatore di alcuni diritti inalienabili, che fra questi sono la vita, la libertà e la ricerca delle felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi...

 

 

E cosi la nostra Costituzione recita :

 

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese

 

Si tratta di un principio etico filosofico, entrato nelle fondamenta del nostro pensiero politico e civile: ma sarebbe del tutto errato considerarla una constatazione di fatto : ogni principio etico d’altra parte non è mai una constatazione di fatto ( sarebbe un principio scientifico) ma sempre una affermazione  che vuole modificare la realtà.

In effetti  infatti gli uomini non sono affatto uguali ma sono tutti diversi l’uno all’altro, non esistono due uomini uguali. La natura punta infatti sulla diversità e la diversità si amplia sempre di più man mano che si passa alle  forme di vita più complesse ed evolute e diventa quindi massima nelle specie umana e si amplia sempre di più con lo sviluppo della complessità delle società

 Gli uomini sono diversi per fattori genetici : vi sono variazioni infinite nella intelligenza,nella  robustezza, nella armonia delle forme,nelle inclinazione del carattere. ed in infiniti altri aspetti: alcuni sono geni, alcuni atleti, alcuni sono mistici, altri uomini di azione. Ma gli uomini variano non solo individualmente ma anche per culture e civiltà : le religioni, le filosofie, le organizzazioni politiche anche  i gusti alimentari e i canoni di bellezze variamo indefinitivamente  fra le comunità umane e anche all’interno di esse. Una donna grassa appare bella in certe culture africane  ma  da noi le indossatrici debbono essere anoressiche e per i francesi le lumache (esgargot) sono una leccornia ma ripugnano alla maggior parte degli italiani e anche, in una solo città, gli abitati dei Parioli romani sono tanto diversi dagli abitanti di Trastevere 

 Nelle comunità  primitive di cacciatori e raccoglitori le differenze sono minori ma man  mano che le civiltà  si ampliano e si articolano le differenze si accrescono sempre di più: alcuni sono ricchi, altri poveri, alcuni istruiti, altri ignoranti: si creano infinite gerarchie nelle quali ciascuno assume poi un suo posto secondo  una infinità di parametri che variano indefinitivamente nel tempo e nello spazio.

Non dobbiamo pero assolutamente concludere che il principio della uguaglianza è solo una illusione, una abbaglio, una sogno insensato  che può portare solo a disastri se lo si vuole realizzare nella realtà effettiva tentando di sopprimere la  naturale, incomprimibile diversità degli uomini  

 Certamente no, ma bisogna intendere il senso reale effettivo che esso può avere nella realtà umana.

 Affermava Rousseau che  la disuguaglianza è nata nel momento in cui l’uomo ha recintato un pezzo di terra ed ha detto quindi “questo è mio”: ma bisogna anche rendersi conto che nel momento in  cui nasce l’agricoltura nasce anche la proprietà privata della terra: per i cacciatori e raccoglitori ( come i pellerossa americani ) la terra è la grande nutrice e sarebbe assurdo recintarla  ma per l’agricoltore  sarebbe assurdo pensare che il pezzo di terra che ha messo a frutto con un duro lavoro, generazione dopo generazione,  sarebbe poi di chiunque si trovasse a passare.

 E se noi seguissimo  il pensiero di certi ideologi dovremmo allora abbattere la civiltà e  tornare all’età primitiva: ma le differenze esisterebbero lo stesso, anche se meno organizzate ed accentuate e soprattutto  si  ricomincerebbe nuovamente il processo che ha portato alla complessa organizzazione gerarchica. Ovviamente è del tutto teorica l’idea di tornare ai primitivi: possiamo però  cercare  di distruggere completamente la proprietà privata per affermare la uguaglianza in senso sociale  degli uomini (lasciando solo le differenze naturali)  perché, giustamente, si osserva  che non è possibile vera uguaglianza fra uomini di diverso livello economico. Ma ogni volta che si è tentato veramente una tale  strada il disastro è stato proporzionale alla radicalità del tentativo stesso: nel secolo che ci ha preceduto ha portato alla morte per fame di milioni di uomini  nella Russia di Stalin, nella Cina  di Mao e maggiormente   nella Cambogia di Pol- pot dove l’esperimento è stato maggiormente   radicale. Risultati altrettanto disastrosi si sono avuti nei tentativi di ispirazione religiosa  come nella rivolta egalitaria dei taiping in Cina,(  il maggior numero  di morti mai registrati nella storia),   nei movimenti pauperistici nell’Europa medioevale,

In realtà il principio della uguaglianza degli uomini non significa disconoscere che esistono delle differenze fra gli uomini che significherebbe chiudere gli occhi di fronte alla realtà effettiva, credere che sia vero quello che si desidererebbe essere vero: sono modi di pensare  che portano irrimediabilmente al disastro: bisogna invece sempre  partire dalla realtà vera non quella sognata  

Allora “ uguaglianza” non significa che tutti gli uomini sono uguali, cosa evidentemente falsa, ma che bisogna fare in modo che tutti abbiano la possibilità di migliorare, raggiungere certe mete e che chi eventualmente non ne fosse capace avrebbe comunque assicurato un minimo di standard  di vita.

Non è realistico pensare ad esempio che tutti meccanicamente debbano avere lo stesso livello economico, cosa impossibile e rovinosa che porta tutti alla miseria ma che tutti debbono avere la possibilità di migliorare la propria condizione economica: bisogna cioè abbattere quelle barriere, quelle situazioni di privilegio che impediscano che tutti possano aspirare a migliorare  livello economico. Significa  che anche che vi siano delle provvidenze per chi per qualunque motivo poi si  ritrovasse nella impossibilità di avere un minimo di reddito  

 

 Ma d’altra parte se leggiamo le costituzioni che abbiamo prima citato esse non affermano affatto che gli uomini siano uguali ma che lo Stato deve provvedere a dare a tutti la opportunità di migliorare

Nella dichiarazione di Indipendenza Americana  infatti si dice che i governi ( noi diremmo lo  Stato) deve garantire a tutti  gli uomini la ricerca della felicità (the pursuit of happiness, noi diremmo” benessere”), non la felicità

Cosi la Costituzione Italiana  afferma che tutti hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge non che sono uguali ; infatti aggiunge che lo stato deve rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscano lo sviluppo  e non che tutti devono raggiungere le stesse mete

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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