Dalla metà dell'800 in Cina si cominciò a prendere coscienza che le sconfitte continuamente subite dalla Cina non dipendevano da una semplice supremazia militare degli Europei ma da un effettivo maggior sviluppo civile in generale.
Si produssero due correnti di pensiero. La prima ritornava ancora una volta a Confucio interpretandolo in modo da inglobare elementi esenziali della cultura europea: di essa il maggiore esponente puo essere ritenuto K'ANG YU-WEI
Una seconda corrente invece riteneva che bisognava ormai abbandonare decisamente Confucio e la tradizione filosofica per aderire veramente al progresso e fu rappresentata fra gli altri da HU SHIH
K'ANG YU-WEI (1857-1927 )Fu un intellettuale di grande rilievo e leader di un movimento culturale molto ampio. Egli sosteneva, di fronte all'invadenza della cultura occidentale un ritorno a Confucio di cui però veniva data una particolare lettura. Secondo essa vi sono periodi di "disordine" e di "pace crescente". Il capitalismo, il nazionalismo, l'individualismo occidentale sono un momento di disordine a cui bisogna reagire ritornando al pensiero confuciano. Esso viene visto soprattutto come anelito alla giustizia sociale in una prospettiva socialista e internazionalista. Si tratta ,come si vede, di un pensiero che intende dichiaratamente tornare alla tradizione cinese ma in effetti ingloba in sè gli ideali della sinistra occidentale. Lo stesso Mao ebbe grande stima del pensiero di K'ANG YU-WE e le sue opere furono integralmente pubblicate solo nel 1935.
Dopo la sconfitta della Cina da parte del Giappone nella guerra di Corea nel 1996 egli fu chiamato dalla corte a realizzare le sue idee. In "cento giorni" furono emanati circa 40 editti che modificavano profondamente in senso moderno, noi diremmo, l'amministrazione cinese. Purtroppo la reazioni di quanti vedevano minacciati i propri privilegi fu fortissima: molti suoi compagni furono messi a morte e egli si salvò a stento. E la Cina continuo a scivolare verso il baratro
HU SHIH (1891-1962) Studiò negli Stati Uniti,e fu alunno di Dewey. Egli respinse l'opinione corrente che l’Occidente, nella sua prosperità, fosse materialista mentre l’Oriente, nella sua povertà, spiritualista e sosteneva che i termini materialismo e spiritualismo fossero mal definiti . Riteneva "altamente spirituale" che una civiltà potesse incarnare delle idee in macchinari ed altre opere d’ingegno, sollevando così la gente dalla miseria. Affermava che effettivamente un’automobile poteva definirsi materiale, ma che non c'era però nulla di spirituale in un risciò tirato da un essere umano.
Promosse una ampia "rivoluzione letteraria" che ebbe fra i suoi effetti quello di sostituire la lingua cinese classica, ormai solo scritta, con quella effettivamente parlata
Nel 1919 invitò Dewey e Russell a tenere delle conferenze all'università di Pechino e l'iniziativa ebbe enorme successo.
Fu quindi esponente di una cultura che avvicinava la Cina essenzialmente ai modelli di democrazia occidentale a carattere pragmatico e individualista più specificatamente americana. Per questo fatto fu poi aspramente criticato dai comunisti e additato da Mao come un esponente del capitalismo e come tale "demonizzato".