IL CRISTIANESIMO 

NESTORIANI : nel VII secolo nella Cina si formò una comunità cristiana. Essa traeva origine dalla Chiesa che seguendo l'eresia di Nestorio   si era separata  dalla cristianità ortodossa  dopo il  concilio di Calcedonia del  451 ed aveva avuto notevole sviluppo in Mesopotamia .Di qua, attraverso le carovane che percorrevano l'asia centrale era giunta anche in Cina. Alla fine del 1200 la comunità  era ancora abbastanza  fiorente, come attesta Marco Polo della cui attendibilità tuttavia non possiamo essere sicuri. Tuttora a X'ian esiste una stele in lingua siriaca che ne attesta la presenza. La comunità in seguito però si estinse e comunque non ha avuto alcun rilievo nella storia culturale della Cina

MATTEO RICCI Un rapporto importante con il cristianesimo si ebbe invece con l'arrivo degli Europei in oriente alla fine del 500.

Nel 1582 il gesuita italiano Matteo Ricci giunse in Cina. Si impegnò nello studio profondo della lingua e della cultura cinese di cui divenne tanto esperto da poter confrontarsi con successo con gli intellettuali confuciani di cui adottò anche la foggia dell'abbigliamento. Nel 1601 fu ammesso a Pechino presso la corte imperiale e fu molto apprezzato per le conoscenze astronomiche che riportava dall'Occidente; addirittura  fino alla fine dell'impero nel 1911 la funzione di direttore dell'istituto astronomico imperiale fu riservato ancora a un gesuita. In seguito gli altri Gesuiti che seguirono padre Ricci continuarono nella sua linea. I Gesuiti erano si di origine straniera ma si presentavano come partecipi della cultura cinese e quindi il cristianesimo non veniva visto come qualcosa di straniero, di barbaro. Per un popolo come i Cinesi che ritenevano di essere il "centro" del mondo la cosa era fondamentale : i Gesuiti speravano in tal modo di convertire la Cina nel suo insieme partendo dalla classe dirigente.Il loro  atteggiamento però scatenò quello che è passato alla storia come la 

CONTROVERSIA DEI RITI CINESI : I Gesuiti ritenevano che il pensiero confuciano e in genere i riti religiosi Cinesi non fossero  incompatibili con il cristianesimo. In particolare i riti nei templi confuciani e le preghiere sulle tavolette degli antenati vennero considerati funzioni politiche, manifestazioni di rispetto per gli avi senza attribuire ad essi un vero e proprio valore religioso. Missionari cattolici francescani e domenicani invece ritennero che essi fossero manifestazioni pagane, di indubbio valore religioso che non potevano essere assolutamente tollerate. il problema riguardava anche il termine con cui designare Dio. in cinese non esiste propriamente una parola  che Lo indichi. Per i Gesuiti si poteva benissimo usare l'antico termine confuciano di "tien" ( cielo) o anche "Shang-ti" (Signore supremo ) pur esso tradizionale: per i loro avversari invece bisognava usare il termine nuovo "tien -chu" (signore del cielo): ovviamente non si trattava solo di una questione  linguistica ma di una continuità o rottura con la tradizione cinese

  La questione dei " Riti cinesi" fu allora rimessa al giudizio del pontefice e si trascino per oltre un secolo A un certo punto lo stesso imperatore  confermò la tesi dei Gesuiti. Crediamo che in effetti avessero ragione sia i Gesuiti che i loro oppositori: a un certo livello di cultura i riti  avevano solo un valore civile ma per il popolo essi erano effettive  manifestazioni religiose. D'altra parte questa dualità è tipica come abbiamo altrove visto della religiosità cinese (e non solo cinese:si pensa allo stesso ambito cattolico come tanto spesso le immagini di santi assumano il valore di amuleti). Nel 1747 alla fine Roma condannò senza appello i "riti Cinesi". Il tentativo di presentare il cristianesimo in veste cinese cosi falli. i missionari continuarono nello loro opera ma furono espulsi e ostacolati dalle  autorità e soprattutto furono visti come estranei in una civiltà tanto orgogliosa di se stessa.

NELL'ETA' DEL COLONIALISMO. Dopo la guerra dell'oppio (1842) la Cina fu costretta ad aprirsi all'Occidente. Anche se gli Europei non fecero della Cina una colonia tuttavia essi vi dominarono ampiamente spartendola anche in zone di influenza. In questa situazione, legato al predominio europeo il Cristianesimo fece molti proseliti in Cina anche basandosi sugli aiuti economici che essi potevano offrire a una  popolazione oppressa dalla fame e dalla miseria.Ma inevitabilmente  esso veniva visto come come una specie di terza colonna degli Europei. I movimenti nazionalistici furono infatti ostili: la rivolta dei Boxer si rivolse soprattutto contro di essi  perpetrando un terribile massacro. In seguito gli Europei imposero il rispetto dei cristiani il cui numero si accrebbe anche nella prima parte del 900 ma restando pero sempre una sorta di corpo estraneo.

LA SITUAZIONE ATTUALE:Con l'avvento del Comunismo nel 1949 si è avuto una lotta generale alle religioni che ha raggiunse  aspetti parossistici nella "Rivoluzione culturale "degli anni sessanta. In particolare il governo cinese promosse una Chiesa Cattolica Patriottica che rompesse ogni rapporto con Roma vista come una alleata del capitalismo e degli americani. In parte i cattolici Cinesi  resistettero e subirono feroci persecuzioni, in parte si piegarono alle  circostanze riuscendo a sopravvivere stentatamente.

Dopo la morte di Mao, con il nuovo corso pragmatico della politica cinese si è sperato in una normalizzazione dei rapporti ma questo non è avvenuto .anche se  la libertà religiosa dei cattolici è molto più ampia.

La "Chiesa  Cattolica Patriottica" e  quella restata  fedele a Roma non hanno seguito però il rinnovo del Concilio Vaticano II  e sono rimaste  a oltre 50 anni fa: ad esempio la messa viene ancora celebrata con il sacerdote rivolto con le spalle ai fedeli e talvolta anche in latino

Non ha giovato ai rapporti  fra vaticano e Cina anche il fatto che il papa ha elevato alla gloria degli altari, come martiri, 120 cristiani uccisi dai Boxer intorno al 1900

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE  Noi riteniamo che la Cina possa aprirsi al cristianesimo solo seguendo la via tracciata dai Gesuiti. La Cina non può essere terra di missione della stessa natura dell'africa. Quivi la civiltà è essenzialmente quella europea: l'abbandono delle tradizioni tribali significa in effetti adottare le lingue europee, la civiltà europea e quindi anche la religione europea sia pure con tutti gli adattamenti necessari

Ma la Cina possiede una civiltà piu antica di quella europea, soprattutto una coscienza altissima di se stessa. Potrà accettare una religione proveniente dall'esterno (come accettò il buddismo) solo nella misura in cui essa riuscirà a  farsi cinse. 

Riportiamo per concludere l'autorevole  parere di un cristiano cinese, padre Joseph Wong:

Affinché la cristianità possa prendere piede in Cina è necessario collegare la dottrina e la pratica cristiana alla cultura cinese. Guardiamo l’esempio del Buddismo. Giunse in Cina dall’India e fu inizialmente rigettato come religione straniera. Ma i missionari buddisti ebbero pazienza e saggezza. Dopo alcuni secoli di lotta per sopravvivere, il buddismo fu in grado di adattarsi e integrarsi con la cultura tradizionale cinese. Alla fine vi fu un buddismo cinese e da allora è diventato la principale religione della Cina e dei paesi dell’Asia orientale. Il cristianesimo è stato introdotto in Cina quattro secoli fa in modo degno di nota. Per ragioni differenti non si è ancora radicato in modo stabile. Forse ciò che gli antichi padri greci fecero immettendo il messaggio giudeo-cristiano nel mondo greco-romano o ciò che il grande missionario gesuita Matteo Ricci fece collegando la dottrina cristiana con la cultura cinese dovrebbe offrirci un esempio in questo nuovo sforzo di portare il messaggio cristiano al popolo cinese. Sia la dottrina che la spiritualità cristiana hanno bisogno di essere inculturate.  Non soltanto la cultura cinese avrebbe beneficio dal messaggio cristiano ma lo stesso cristianesimo si arricchirebbe nell’incontro con le antiche e sagge tradizioni della Cina e dell’Oriente.

( Padre Joseph Wong osb è professo dal 1997 del monastero di Big Sur, New Camaldoli, della congregazione Camaldolese, fondato in California, USA, nel 1958.)

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