•  Pubblicato in Italianotizie 02/07/18 /   Home  

     

     

     

     

     

     

     

    IRAN: DISORDINI AI BAZAR

     

     

     

    Giovanni De Sio Cesari

     

    Nei giorni scorsi in Iran si sono registrati disordini di una  certa gravità che pare continuino ancora qui e li  Non hanno la virulenza e la drammaticità di quelli del gennaio  scorso che provocarono  molte vittime  ma hanno un loro significato che non deve essere sottovalutato  A scendere in piazza infatti ora sono i commercianti del  bazar, una specie di ceto medio ( detto per inciso, fu la loro adesione che segno la caduta   dello scia)

     Innanzi tutto bisogna  chiarire che non hanno un contenuto ideologico a differenza di quelli  che a lungo turbarono la vita del paese nel 2009 in occasione della vittoria elettorale  di Ahmadinejad. In quel caso era un parte dei ceti piu colti che avrebbero voluto una maggiore liberalizzazione politica , in senso laicista senza pero rinnegare in nessun modo la ispirazione islamica. insomma  un islam più moderno

    Ora  invece, come nel gennaio scorso,  la motivazione è puramente economica:   non si chiedono diritti civili o maggiori  liberta ma maggior lavoro e salari piu alti  Assumono  pero un carattere politico perche la  politica estera della repubblica sostiene gli sciiti di tutto il Medio Oriente  nella lotta insensata che li oppone un po dovunque  ma soprattutto in Siria ai sunniti. Pertanto  i dimostranti  chiedono di non impiegare risorse economiche per lontani paesi  di destinarle invece agli iraniani poveri  Insomma anche in Iran si manifesta come dappertutto nel mondo  “primi i connazionali “ (Iran first)  Soprattutto perù la politica estera iraniana incorre in uno scontro non solo con i sunniti ma anche con gli  USA preoccupati di r un eventuale  , vago pericolo per Israele e sono alleati con la fazione sunnita guidata dall’Arabia Saudita  Le sanzioni USA sono infatti un pesante colpo all’economia iraniana Non per niente il presidente israeliano  non nasconde la sua soddisfazione per i disordini   nella speranza che essi possano mettere  in difficoltà il regime

     L’europa non segue Trunp nelle sanzioni che appaiono del tutto ingiustificate  e comuqnue controproducenti ma gli Usa minacciano sanzioni contro quelle imprese  che non rispettino le sanzioni verso l ‘Iran  .- Un vero sopruso internazionale ma il conflitto  USA -UE è gia abbastanza acuto  per non complicare ancora di più le cose  

     Tuttavia non bisogna pensare che l Iran sia in crisi economica :  Il suo PIl cresce regolarmente ma non cresce abbastanza per risolvere i problemi di una secolare miseria

    Quello di nuovo che è avvenuto in questi mesi è una notevole inflazione dovuto alla perdita di valore sui mercati internazionali della moneta nazionale  dovuta alla  incertezza politica, di mancanza di sicurezza degli  investimenti nel paese Per quanto riguarda la, crisi  della moneta sono stati creati vari cambi: c’è un cambio ufficiale per i prodotti di commercio aiutato dal Governo che è 1 a 4. Il cambio non ufficiale è di 1 a 8 o 1 a 10

    Gli stessi iraniani  che avevano dei  risparmi  sono corsi a comprare moneta straniera  per precauzione  cosa che è certamente un effetto fortemente negativo sulla economia  nazionale

    D’altra parte le liberalizzazioni promosse da Rouhani hanno riguardato  solo l’economia di  basso livello, ovvero i commercianti,  mentre quella di grande livello è ancora in mano ai Guardiani della Rivoluzione Questi costituiscono lo zoccolo duro non solo della politica estera, della islamizzazione del paese ma anche hanno uno smisurato potere economico  in eredita della economia di guerra che caratterizzo il paese nel suo sanguinoso scontro con  l Iraq di Saddam Hussein Difficilmente pero il governo Rouhani sarà costretto alle dimissioni: tutte le forse che contano in Iran vogliono una destabilizzazione  dello satato dalle conseguenze ingovernabili e  imprevedibili  

     

     

     

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