•  Pubblicato in Italianotizie   28/10/19 Home  

     

    Al-Baghdādī e la guerra selettiva

     

    Giovanni De Sio Cesari  

     

    Ieri  ,27 ottobre 2019 è stato è stata annunciata e poi confermata la uccisione di al-Baghdādī,  da parte di forze speciali USA. Trump ne ha dato  notizia  con grande risalto ed enfasi patriottica  come nel caso della  uccisione di Osama bin Laden  nel 2011 da parte dell’allora presidente Obama.  Trump ha anche annunciato che è morto da codardo ma stando alle notizie  egli, visto che era  circondato e  chiusa ogni via di fuga, ha preferito uccidersi con la parte della propria famiglia che era con lui.  Non si vede come questa circostanza possa essere considerata codardia , ma Trump parla cosi.  Certamente i suoi seguaci e in genere il mondo islamico lo vedrà  come  una morte eroica  eroico , come il  supremo sacrificio dello shaid (testimone della  fede).

    Come  nel caso di bin Laden, è difficile dire se la sua uccisione possa essere un colpo al jihadismo oppure se  al-Baghdādī  morto possa essere un mito ben più forte di al-Baghdādī vivo. Bisogna considerare che i movimenti Jihadisti sono movimenti  diffusi,  in qualche modo  spontanei, niente di paragonabile alla  internazionale comunista dei tempi di Stalin  che stabiliva le azioni  di ogni e qualsiasi gruppo. Bin Laden come al-Baghdādī aveva una funzione più di simbolo che di effettivo comando e organizzazione  del Jihadismo. Comunque la figura di  al-Baghdādī  pare molto meno significativa di quella di bin Laden,  rimane piuttosto oscura un po come avviene per il mullah Omar dei  talebani

     Vediamo allora meglio chi era. Il suo vero nome era  Alī al-Badrī  originario di Samarra (in Iraq) ma  ha assunto il nome altisonante, diremmo pretenzioso,  di Abū Bakr al-Baghdādī.  Abu bakr è il nome del primo califfo successore di Muhammed , padre della  sua famosissima  sposa- bambina Aisha.  Al-Baghdādī significa semplicemente di Bagdad ,  il luogo dove egli asserisce di essersi formato nella conoscenza dell islam. Non risulta però che abbia conseguito qualche titolo particolare  che lo qualifichi come esperto del diritto islamico ( ulema). Il termine Baghdad, in realtà, suggerisce la sede leggendaria dei primi califfi . Ma di tutta la sua vita si sa ben poco . Risulta da documenti americani che fu catturato nel 2004 durante la presa di Falluja, la citta strenuamente ribelle. Fu poi rilasciato perchè considerato di poca pericolosità, un personaggio  di secondo piano.  Può essere che effettivamente a quei tempi lo era veramente e forse fu proprio l’arresto a creare in lui un vero jihadista . In ogni caso egli fece carriera  nel  movimento  noto come  Stato Islamico dell Iraq. Quando nel 2010  il capo della organizzazione, tale al-Ḥusaynī al-Qurash, fu ucciso allora fu nominato a succedergli Alī al-Badrī .  In seguito ci furono contrasti con altre organizzazioni jhadiste  soprattutto con la siriana  al Nustra che Alī al-Badrī  voleva assorbire. Si ricorse  all’arbitrato  di Ayman al-Zawāhirī che era succeduto nella guida  di al Qaeda dopo la uccisone di bin Laden. Il verdetto fu contrario  ad Alī al-Badrī  ma questi non lo accettò e  man mano cerco di assorbire  altri gruppi  jihadisti. Nel 2014 si proclamo califfo con il nome  Abū Bakr al-Baghdādī, proclamando  lo stato islamico conosciuto comunemente (ma non esattamente )  come ISIS , esteso nei fatti in parte dell’Iraq e della Siria ma con pretese universalistiche . Effettivamente ebbe  la adesione teorica di movimenti integralisti sparsi un pò dovunque fra cui gruppi libici e soprattutto Boko Haram in Nigeria. Non che realmente questi gruppi dipendessero operativamente   da al-Baghdādī  : si trattava di una  adesione ideale. La figura del  califfo nel mondo islamico  può essere paragonata a quello dell’imperatore del Sacro Romano Impero: una primato ideale anche nelle terre governata effettivamente  da altre autorità.    Abū Bakr al-Baghdādī  si presentò a guidare la preghiera nella  moschea principale di  Mosul   al quale avvenimento si rifanno quasi tutte le foto in circolazione nei mass media . Da allora per il pericolo di essere un facile  bersaglio per  le forze statunitense la sua  presenza si è fatta estremamente sfuggente. Periodicamente è corsa voce che fosse  stato ucciso o ferito in quello o quell’attacco ma poi ricompariva dopo qualche  tempo. In effetti noi non sappiamo quale ruolo effettivamente egli ha svolto  nelle vicende del califfato, se veramente ha guidato queste forze o se è rimasto solo un personaggio simbolico, privo di un vero ruolo operativo.  Lo stesso in fondo possiamo dire per bin Laden.  Anche per  quanto riguarda l 11 settembre, bin Laden se ne assunse  la responsabilità politica  e ideale ma non sappiamo se veramente  egli abbia avuto un qualche parte nella sua organizzazione e nemmeno se ne fosse a conoscenza.  Analogamente il ruolo reale di Abū Bakr al-Baghdādī   resta per il momento oscuro: forse un giorno gli storici potranno consultare documenti e testimonianze che chiariscano il suo ruolo effettivo nella  conduzione del califfato

     In fondo tutti gli avvenimenti relativi al jihad restano confusi, poco chiari e finiscono con alimentare teorie complottiste,  le più disparate e inverosimili. Il problema  è che tutti i fatti interni  al terrorismo non possono  che essere coperti e segreti  per sottrarsi a quella  che viene definita la guerra  selettiva.  Nel passato si colpivano gli eserciti combattenti ma non i loro capi  Era considerato delittuoso, infamante colpire i capi , un re non uccideva un altro re, si diceva.  Attualmente   è nata la guerra  selettiva come risposta  al terrorismo islamico. Si colpiscono i capi ,  gli organizzatori. gli ideologi dei combattenti jihadisti nella  impossibilita di colpire realmente i terroristi  prima che questi colpiscano.  Nel mondo jihadista mettersi in mostra significa diventare un bersaglio. In effetti pero anche colpire i capi non risolve il problema perché i loro posti sono subito occupati da altri terroristi: vengono dal basso come  si dice .

     In fondo tutto quello che sappiamo degli  avvenimenti medio orientali riguardo il jihadismo è quello che la parti in conflitto ci fanno sapere  e le parti in conflitto non sono  certo fonti al di sopra di ogni sospetto.