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I copti nell’Egitto di Morsi

25 aprile 2013
by Giovanni De Sio Cesari
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Le tensioni religiose fra i copti, che costituiscono circa il 10 per cento degli 84 milioni di egiziani,  e i mussulmani prorompono periodicamente in incidenti e scontri sanguinosi, nati spesso per motivi futili  e che causano morti e feriti. Ad esempio il  6 aprile la violenza è scoppiata  dopo che dei  bambini copti avrebbero  segnate croci sul muro di un istituto islamico in Khosoos, a nord del Cairo, Un funerale tenuto per le vittime copte nella  Basilica di San Marco, la sede del patriarcato  del Cairo, ha innescato altre  violenze quando  ignoti hanno assalito il corteo.
 
Un altro attacco alla Cattedrale copta ortodossa – un importante sito per la popolazione cristiana in Egitto – ha provocato una reazione da parte della comunità.

Parlamentari copti hanno criticato il governo e la polizia per non aver protetto la chiesa copta. Lo stesso  papa Tawadros II, il capo della Chiesa copta, ha detto ai media locali che la gestione di Morsi della crisi ha avuto  “negligenza e scarsa valutazione degli eventi”, e che l’attacco “è andato oltre  tutte le linee rosse”, una linguaggio  insolito per la chiesa che ha, tradizionalmente, evitato di criticare direttamente il capo dello Stato.
Gli incidenti portano a  crescente disagio dei copti, e aumentano  la  loro preoccupazione per la sicurezza della propria comunità e il futuro in Egitto.

Nel passato i copti erano considerati  dei dimmy come in tutti i paesi mussulmani: avevano cioe libertà di religione essendo dei Ahl al-Kitab (genti del libro ) ma dovevano pagare una tassa apposita, la gihaz, e non avevano la pienezza dei diritti politici

Con il regime nazionalsta di Nasser ispirato al socialismo europeo cadde ogni distinzione religiosa. Tuttavia dagli anni ‘70 in poi, con Mubarak, il regime cercò sempre più si stendere intese con ambienti religiosi islamici soprattutto con i Fratelli Mussulmani

per stemperare la loro opposizione. La libertà di espressione fu  limitata all’interno  dalla stessa chiesa copta timorosa che gli avvenimenti precipitassero  senza l’appoggio che, comunque, il  regime offriva contro gli estremisti islamici: atteggiamento prudenziale  che le chiese cristiane hanno sempre tenuto in tutti i paesi mussulmani verso le autorità che assicurava loro la protezione.  

Allo scoppio dei fatti di Piazza Tahir i copti furono insieme ai mussulmani  senza divisione di religiose, nella speranza di un futuro laico e democratico. In seguito, però, sono prevalse in Egitto le tendenze religiose dei Fratelli Mussulmani e allora la situazione si è fatta sempre piu difficile per i copti: in verità il presidente  Morsi ha sempre mostrato  buona volontà di superare gli steccati religiosi.

Il regime attuale ha sinceramente la volontà politica di attuare la  parità della cittadinanza senza discriminazioni religiosa fra tutti i cittadini,

Morsi ha fatto del suo meglio per comunicare con i leader religiosi, politici e intellettuali dei copti. Egli ha anche nominato un aiutante presidenziale copto, Samir Morcos, dimessosi, però  a dicembre, lamentandosi della  la mancanza di consultazione da parte del presidente. Dodici copti hanno anche seggi nel consiglio della Shura, la camera alta del parlamento egiziano – che ora ha piena potestà legislativa in assenza di una Camera dei Rappresentanti.
I primi tentativi di risolvere i problemi tra le comunità dopo la rivoluzione che ha rovesciato l’ex presidente Mubarak, nel gennaio 2011 sono stati formalizzati con la creazione del Comitato Nazionale di Giustizia (NJC), un organo  di governo di transizione egiziano per dare  una risposta del governo alla tensione religiosa. Tuttavia, è stato poco incisivo e  molti dei suoi membri si sono dimessi lamentando una mancanza di interesse mostrato dai funzionari governativi di alto livello.
Al di la delle buona volontà, il fatto è che l’improvvisa ascesa di gruppi politici musulmani guidati dai Fratelli Musulmani e salafiti – ha generato una crescente diffidenza tra le due parti: la comunità copta si è sentita vittima di discriminazione sistematica e accusano  il governo di non preso  misure decisive per proteggere i copti.

Alcuni osservatori notano,però, che i  copti hanno realizzato guadagni politici dopo la rivoluzione, tra cui la formazione di diversi gruppi politici con i leader copti che giocano ruoli chiave.

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  Foto da al jazeera: disordini presso la cattedrale  

 

 

 

 

 

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