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Intervento francese nel caos del Mali

14 gennaio 2013
by Giovanni De Sio Cesari
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L’islamismo estremista , il jihadismo, come si usa dire, ormai in via di superamento in Medio Oriente esplode invece nell’africa sub-sahariana: questo il quadro di riferimento dell’intervento francese in Mali.

Nel Medio Oriente, infatti, prima i pesanti interventi occidentali e poi, a seguito della Primavera Araba, l’emergere di un islamismo moderato, sul modello della Turchia di Erdogan, hanno tolto spazio al jihadismo (di modelloal Qaeda ) che ormai, senza speranza, è confinato alle zone di maggiore arretratezza.

Nell’africa sub sahariana, invece, esso si è riacceso: si è diffuso inSomalia scalzando i Signori della Guerra, si manifesta in massacri indiscriminati di cristiani in Nigeria ( boko haram ) Nel generale disinteresse dell’Occidente, si è manifestato anche nel Mali la cui parte settentrionale (con la mitica citta di Timbuctu) è nelle loro mani ormai . Da qui l’intervento francese in supporto del debole governo centrale del Mali per arginare e respingere i ribelli prima che finiscano con il consolidarsi in un nuovo Afganistan talebano in africa occidentale.

In realtà però, in una società non secolarizzata i contrasti religiosi si intrecciano strettamente ai contrasti politici, etnici, economici di cui l’aspetto religioso finisce con l’essere una copertura: cosi avviene in Iraq, Afganistan e po dovunque nel mondo islamico , cosi avveniva anche in Europa al tempi delle eresie e delle Crociate.

Gli aerei francesi hanno bombardato obiettivi in Mali in quello che considerano una lotta contro i combattenti legati ad al-Qaeda. Ma la regione è un calderone di instabilità con una miscela variegata di contrasti non solo relgiosi ma anche etnici, militari, economici
Seguendo il quadro che ne fa al Jazeera vediamo i gruppi principali in lotta .

MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione del Azawad)Gruppo separatista ribelle Tuareg vuole uno stato indipendente nel nord del Mali chiamato Azawad che dovrebbe poi comprendere tutti i popoli del nord del Mali (Tuareg, Songhai, Arabi, e Fulani ). Hanno alcuni membri degli altri gruppi ma il 99 per cento dei combattenti MNLA sono Tuareg: in realtà quindi si mira a uno stato tuareg
Il leader del MNLA è Bilal Ag Cherif, un Tuareg Ifoghas, e il suo vice è Mahamadou Djeri Maiga, un Songhai.

Il MNLA è generalmente sottovalutato perché si è ritirato ed ha consentito a gruppi legati ad al Qaeda di occupare il campo. Ma è importante ricordare che la genesi di questa crisi è stato un intervento da parte della MNLA per assumere il potere nel nord del Mali, e tutto ciò che sta accadendo può essere visto come una conseguenza . Le aspirazioni della MNLA sono la radice profonda della crisi.

FLNA (Fronte Nazionale per la Liberazione del Azawad)
Si tratta di un gruppo arabo vagamente alleato al MNLA che chiede per popolo del nord del Mali il diritto di auto-determinazione fra indipendenza e unione sulla stessa linea seguita
per il Sud Sudan Non chiede l’attuazione in particolare della Sharia.

Ganda Koy (Padroni della territorio )

è un milizia etnica di autotutela dei Songhai che in passato ha combattuto a fianco dell’esercito contro i ribelli Tuareg i. Hanno commesso massacri contro i civili Tuareg, sono accusati anche di aver preparato una lista dei dirigenti degli altri gruppi rivali da assassinare


Ganda Izo (figli della territorio)
E’ una milizia etnica dei Fulani costituita nel 2008 per svolgere una funzione analoga a Ganda Koy contro i Tuareg. Attualmente include anche membri non Fulani.

La coalizione “religiosa” comprende tre gruppi principali:

AQIM ( Al-Qaeda nel Maghreb Islamico)
AQIM è un gruppo in gran parte dell’Algeria e della Mauritania, che è presente nel nord del Mali dal 2003 e che ha rapito più di 50 ostaggi europei e americani a scopo di estorsione: negli ultimi dieci anni ha guadagnato ,si stima, oltre 100 milioni di dollari.
Parte dei riscatti sarebbe stato consegnato ai funzionari del Mali, perche AQIM avesse campo libero nelle aree tuareg, AQIM è attualmente in possesso di almeno nove ostaggi europei nel nord del Mali. Hanno stretto alleanze con altri gruppi religiosi diventando il gruppo più importante . Ora i giovani del sud del Mali, Senegal, Niger e in altri paesi sono venuti a unirsi a loro sotto la bandiera dall’estremismo islamico
Il leader AQIM è l’algerino Abdel Malek Droukdel ma le strutture di leadership non sono chiare.

Ansar al-Din (difensori della fede)
E’ un gruppo di Tuareg arabi e altri gruppi etnici locali che vogliono la sharia non solo nel Mali ma in tutto il mondo musulmano.
Il fondatore e capo è Iyad Ag Ghali, ex leader Tuareg dal 1990. Nel corso degli ultimi dieci anni ha lavorato a stretto contatto con Lyad l’ex presidente del Mali, per negoziare i riscatti degli ostaggi con AQIM.
Ansar al Din evita scontri con la MNLA e FLNA e in modo da non spargere sangue di parenti e tribale che sarebbero delegittimazione e lasciano questo compito a MUJAO e AQIM.
Anche se Ansar al Din nega ufficialmente ogni legame con al-Qaeda, funziona come un rifugio dei membri di al-Qaeda nel Maghreb Islamico. Il rapporto tra i due gruppi è analoga a quello fra i talebani e al-Qaeda in Afganistan, I due gruppi lavorano insieme pe perseguire la politica religiosa. Ansar al Din non chiede la secessione dal Mali, in modo da estendere le loro scelte religiose a tutto il Mali: si tratta di movimenti religiosi che intendono muoversi su un orizzonte universale come appunto faceva al Qaeda.

MUJAO (Movimento per l’unità e la Jihad in Africa occidentale)
MUJAO è il meno conosciuto dei gruppi legati al-Qaeda. Si tratta presumibilmente di un gruppo dissidente da AQIM, Vogliono la sharia in tutto il mondo. MUJAO è stato il più aggressivo nell’attaccare elementi MNLA così come i gruppi arabi che vogliono l’autodeterminazione per il nord del Mali.

 

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