CORANO E VANGELI

Generalmente si ritiene che il Corano sia il corrispondente islamico dei vangeli: ciò può essere vero solo nel senso che gli uni e l'altro costituiscono il fondamento delle rispettive fedi. ma a parte ciò si tratta di testi del tutto disomogenei.

Esaminiamone brevemente alcune differenze

I Vangeli sono i racconti della vita di Cristo e riportano quindi, oltre le sue vicende, i principi fondamentali della fede. Secondo la tradizione  due di essi sono stati compilati da testimoni oculari (Matteo e Giovanni ) e gli altri due da persone che raccolgono ricordi da testimoni oculari (Marco e Luca). I quattro  testi appaiono chiaramente distinti: non tutti riportano gli stessi fatti, a volte i fatti sono riportati con qualche difformità, qualche volta appaiono delle contraddizioni. Tuttavia  non vi sono contraddizioni fondamentali e la difformità è considerato effetto di diverse angolazioni che sempre abbiamo nel racconto di testimoni oculari, specie se poi la testimonianza è resa dopo molti anni. Anzi tali  difformità sono state considerate dimostrazione della loro effettiva attendibilità storica. Comunque la tradizione cristiana li ritiene ispirati da Dio.

Il Corano (qu'ran: recitazione) non è un testo di storia come i Vangeli. Secondo la tradizione islamica esso riporta esattamente le parole che Dio ha affidato al  Profeta che  era analfabeta e quindi ha "recitato" le parole divine che solo in seguito sono state trascritte. Non si tratta quindi di un testo ispirato, come nelle Scritture Cristiane, ma opera diretta, immediata di Dio.

Ciò comporta anche un problema linguistico. La lingua nella quale Allah  si è espresso è l'arabo: anche se esistono naturalmente traduzioni in tutte le lingue il vero Corano è pertanto solo quello in arabo e in arabo esso deve essere recitato: per questo motivo il termine arabo che indica Dio, cioè Allah, non viene tradotto e anche il nome del profeta che generalmente noi indichiamo in  italiano con Maometto viene dai fedeli conservato in Muhàmmad

Nei vangeli invece non vi è una lingua privilegiata: Gesu parlava in Aramaico ma i Vangeli furono scritti in greco, la attuale versione "ufficiale" è in latino. Comunque non esiste una lingua di Dio: infatti la parola "Dio" e Gesu" vengono tradotte in tutte le lingue. Anche le lingue liturgiche quando esistono (latino, aramaico,copto, greco)  non pretendono di essere lingue divine.

Il punto però essenziale  è che i Vangeli danno principi generali e non norme di comportamento bel definite mentre il Corano oltre ai principi generali  contiene precise prescrizioni che regolamentano chiaramente non solo il culto ma anche i rapporti sociali familiari e politici: da esso è possibile quindi estrarre una precisa "legge"

Facciamo qualche esempio per chiarire il problema 

Per quanto riguarda l'adulterio ricordiamo il notissimo passo evangelico:

Giovanni 8:3-11 Allora gli scribi e i farisei gli condussero un donna còlta in adulterio; e, fattala stare in mezzo,gli dissero: «Maestro, questa donna è stata còlta in flagrante adulterio. Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?».....E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, alzato il capo, disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra. Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo.Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: «Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?»Ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neppure io ti condanno; va' e non peccare più».

Nel brano  certamente non viene giustificato l'adulterio: non  viene però indicato "come" e "se" la società costituita deve reprimerlo, in fondo non si rigetta nemmeno esplicitamente la lapidazione. Si affermano invece dei principi: il perdono e la comprensione verso chi ha peccato, soprattutto il riconoscere che tutti siamo peccatori: principi appunti, non regole specifiche la cui formulazione viene  demandate ad altri

Nel Corano troviamo invece sullo stesso argomento:

Sura XXIV   An-NûrLa Luce)

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso. 
2 Flagellate la fornicatrice e il fornicatore , ciascuno con cento colpi di frusta e non vi impietosite [nell'applicazione] della Religione di Allah, se credete in Lui e nell'Ultimo Giorno, e che un gruppo di credenti sia presente alla punizione. ....
4 E coloro che accusano le donne oneste senza produrre quattro testimoni, siano fustigati con ottanta colpi di frusta e non sia mai più accettata la loro testimonianza . Essi sono i corruttori, 
5 eccetto coloro che in seguito si saranno pentiti ed emendati. In verità Allah è perdonatore, misericordioso. 
6 Quanto a coloro che accusano le loro spose senza aver altri testimoni che sé stessi, la loro testimonianza sia una quadruplice attestazione in [Nome] di Allah testimoniante la loro veridicità , 
7 e con la quinta [attestazione invochi], la maledizione di Allah su se stesso se è tra i mentitori. 
8 E sia risparmiata [la punizione alla moglie] se ella attesta quattro volte in Nome di Allah che egli è tra i mentitori, 
9 e la quinta [attestazione invocando] l'ira di Allah su sé stessa se egli è tra i veritieri. 

Non vi è solo e tanto  un principio ma una pena precisa e anche un procedimento giudiziario ben definito: si vogliono indicare al fedele precise regole di comportamento alle quali attenersi 

Rileggiamo il brano evangelico forse più noto,quello del "porgi l'altra guancia"

Luca 6:29-35 (passim ) ... a chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l'altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi ti toglie il tuo, non glielo ridomandare.....E se prestate a quelli dai quali sperate di ricevere, qual grazia ne avete? ........Ma amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; poiché egli è buono verso gli ingrati e i malvagi.

Certamente sarebbe umoristico pensare a una società cristiana nella dei teppisti potrebbero andare in giro a picchiare e rubare senza che i fedeli potessero reagire nè è pensabile che dei risparmiatori affidino il loro danaro alle banche senza essere certi di poterlo riavere. Si enuncia  ancora un principio di amore , di perdono, di sacrificio personale e non di regole di civile convivenza.

Nel corano invece leggiamo:

Mâ'ida (La tavola imbandita)
...38 Tagliate la mano al ladro e alla ladra , per punirli di quello che hanno fatto e come sanzione da parte di Allah. Allah è eccelso, saggio.  ...

Al-Baqara (La Giovenca)

275 Coloro invece che si nutrono di usura resusciteranno come chi sia stato toccato da Satana. E questo perché dicono: "Il commercio è come la usura!". Ma Allah ha permesso il commercio e ha proibito l' usura. 

Viene  enunciata una precisa pena per i ladri, viene  chiarito la differenza fra il commercio lecito e l'usura non lecita 

 Nei Vangeli quindi in effetti sono contenuti dei principi generali ai quali il cristiano deve attenersi ma non vi sono regole definite di comportamento sociale. Esse vengono demandate ad altri. In effetti la Chiesa ( o meglio le molte chiese cristiane ne di fatto esistenti) hanno elaborate regole e leggi abbastanza precise nel corso dei secoli. Si tratta pero di prescrizione fatte alla luce dei principi e quindi possono essere sempre riviste, aggiornate, adattate ai tempi nuovi 

Nel Corano invece non si tratta solo di principi generali, ma di  vere e proprie regolamentazioni  che provenendo direttamente da Dio non possono essere trasgredite: possiamo quindi pensare a una legge di Dio effettivamente utilizzabile nella vita civile,