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Motivazioni della guerra russo-ucraina

Pubblicato da In dies Info il 26 ottobre 2025
Perché la guerra
Delle due grandi guerre in corso attualmente, le motivazioni di quella di Gaza
sono ben chiare: ciascuna delle due parti ritiene, a torto o a ragione, di
lottare per la propria sopravvivenza. Meno evidenti, invece, appaiono le ragioni
di quella in Ucraina.
L’idea dominante in Occidente (ma solo in Occidente) è che essa dipenda dalla
volontà di potenza di un autocrate, Putin: in realtà questa può essere anche una
delle tante componenti, ma non certo quella principale.
Per sincerarsene basta parlare, come spesso mi è capitato, con russi residenti
da molto in Italia che, nella sostanza, pensano che la Russia abbia le sue
ragioni, analogamente a quello che, al contrario, dicono gli immigrati ucraini.
Spesso si è parlato, tra gli epigoni del marxismo, che si tratterebbe di ragioni
economiche (affari dei capitalisti). Prescindiamo dal fatto che guerre per
motivi economici sono molto rare nella storia, e che la pace sia economicamente
preferibile a una sanguinosa e distruttiva guerra.
Ma si tenga conto che l’Ucraina ha un reddito pro capite che è la metà o un
terzo di quello russo: magari le converrebbe tornare ad essere Russia, come lo è
stata negli ultimi tre o quattro secoli. Si pensi che prima della crisi aveva il
gas praticamente gratis dalla Russia.
Non c’è nemmeno nessuna convenienza economica della Russia a inglobare
l'Ucraina. È come se la Padania si fosse staccata dal Sud e volesse invece
riconquistarlo.
Anche per noi occidentali, con la difesa dell’Ucraina, ci perdiamo e basta:
spendiamo un monte di soldi, abbiamo perso il gas a buon mercato (la Germania
addirittura è in crisi), e dovremo spendere tanto per riarmarci.
Inoltre, un’Ucraina nella NATO sarebbe un grosso problema, così come nella UE:
far entrare un paese povero e grande di certo non gioverebbe per niente.
Non è affatto vero che si tratta di un fatto economico: quella guerra nasce da opposti nazionalismi, non c’è nessuna convenienza economica da parte di ambedue, e neppure per noi occidentali, di sostenerla.
In estrema sintesi, la guerra in Ucraina nasce dalle diverse concezioni che animano la Russia e l'Ucraina: per i primi, l'Ucraina fa parte del mondo russo (anche accettando la sua indipendenza); per i secondi, è una nazione a parte e nemica.
Quindi è essenzialmente un problema di opposti nazionalismi.
Nazionalismi
Ai tempi di Mazzini si pensava che, se ogni popolo (nazione) avesse avuto un suo
Stato, allora le guerre sarebbero finite e tutti avrebbero collaborato. In
realtà, il patriottismo divenne all'inizio del '900 un nazionalismo più o meno
esasperato, ed è stata la causa fondamentale delle maggiori tragedie della
storia intera: le due guerre mondiali.
Il fatto è che il principio di nazionalità è estremamente vago. Indicherebbe una
comunità culturale (una mentalità) comune, ma non è che gli italiani siano tutti
d’accordo su tutto, anzi le divisioni sono infinite e profonde. All'unità
d'Italia, ad esempio, un lombardo era più simile culturalmente a un austriaco
che a un calabrese, e così via.
L'unico elemento oggettivo è la lingua. Però esistono stati con decine di lingue
(India) e lingue parlate in decine di stati (spagnolo), e in ogni stato esistono
minoranze linguistiche. D'altra parte, anche le lingue sono difficili da
identificare. Ad esempio, nei paesi latini in realtà esistono lingue locali (o
dialetti?) e lingue nazionali: il veneziano e il valenciano sono lingue o
dialetti?
Nell'URSS vi erano decine di lingue, ma tutti parlavano anche il russo. In
particolare, in Ucraina tutti parlavano ugualmente bene il russo, considerata
lingua ufficiale delle scuole e delle amministrazioni. Allora, sono russi o
ucraini?
La Russia, prima del '92, era divisa in 14 repubbliche, teoricamente stati
sovrani, ma in realtà erano divisioni amministrative. Lo stesso troviamo negli
USA o in Brasile, che sono federazioni di stati. È vero che le repubbliche
dell'URSS potevano giuridicamente staccarsi, ma in realtà ciò era impossibile.
La guerra in Ucraina è la conseguenza del dissolversi di uno Stato, come avvenne
in Jugoslavia e nelle guerre balcaniche di inizio '900, più che una guerra fra
stati.
Ora, è vero che non è possibile che ogni comunità seceda, ma in ogni comunità
avremo sempre delle minoranze: occorre sempre un compromesso, vedere la
situazione concreta.
Mi pare che la questione delle nazionalità sia presa con semplicismo, ma è un
problema estremamente complesso. L'unica soluzione ragionevole sarebbe quella di
chiedere alle stesse comunità a quale Stato aderire, ma occorre sempre un certo
compromesso.
Putin, qualche tempo prima dell’invasione, in una lunga lettera aperta, spiegava
che l’Ucraina era una parte fondante della grande Russia (è vero storicamente),
ma se voleva rendersi autonoma poteva farlo, a patto di lasciare liberi i
russofoni di riunirsi alla Russia.
In realtà, se si vede una carta geografica, l’Ucraina (attuale, non quella
storica o etnica) è la parte meridionale della Russia.Tuttavia, il motivo
fondamentale dell’attacco era quello di instaurare un governo filo-russo che non
portasse l’Ucraina nella NATO.
Nazionalismo ucraino
Non si può parlare di nazismo in Ucraina, come fa la propaganda russa, ma di un forte nazionalismo che spesso li porta a ignorare o a falsificare la storia, un po' come accade in Italia con il Risorgimento. Tutte le colpe del comunismo vengono fatte ricadere sulla Russia, che avrebbe sottomesso l’Ucraina.
Ma ricordiamo che l'URSS è stata guidata più dagli ucraini (Krusciov e Brežnev) che dai russi, nei pochi anni di Gorbaciov e Lenin, e poi guidata dal georgiano Stalin: non era affatto un dominio dei russi. L’URSS ha almeno il merito, fra tanti disastri, di aver silenziato i nazionalismi in nome dell’internazionalismo proletario.
Un esempio è il concetto di “Holodomor”, che è un falso storico che ha esaltato
il nazionalismo (avviene un po' dappertutto).
Si tratta della morte di milioni di contadini per fame dovuta alla carestia
degli anni '30: essa fu causata dal fallimento del comunismo per
un'industrializzazione accelerata, simile a quello che avvenne qualche tempo
dopo in Cina (il "grande balzo in avanti") e in Cambogia (ai tempi di Pol Pot).
Holodomor significa invece "sterminio per fame" e indica quindi una volontà
deliberata di sterminio contro gli ucraini. Ma la fame uccise in tutta l'URSS;
in Ucraina fu più grave perché era la parte più contadina, il granaio dell'URSS.
È vero che Stalin represse ogni nazionalismo ucraino con ferocia, come ogni
altra opposizione, in nome dell'internazionalismo proletario, ma la morte per
fame indiscriminata lo avrebbe certo esaltato, non combattuto.
La morte per fame fu un fallimento, non certo un fatto voluto; e poi Stalin non
era russo, ma georgiano.
Ma ormai gli ucraini si sono convinti che si trattò di uno sterminio programmato
dai russi.
Nel 2014, nei moti di Maidan, non si può parlare di un colpo di Stato, come
dimostrano i successivi risultati elettorali. Tuttavia, il problema è che circa
un quarto della popolazione ucraina è in realtà russofona. La scintilla della
rivolta nel Donbass fu proprio la decisione di non considerare più il russo come
lingua ufficiale, a fianco dell'ucraino, come era stato fino a quel momento.
Il problema generale, che si è palesato con la dissoluzione dell'URSS e la
nascita di 14 repubbliche, è che in ognuna di esse (Russia inclusa) circa un
quarto della popolazione appartiene ad altre etnie. Pertanto, mi stupisce che il
problema sia esploso finora solo in Ucraina.
La disintegrazione dell'unità nazionale dell'URSS, avvenuta senza alcuna
consultazione o preparazione, non mi sembra una soluzione saggia. Nei prossimi
decenni, un obiettivo per i russi potrebbe essere quello di rifondare l'antica
unità nazionale.
L’accusa di nazismo ucraino, spesso ripetuta dalla propaganda russa, è
certamente un'esagerazione propagandistica. È però vero che i nazionalisti
ucraini nella Seconda guerra mondiale (guidati da Bandera) si schierarono con i
nazisti. Almeno in Rutenia (Oblast' di Lviv), quando si parla di partigiani, ci
si riferisce ai seguaci di Bandera, che erano anti-russi. Comunque, c’erano
gruppi anche ora che si richiamavano a quel personaggio, oggi scomparsi o
silenziati, non saprei.
Russi e ucraini non sono popoli così diversi come oggi sembra, ma appartengono a
un’unica cultura: ricordiamo i cosacchi e tanti scrittori che noi consideriamo
russi, ma che in effetti erano ucraini.
Tuttavia, la nazionalità non è un fatto oggettivo, ma una scelta, una coscienza,
e quindi dobbiamo ritenere che l’Ucraina sia una nazione diversa da quella dei
russi, perché tale è la convinzione generale che si è diffusa e affermata ai
nostri tempi.
Le difficoltà di una pace in Ucraina sono soprattutto dovute agli accesi
nazionalismi, ciascuno dei quali non sopporta di uscire sconfitto dalla guerra,
che così purtroppo continua senza che si intraveda una soluzione.