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Pubblicato da res publica : quaderni europei       maggio  2015

 

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Sesso biologico e culturale

 

 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

www.giovannidesio.it

 

 

 

 

 

 

 

 

uomo e donna si diventa

Maschi e femmine sono indicazioni biologiche naturali, dipendenti dagli organi sessuali di ciascuno; uomo e donna sono invece concetti culturali e variabili. Le femmine partoriscono, ma sono le donne che indossano collane, tacchi alti e gonne. Tuttavia, in altri tempi e luoghi, erano gli uomini a portare collane, tacchi alti e gonne. I maschi fecondano le femmine, ma un tempo gli uomini erano quelli con capelli corti e pantaloni, anche se oggi questo non è più esclusivo.

I vestiti, così come gli usi e i costumi, cambiano con il tempo e vengono appresi, ma resta comunque essenziale che uomo e donna rispecchino il proprio sesso, maschile o femminile.

Ai nostri giorni si tende a considerare normali comportamenti che non corrispondono ai dati biologici, parlando di “sesso liquido”, come si dice. Come in ogni ambito, anche nel sesso esistono anomalie, come il desiderio sessuale rivolto a persone dello stesso sesso o il cosiddetto feticismo. Il problema, a mio avviso, non è se queste siano anomalie, ma come considerarle. Un tempo, questi atteggiamenti erano criminalizzati, mentre oggi sembra giusto e ragionevole accettare tali anomalie, così come si accettano altre condizioni come la sterilità, i problemi agli organi di senso, o la ridotta mobilità. Anzi, in genere si presta particolare attenzione alle persone che ne sono affette.

Biologicamente si nasce maschi o femmine, ma si diventa uomini e donne secondo la cultura della società in cui si vive. Il costrutto sociale concretizza e realizza il fatto naturale dei sessi, come accade in ogni aspetto della vita.

 I genitori educano i figli per istinto naturale, ma i caratteri dell’educazione dipendono dalla cultura in cui si vive. Certamente, l’educazione a Sparta non è quella di oggi, e persino quella di qualche generazione fa era molto diversa dalla nostra. Secondo l’educazione ricevuta, le femmine diventano donne e i maschi uomini, secondo modelli culturali che, tuttavia, non possono disconoscere i dati biologici naturali.

Quando si dice che una persona è un “vero uomo” o una “vera donna”, ci si riferisce sempre a un certo modello di uomo o di donna, che varia nel tempo, nello spazio e anche secondo chi parla.

 

democrazia e sesso

 La democrazia proclama la parità di diritti per le minoranze, ma queste solitamente si intendono come minoranze etniche, linguistiche, o religiose. Ma non rientrano in queste categorie le differenze fra uomini e donne. Infatti, per secoli, le democrazie hanno ammesso che il padre fosse il capo della famiglia, che le donne fossero escluse dal voto e che la dote  pur appartenendo alla moglie, venisse amministrato dal marito, ritenendo la donna incapace. Analogamente, anche nelle democrazie, l’omosessualità veniva considerata una degenerazione pericolosa per la società, mentre attualmente si è affermata l’idea che si tratti di una semplice variante che comunque non danneggia la società.

È cambiata la concezione che si aveva un tempo della donna e dell’omosessualità, e questo non ha molto a che fare con la democrazia. A riprova di ciò, nel mondo antico la democrazia, come la intendiamo noi, era di fatto sconosciuta, ma spesso l’omosessualità era accettata e persino praticata da grandi pensatori e imperatori.

È vero però che la nostra Costituzione, come tutte quelle moderne, proclama la parità tra uomo e donna, ma questo non significa necessariamente che non possano avere funzioni e ruoli diversi. Certamente non si può fare discriminazione di sesso quando si tratta di cariche politiche, amministrative o dirigenziali, ma nell’ambito della coppia e della famiglia, madre e padre possono davvero essere ruoli intercambiabili? Io non lo credo, e d’altra parte tutti rilevano che le differenze nella realtà esistono e credo che esisteranno sempre: uomini e donne sono diversi per fisico e psicologia.

Direi che un tempo le differenze erano enfatizzate e ora sono sottovalutate, ma esse esistono comunque e non possono essere cancellate da una norma. D’altra parte, nella realtà effettiva, anche i giudici, nelle separazioni, assegnano di regola i figli alla madre, e nella consuetudine,  e ad esempio, il matrimonio ( o la convivenza)  avviene anche se solo l’uomo ha un lavoro, ma non viceversa. I ruoli persistono sempre, malgrado le teorie astratte che li negano.

Mi pare che il femminismo, o meglio un certo femminismo, non se ne renda conto e veda le differenze sessuali come un fatto puramente accidentale, quasi come se fossero paragonabili al colore dei capelli. Dicono che un giorno (ignoto, chissà quando) non ci saranno più differenze tra uomo e donna, mentre io penso che ci saranno sempre, perché corrispondono alla loro natura propria: nella specie umana esiste un marcato dimorfismo tra i due sessi.

Infatti, malgrado le teorie che lo negano, anche nel nostro mondo di oggi esistono delle differenze fra uomini e donne, di cui possiamo fare qualche esempio.

 

uomo e donna

In passato, il matrimonio era deciso soprattutto dalle famiglie, basato sulla dote e sul posto sociale, senza badare all’età o alla reciproca attrazione (amore, diciamo). Nel migliore dei casi si soppesavano anche attentamente le doti morali, soprattutto della donna. Attualmente, invece, il protocollo sociale vuole che la scelta sia fatta dai giovani stessi. Tuttavia, è l’uomo che deve chiedere l’amore e la donna che acconsente o meno. Questo almeno formalmente, perché poi si dice che è la donna che sceglie chi la sceglierà, e mi pare che sia vero.

Da qui nasce anche il fatto che l’invito a “uscire” per la prima volta debba partire dall’uomo, che di conseguenza poi offrirà pure (certo, non si dividerà il conto a metà). Inoltre, ho sempre visto ragazzi guidare moto con le ragazze sul sedile posteriore, ma mai il contrario.

Secondo natura, è la donna che seduce l’uomo con le sue forme, il sorriso, il pianto e le moine, e all’uomo è difficile resistere. Così, una donna bisognosa di aiuto attrae irresistibilmente l’uomo, ma l’uomo che piace alle donne è quello che mostra forza e determinazione.

 Una donna che piange (o finge di piangere) è irresistibile, ma un uomo che piange fa ridere

Io credo che la donna preferisca l’uomo sicuro e deciso perché istintivamente si sente così più protetta,. L’insicurezza, la debolezza e quindi anche l’eccessiva emotività non piacciono.

Resta però il problema: cosa significa poi essere forte e determinato?

Sono concetti un po’ ambigui. La donna è istintivamente attratta dall’uomo forte perché questo le assicura protezione per sé e per i suoi piccoli. Ma appunto, cerca protezione; i maltrattamenti ne sono la negazione.

Per fortuna, nella nostra civiltà esiste il senso che una volta si chiamava cavalleria: battere le donne è cosa vile e turpe.

 Una donna, invece, può dare uno schiaffo simbolico all’uomo che le manca di rispetto mettendole le mani addosso, ma è un caso particolare.

Un tempo era normale, cioè socialmente accettato, che un marito picchiasse la moglie se questa non si comportava bene, naturalmente a suo giudizio. Poi l’idea che “la donna non si batte nemmeno con un fiore” è passata dai ceti superiori a tutta la società.

Se un tempo la donna picchiata poteva dirlo ad alta voce e il gruppo giudicava se se lo meritava, ora è difficile per una donna dirlo. Dovrebbe prendere drastici provvedimenti, rompere il rapporto, e questo non sempre le è possibile materialmente, o magari non vuole. Quindi preferisce tacere e comunque il gruppo cerca di riconciliare i coniugi, con il marito che si dice pentito. Insomma, un tempo la donna picchiata chiedeva scusa, ora lo chiede il marito.

Il problema forse è connesso anche con il machismo: per macho si intende un uomo che soddisfa sessualmente le donne. Poiché nella sessualità vi è una certa componente di violenza, accade che si consideri macho l’uomo rozzo e un po’ violento. La letteratura è piena di donne che, scontente dei mariti troppo gentili e comprensivi, sono attratte da uomini rozzi e prepotenti. Il problema è che nei rapporti di coppia non si tratta solo di sesso, ma di tante altre cose, per cui ragazze attratte dai macho poi, diventate donne mature nella vita di coppia, se ne pentono: in fondo, è spesso la parabola delle donne maltrattate.

 

sessualità e lesina

Per l’uomo, il desiderio e la capacità (potenza) sessuale sono un vanto; per le donne, invece, viene apprezzata una certa moderazione: non deve essere frigida, ma l’eccesso di desiderio (ninfomania) non piace. Diciamo che si tratta pure di un fatto fisiologico: il maschio ha bisogno di liberarsi del seme che produce secondo un suo ritmo che cambia da soggetto a soggetto, mentre la donna non ha questo bisogno fisiologico e può fare a meno di rapporti sessuali anche per lungo tempo. Da qui nasce anche una diversa valutazione dell’etica sessuale, che è più rigida per quella femminile. In passato veniva rigidamente richiesta la verginità alla sposa, ora non più. Anzi, sembra che restare vergine dopo una certa età, che si abbassa sempre di più, sia una vergogna.

Io direi che per puttana (prostituta) si intendono due categorie opposte di donne: quelle che fanno sesso solo per denaro, senza piacere, e quelle che lo fanno solo per piacere. Per donna onesta, invece, si intende una donna che lo fa per amore o comunque per una scelta di vita: in questo caso, però, la donna deve pure assicurarsi che ci siano i mezzi per sostenere una famiglia; due cuori e una capanna non bastano. L’uomo, poi, preferisce una donna facile per una semplice avventura, ma vuole per compagna una donna riservata, difficile, perché dà più garanzie di fedeltà.

 

Una cosa che è cambiata molto nel nostro tempo rispetto al passato è la propensione a spendere. Un tempo, quando la povertà era generalizzata, una delle doti più apprezzate nelle donne era la capacità di spendere con oculatezza; le buone mogli erano campionesse della parsimonia. Il marito consegnava tutto il suo salario alla moglie, che gli lasciava una piccola parte per le spese personali (insomma, una paghetta), e poi era lei ad amministrare ogni cosa.

Come in questo caso, nel passato, se il padrone di casa era considerato l’uomo, tuttavia quella che effettivamente comandava era la moglie.