Pubblicato   da     www.cronologia.it  giugno   2007.                        HOME          

 

LA CINA ALLA CONQUSTA DEI MAR

I VIAGGI  DI  ZHENG  HE

Giovanni De Sio Cesari

 

Indice introduzione. momento storico . i protagonisti - i viaggi -  fine delle imprese - Cinesi ed Europei - Conclusione - scoperta dell'America

 INTRODUZIONE

 

Nella prima metà del XV secolo, quasi un secolo prima delle scoperte geografiche europee, una grande flotta cinese  veleggiò per trenta anni nei mari, dalla Cina fino all’Africa orientale, stabilendo una sorta di egemonia cinese in quei mari. Ma nel 1434  la corte cinese prese la storica decisione di non continuare  più tali spedizioni navali, anzi fu proprio proibito di costruire navi adatte ad affrontare grandi viaggi  oceanici. La Cina, quindi, si rinchiuse nel proprio ambito territoriale tornando al proprio tradizionale e orgoglioso  isolamento. Intanto gli europei scoprivano il resto del mondo non conosciuto alle civiltà, colonizzavano immensi territori, creavano giganteschi imperi coloniali. Solo alla fine del ‘800 i Cinesi   dovettero accettare la dolorosa e sconvolgente  verità che non erano più il centro del mondo, come avevano sempre  creduto, fermamente, da migliaia di anni,  

 Ma che  cosa  sarebbe successo se invece alla corte  cinese fosse  prevalsa  la decisione di insistere nelle spedizioni marittime? Forse il posto degli occidentali sarebbe stato preso dai Cinesi   e avrebbero essi colonizzato il resto del mondo, in america si parlerebbe il cinese e  il cinese, e non l’inglese, sarebbe divenuta la lingua internazionale .  

Ovviante non possiamo sapere quale sarebbe stata  la catena degli  eventi storici se i Cinesi   avessero continuato  nelle loro spedizioni marittime: tuttavia in questo lavoro ci riproponiamo di  esaminare l’impresa marittima cinese per esaminarne i caratteri e confrontarla con le esplorazioni europee che unirono il mondo per la prima volta  circa un secolo dopo

 

 

IL MOMENTO STORICO

 

Nella prima meta del ‘200 la Cina aveva subito la devastante  invasione mongola guidata da Gengis Kan. la cui famiglia divenne in seguito la dinastia imperiale cinese  conosciuta con il nome  di Yuan (1279-1368). Ad essa apparteneva quel Kubilai khan, nipote di Gengis khan, della cui magnificenza raccontava stupito  Marco Polo. In realtà era pur sempre una dinastia straniera contornata da barbari stranieri  sia pure civilizzati.  Nella seconda meta del 1300  la dinasta mongola  fu rovesciata e sostituita con quella dei Ming  ( 1368- 1644) e iniziò il periodo di maggiore  splendore della civiltà cinese.

 In Cina si ebbe quindi un periodo che può essere paragonato al Rinascimento europeo che, per un caso, si manifestava quasi nello stesso tempo. Si tornò alla antica filosofia confuciana che era   una sorta di religione laica dello stato, fiorirono le scuole filosofiche dei “Principi Universali"e quella dello "Spirito Universale". si  affermarono le arti e la poesia.  In realtà quando parliamo di civiltà cinese ci riferiamo soprattutto a questo periodo

La Cina consolidò le sue frontiere allargando il suo dominio per  controllare quelle terre da cui potevano eventualmente  scaturire altre invasioni. si inviarono anche ambascerie in terre lontane  come il Tibet,la Persia l’India per poter mantenere rapporti diplomatici e politici

 In questo quadro si situa una serie di spedizioni marittime  durate trenta anni, dal 1405 al 1434,  in quello che noi chiamiamo Oceano Indiano  e che per i Cinesi   era l’Oceano Occidentale: una grandiosa  flotta, grande quanto nessuno aveva mai visto e nessuno ancora vedrà fino a tempi recentissimi, solcò quei mari al  comando dell’ammiraglio cinese  Zheng He portando il nome, la civiltà, e la potenza cinese in terre lontane.

 

 

I PROTAGONISTI

 

Zheng He nacque nello Yenan, in a una etnia , probabilmente quella degli  Hui, di religione mussulmana che, pur facendo parte dell’imperò cinese, non era quella largamente maggioritaria gli Han che noi occidentali chiamiamo propriamente “cinese”. Il suo nome originario era Ma Ho: “Ma” è la versione cinese di Maometto ,in arabo fu  conosciuto come Hajji Mahmud. fu anche chiamato  Ma Sanbao (grandi risorse).  Fu compagno di infanzia e poi consigliere del principe , Zhu Di, che inseguito a complesse lotte dinastiche divenne  imperatore  con il nome Yongle e  fu uno dei piu gradi sovrani della storia cinse  

 Yongle assegnò a Ma ho il nome onorifico  di “Zheng “ che fu quindi conosciuto  dalla storia con il nome Zheng He , lo nominò Grande Eunuco  (una specie di sovrintendente alla casa imperiale) ) e quindi gli affidò il comando della grandiosa flotta che si andava costruendo per percorrere i mari

Dal 1405 fino  1433 Zheng He percorse i mari in sette lunghi viaggi e mori durate il ritorno dal settimo  viaggio nel 1433 e seppellito in mare. In suo onore fu eretto un monumento funebre in Nanchino che è stato recentemente ricostruito: costituito da sette scalini in pietra  che simboleggiano i suoi sette viaggi, reca l’iscrizione in arabo “ Allah Akbar (Allah è grande)

 A Zheng He si affiancò dal terzo  viaggio, nel 1413, Ma Huan, altro musulmano di una etnia islamica compresa nell’imperò. buon conoscitore anche dell’arabo, appreso forse dai  mercanti musulmani con cui era stato in rapporto, Questi  redasse una serie di descrizione molto particolareggiata dei luoghi visitati indicando per ciascuno di essi ordinamenti, usi, costumi, prodotti, mercanzie e tutto ciò che gli sembrava comunque  notevole. In tutto furono redatti  20 capitoli ognuno dei quali dedicato  a una delle località visitate: la trattazione è sistematica, comincia dall’est con Champa ( Viet nam) per  terminare con La Mecca, nell’estremo occidente   La sua opera  è stata per secoli la principale fonte di conoscenza dei Cinesi   per il mondo esterno, fino all’arrivo degli europei nell’800. Del suo libro è stato redatto in tempi recenti  una edizione critica e annotata  da studiosi Cinesi    e quindi è stata pubblicata una traduzione inglese, recentemente ristampata,  alla quale rimandiamo i lettori eventualmente interessati:

 “ Ying-yai Sheng-lan, The Overall Survey of the Ocean's Shores 1433 by Ma Huan, translated by  J.V.G.Mills , with foreword and preface, Hakluyt Society, London 1970; reprinted by the White Lotus Press, Bangkok 1997.”

 

Potrebbe essere paragonata al Milione di Marco Polo: ma si tratta di cosa molto diversa in quanto, mentre il Milione è opera di un singolo oscuro, viaggiatore incontrollata e incontrollabile, tanto che non pochi dubitano  del fatto stesso che Marco Polo sia stato veramente in Cina,  il libro di Ma Huan invece è una relazione ufficiale  per  la corte imperiale nata da viaggi certamente  effettuati e riporta notizie controllabili da tutte le migliaia  di persone che vi avevano preso parte

 

 

I VIAGGI

 

Le flotte  che compirono erano imponenti ogni nostra immaginazione. Le navi erano centinaia, gli uomini imbarcati fra venti e i trenta mila. Vi erano navi che portavano mercanzia preziose come porcellane e sete,  altre  portavano rifornimenti di cibo e acqua, alcune erano enormi con novi alberi,altre agili e veloci  per i servizi

 Erano delle giunche, tipiche navi Cinesi   fatte con legno di bambu leggero e resistente. Le immense vele  erano issate con grandi argani, si usavano carte piuttosto sommarie nelle quali si vedeva il profilo delle terre, si faceva il punto nave con la bussola  facendo riferimento alle stelle con l’aiuto di carte apposite. La velocità era  misurata da galleggianti ai lati  delle navi, il tempo dal  bruciare di  stecche di incenso di misura  preventivata. .

La velocità di una flotta cosi imponente  era molto bassa, 4 o 5 nodi

 Vi erano imbarcati fino a  trenta mila persone fra  marinai, soldati, commercianti , funzionari dello stato.

 Si trattava quindi di una grande  spedizione militare e civile, non adatta alle esplorazioni di terre nuove. Infatti essi si limitarono a seguire le rotte gia note ai naviganti Cinesi    Costeggiarono l’Indocina, la Malacca quindi si diressero nell’oceano indiano (Oceano occidentale per i Cinesi  ) arrivando in India, in Arabia e quindi nell’Africa orientale

Dovunque attraccavano si consideravano i messaggeri del    grande imperatore e pretendevano l’ossequio e i  tributi dei governanti locali. Qualcuno  considerato un po troppo riottoso  fu addirittura arrestato  e portato in Cina: cosi avvenne a un principe  di Sumatra e a uno dello Sri Lanka

Si intrecciarono anche commerci con i locali. Tuttavia i regali vennero considerati come tributi per l’imperatore da parte di vassalli: in particolar ebbero molto successo  nella corte imperiale  animali esotici come le giraffe e le zebre mai conosciuti prima in Cina : furono eseguiti dipinti dagli artisti di corte che sono giunti fino a noi 

 

Vediamo in particolare gli itinerari dei sette viaggi

 

Il primo viaggio iniziò  nel 1405: la spedizione visitò Champa in Vietn-am. la Malacca, Giava, Aceh in Sumatra, lo Sri Lanka, in india toccò Calcutta e Quilon nel Kerala  

 La seconda spedizione fra il 1407 1 il 1409 segui piu o meno lo stesso itinerario della prima visitando  la Thailandia, Giava Sumatra e il Kerala in india.  

Nella terza spedizione nel  1411 si aggiunse anche  Ma Huan :gli itinerari furono simili ai precedenti: si toccò  il Viet nam , Giava , Malacca, Sumatra, Ceylon, e in india Quilon, Cochin e Calcutta . In questa spedizione furono arrestati e condotti in Cina prigionieri  principi di Sumatra e di Ceylon che non volevano riconoscere la alta sovranità cinese.

Il quarto viaggio inizito nel 1413 si diresse invece vero mete più lontane:  costeggiò i mari del Medio Oriente,il Golfo Persico, Ormuz, Aden e si  inoltro anche nel Mar Rosso. Gli abitanti furono molto impressionati dalla grandezza delle flotte Cinesi   e inviarono all’imperatore ambascerie e doni

Il quinto viaggio. iniziato nel 1417 raggiunse le coste dell’africa orientale vistando Mogadicio, Mombasa  e Zanzibar

Il sesto viaggio iniziato nel 1421 raggiunse anche l’africa occidentale ripercorrendo le  stesse rotte del precedente 

Il settimo viaggio parti dopo la morte dell’imperatore Yongle, nel 1431:  raggiunse Calcutta: quindi una parte della flotta si fermò con Zheng he e un’altra parte invece prosegui per  il Golfo Persico e il Mar Rosso. e l’africa: alcuni raggiunsero anche la Mecca con  Ma Huan che  potè quindi fare il suo  pellegrinaggio rituale. Durante il ritorno Zheng  He, all’eta di 60 anni , morì  e fu  seppellito in mare

 

FINE DELLE  IMPRESE

 

 L’impresa si arresto  bruscamente . Morto  Yongle,   il nuovo imperatore  Hung Hsi , nel 1433  ordino la fine dei viaggi. che non furono più ripresi Si dispose  anzi che non si costruissero piu navi tanto grandi  da poter sfidare l’oceano

Per questa decisone che sembra sorprendente  possiamo considerare due cause fondamentali, una più contingente di carattere economico e una più generale attinente in generale  alla cultura e alla politica della Cina

Dal punto di vista economico l’impresa apparve fallimentare. Le immense spese  necessarie a muovere una flotta di tali dimensioni  non potevano certo essere ricompensate da qualche utile nel commercio che pure ci fu, specie poi se consideriamo il breve periodo  

 La causa più generale però era nella mentalità  propria della Cina. I Cinesi   erano convinti che nulla di veramente importante e utile si potesse trovare al di fuori dell’imperò che non potesse esser fatto meglio nell’ambito dell’impero stesso. La Cina è circondata infatti da terre inospitali da cui periodicamente  vengono fuori  popoli  nomadi o seminomadi (i barbari) che si lanciano contro  l’impero mettendone in pericolo la stabilità e la prosperità. L’idea quindi comune dei Cinesi   era che essi costituivano non UNA  delle civiltà ma propriamente LA civiltà avendo anche scarsa consapevolezza e considerazione  delle  altre civiltà che pure fiorivano in altre parti dl mondo ( Europa,India, Medio-Oriente. 

Da questo punto di vista  non si vedeva quindi la utilità di continuare una impresa cosi costosa : anche se si fosse riusciti  a stabilire il proprio predominio nell’ Oceano  Occidentale, non si vedeva quale utile poteva poi venirne alla  Cina. Molto più opportuno concentrarsi nella difesa dei confini terrestri ad est e a nord da cui potevano scaturire le  invasioni barbariche. e pattugliare i mari presso le coste per difendere   i trasporti dai pirati che avevano base in Giappone. Le imprese di Zheng He  costituirono una eccezione mai più ripetuta, una anomalia della politica cinese che nella sua millenaria storia non si è mai spinta molto al di fuori dei suoi confini e soprattutto non ha mai tentato di espandesi di la dei suoi mari : non se ne ravvisava  la utilità,  il senso

 

CINESI   ED  EUROPEI

 

Grandi differenza  intercorrono  fra le spedizioni Cinesi   e quelle degli navigatori europei di alcuni decenni dopo

Quando nel 1498 Vasco de Gama con  i suoi vascelli apparve nell’oceano indiano non pochi di quegli abitanti pensarono che i Cinesi   fossero tornati. Ma in realtà si trattava  di qualcosa di molto diverso

Le motivazioni innanzi tutto erano molto diverse. I portoghesi, piccola nazione periferica dell’Europa non pretendevano certo, come i Cinesi  , di essere il centro del mondo e le loro intenzione erano di commerciare e non di crearsi un impero. Esclusi dal mediterraneo in cui da sempre passavano i commerci i Portoghesi sognavano di commerciare   circumnavigando l’africa,  raggiungendo direttamente l’Oriente,  evitando quindi la intermediazione araba. Non volevano territori da governare ma basi navali, empori ,cosi come avevano le repubbliche marinare italiane in Medio-Oriente. Per questo Enrico il navigatore fece ogni sforzo e alla fine  i Portoghesi riuscirono realmente a raggiungere direttamente l’Oriente. I Cinesi   invece non avevano alcuna intenzione di aprire nuove strade  non conosciute. Non si diressero infatti verso il mare che avevano   di fronte, l’Oceano  Pacifico   perchè non vedevano nessuna utilità nell’esplorare quelle  terre barbare e primitive Seguirono invece le rotte gia conosciute, non scoprirono alcuna  terra non nota alla civiltà  gia prima

Per i Cinesi   poi il motivo dei commerci, fondamentale per i Portoghesi,  era abbastanza secondario rispetto a quello di stabilire un supremazia politica nell’ Oceano Occidentale

Le navi portoghesi erano piccoli vascelli: ci meravigliamo quando ne vediamo le ricostruzioni come navi cosi piccole potessero sfidare gli oceani;,potevano misurare intorno ai 30 o 40 metri di lunghezza mentre l’ammiraglia di Zheng He ne misurava  140. La flotta cinese era una specie di città galleggiante,  poderosa ma incapace di percorrere le immense distanze come le  piccole navi  europee.

I Portoghesi  però, come i Cinesi  , furono alla fine delusi dai risultati economici.  E’ vero che riuscirono a portare in Europa mercanzie orientali  a prezzi concorrenziali rispetto a quelle  delle marinerie del mediterraneo: tuttavia le spese per sostenere  le flotte su distanze cosi enormi e per condurre  difficili guerre per  debellare la concorrenza araba  finirono con il sorpassare gli utili stessi  anche se si tiene presente che poi un maggiore afflusso di merci finiva con farne diminuire il prezzo. L’impero portoghese, infatti, in realtà non portò benefici duraturi al Portogallo anzi in qualche modo contributi alla sua decadenza

D’altra parte le scoperte geografiche non portarono grandi vantaggi economici a nessuna nazione, almeno nel breve periodo. Solo un caso fortuito fece per qualche tempo ricca la Spagna: infatti in America si trovarono quei metalli, oro e argento, che in Europa venivano usati come moneta di scambio per la loro rarità : ma in America essi erano molto più comuni e non usati per la monetazione. Per  questo i Conquistadores e la Spagna si arricchirono ma era pure ricchezza   momentanea  in quanto solamente monetaria e svanì presto lasciando la Spagna più povera di prima

Le nazioni europee in seguito alle esplorazioni conquistarono immensi territori,  soprattutto nelle Americhe. Tuttavia si trattava di territori  abitati  da popoli piuttosto primitivi: anche le civiltà amerinde del Perù e del Messico, per quanto evolute, erano tuttavia  indietro di millenni rispetto all’Europa.

 La formazione di imperi coloniali fu anche esso un imprevisto  per l’Europa: solo nell’800 invece le potenze europee si mossero proprio per crearsi imperi coloniali, anche in paesi di antiche civiltà come quelli islamici e indiani e infine anche nella stessa Cina che comunque non riuscirono mai a conquistare .

 La spedizione cinese di Zheng He aveva invece proprio per scopo principale di stabilire  la egemonia su tutti i popoli .

D’altra parte le esplorazioni europee furono essenzialmente opere di privati,spesso stranieri  Lo stato si limitava a patrocinarle, ad autorizzarle, qualche  volta a finanziarle: ma quelli che si muovevano erano soprattutto dei privati mossi dall’ansia di arricchirsi o  comunque del successo personale. Solo in un secondo tempo gli stati intervenivano direttamente. Ad esempio, fino alla seconda meta dell’800,  i domini inglesi in India appartenevano a un ente privato ,la Compagnia britannica  delle indie e non alla corona. I viaggi Cinesi   invece erano propriamente una espressione dello stato, guidati da un fiduciario personale dell’imperatore, organizzata da funzionari dello stato e tutto  a spese comunque dello stato: i mercanti si aggregarono, ma solo in funzione secondaria.

 

CONCLUSIONE

 

In conclusione ci pare  priva di fondamento l’idea che le imprese di Zheng He, anche se fossero state continuate, avrebbero portato la Cina al predominio nei mari e quindi sulle terre in tutto il mondo: l’dea di conquistare il resto del mondo era del tutto fuori della cultura cinese perché per essa  il resto del modo era senza valore. Solo nell’800 i Cinesi   si accorsero, con stupito dolore, che  gli europei non erano i soliti barbari incivili come tanti precedentemente nella millenaria storia della Cina  

Tuttavia bisogna considerare pure che se i Cinesi avessero mantenuto la loro egemonia nell’Oceano Indiano i Portoghesi si sarebbero trovati   di fronte a una grande potenza e non avrebbero potuto cosi facilmente  istaurare un loro predominio in quei mari

 

 

 

 

NOTA SULLA SCOPERTA CINESE   DELL’AMERICA

 

Un  ex ufficiale di marina americano,Gavin Menzies, ha nel 2002 sostenuto in articoli vari e in un libro  dal tiololo," 1421: The Year China Discovered the World " che Zheng He  avrebbe anche raggiunto e esplorato  l’America: si ipotizza pure che una carta di Zeng He sia arrivata,  a mezzo di mercanti italiani, fino a  Portoghesi che si sarebbero basati quindi su queste notizie per i propri viaggi. La affermazione si basa su un mappamondo cinese ritenuto dell’ epoca do Zheng He nel quale appare anche il disegno delle coste americane . La tesi  non solo non ha alcun  fondamento ma appare assolutamente assurda ed è stata  rigettata da tutti gli esperti, sia europei che Cinesi  , ed è veramente  sorprendente che abbia ricevuta tanta attenzione. Innanzitutto  il mappamondo è una evidente copia cinese del 700 di una carta europea: appare addirittura la dicitura “america” che secondo l’autore sarebbe stata aggiunta in seguito. Appaiono chiaramente i contorni di tutto il continente americano cosa assolutamente inconcepibile anche se Zheng He avesse veramente, come ipotizza il fantasioso autore, oltrepassato il Capo di Buona Speranza e raggiunto in qualche punto il continente americano. D’altra parte, come abbiamo visto,un resoconto  di tutte le terre visitate fu redatto da  Ma Huan  e non si vede perchè questi avrebbe dovuto tacere di una scoperta cosi importante. A parte tutto però la scoperta dell’america contraddicerebbe  proprio il senso dei viaggi di Zheng He: come abbiamo visto i Cinesi   non intendevano affatto scoprire nuove terre ma stabilire una egemonia sulle terre gia conosciute: se avessero voluto scoprire nuove terre non si sarebbero dirette verso occidente ma ad est inoltrandosi nell’Oceano  Pacifico: in questo caso di terre ne avrebbero scoperte tante e avrebbero prima o dopo raggiunto  anche le Americhe. Ma come abbiamo visto, i Cinesi   non erano interessati al mondo al di la della Cina  che, secondo la loro  concezione, non poteva avere nulla di interessante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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