IL GIOCO SOCIALE

Il gioco ha una parte fondamentale nella  vita di un fanciullo. Per gioco, come è stato autorevolmente e giustamente affermato, noi possiamo intendere la attività complessiva del fanciullo. Abbiamo giochi quanto mai vari e mutevoli, dal battere delle mani del neonato agli scacchi: a noi interessa e il gioco sociale In esso si manifesta più spontaneamente la socialità  e la personalità infantile meglio che in nessuna altra attività. 

Il gioco sociale nasce verso i sei anni. Già molto prima i bambini giocavano insieme ma giocavano propriamente "l'uno accanto all'altro" che in vera comunità. Il  compagno era per ciascuno una pedina del proprio gioco. Dopo i sei anni invece il sentimento sociale si fa avanti e abbiamo il riconoscimento della personalità altrui .

Il gioco sociale può essere diviso in due fasi i cui limiti cronologici possiamo indicativamente fissare da sei ai nove anni la prima fase,dai nove ai tredici e anche oltre la seconda: nella prima fase sono prevalenti i giochi  competitivi  nei quali cioè vi sia qualche idea di gara. Abbiamo cosi partite di pallone,giochi di carta, di palline.di figurine. corse e altri giochi di di forza e destrezza. Tutti questi giochi hanno la caratteristica di essere retti da regole ferree.Le regole infatti sono per i fanciulli qualche cosa di dato ,di "divino" che non possono essere mutate o infrante nemmeno nemmeno se tutti i giocatori sono d'accordo.Non concepisce, cioè, la regola come qualcosa di convenuto fra i giocatori e quindi che può essere in ogni momento mutato se si raggiunge l'accordo. Guai a quel fanciullo che infrange una regola: è come scomunicato! Dice Chateau che il gioco è come la messa e chi ha giocato ha giurato. Il senso del sacro insito nel gioco è una manifestazione della vita infantile che colpisce: in caso di contestazione delle regole il fanciullo non crede mai alla buona fede degli altri ma pensa sempre all'imbroglio. Per questo motivo spesso i giochi si fermano per una sciocchezza. Dalla assolutezza della regole discende una altro principio: I giochi non vengono mai inventati dai giocatori, si trasmettono da generazione a generazione e  vengono inventate dagli adulti. Nemmeno le modifiche delle regole viene mai operata dai piccoli ma avvengono ad opera degli adulti o almeno degli adolescenti. Il bambino adora le regole fisse di cui in genere l'adulto è il depositario. Ha bisogno di esse per ordinarsi interiormente. Va però precisato che, malgrado tutto, i fanciulli facilmente  trasgrediscono le regole . Essi infatti vorrebbero rispttarle  ma vorrebbero anche e a ogni costo vincere.Talvolta essi credono di poter vincere trasgredendo le regole ma quando sarà chiaro che questo è impossibile avremo un rispetto assoluto per la osservanza della regola. Dopo i nove anni pur continuando i giochi competitivi e di regole appare un'altra forma di gioco: i fanciulli immaginano di essere  personaggi tratti dai film o da letture,di trovarsi in ambienti esotici,diversi dal proprio e di correre meravigliose avventure: generalmente essi si ispirano alle avventure  di moda del momento: intrecciano così fantastici poemi epici. Spesso questo gioco ha come oggetto principale la guerra. I  ragazzi  si dividono in due gruppi avversari immaginando di essere indiani e cow-boys,conquistadores e pirati,esploratori e guerrieri indigeni, soldati tedeschi e alleati e si combattono come hanno visto fare al cinema o nei fumetti. Il valore sociale di questo gioco è importantissimo anche se talvolta questo tipo di gioco è pressocchè  ignorato da molti autori. Infatti qui si manifesta la in pieno la nascente personalità sociale del fanciullo. Il soggetto della guerra non deve preoccupare. Non vi è in questi giochi nessuno invito alla violenza anzi se i naturali "istinti guerrieri", il piacere del rischio hanno sfogo in questo modo innocente  più difficilmente daranno adito a a brutte sorprese dopo i quattordici ani. Anche la guerra può essere vista attraverso gli occhi dell'infanzia come una cosa nobile e bella. E nella guerra i fanciulli possono immaginare gli atti di eroismo puro e disinteressato dei quali questi giochi sono massimamente intessuti. Potremmo definire questo come il "grande gioco" per l'ampiezza e complessità delle situazioni che i ragazzi riescono a immaginare  e soprattutto per la complessità dei ruoli sociali che si vengono a delineare. 

Questo tipo di che gioco è   quasi esclusivamente per i maschi :  infatti proprio nell'età nella quale essi  cominciano a manifestarsi  l'interesse delle bambine per il gioco va scemando: a nove o dieci anni le bambine quasi non giocano più. I loro giochi si riducono quasi esclusivamente a quelle delle bambole .Cuce vestine,abbiglia e cura e svolge tante attività che vede compiere delle madri: non si tratta quindi nemmeno di veri e propri giochi ma di attività propriamente femminili  nelle quali le bimbe vanno a impratichirsi.

Abbiamo cercato di delineare alcune caratteristiche proprie del gioco sociale. Per quanto riguarda i ruoli assunti dai vari fanciulli i rapporti fra gruppi  e il singolo e fra i vari esponenti ci richiamiamo a quanto già detto a proposito  del gruppo sociale