UNA RIFLESSIONE AL GIORNO

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 8 ottobre 2004

Carità e rivoluzione.

Negli anni nei quali si pensava seriamente alla rivoluzione comunista si sostenne che le opere caritative ( fatte in genere da cattolici ) erano oggettivamente antirivoluzionarie. Il singolo operatore magari era in buona fede ( lo si ammetteva ) ma le organizzazioni erano  funzionali  al dominio della borghesia perché spezzavano i momenti più acuti di crisi, presentavano un volto “buono” della borghesia e quindi potevano essere  più pericolose ed efficaci delle repressioni aperte della polizia  e dall’esercito.

 Lo stesso discorso può essere fatta da fondamentalisti islamici a proposito di operatori come le due Simone. Innanzi tutto sono donne emancipate che si comportano   in stridente contrasto con il modello proposto dall’islam  (secondo la loro visione) . Fanno del bene e dimostrano che l’Occidente non è poi tutto cattivo. Sono senza altro persone democratiche e quindi dimostrano che la democrazia non è in mostro che partorisce solo mali. Se sono anche religiose allora vuol dire che anche il Cristianesimo non è poi nemico dell’islam. La loro stessa presenza è una oggettiva propaganda dei valori occidentali. E’ facile convincere la gente irachena a combattere  i soldati americani che bombardano e torturano ma come convincerli che i valori che esse comunque  rappresentano sono il male,  il nemico?  Allora esse sono una espressione del grande Satana in cui Satana significa essenzialmente la “tentazione” di seguire una via diversa da quella indicata da Allah. e consegnato una volta per tutte al Profeta.

 

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