UNA RIFLESSIONE AL GIORNO

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16 giugno 2004

 LA VUOTA APPARENZA

 

Sotto l’impero del grande Qublai Kan  della dinastia Yuan  in un palazzo di X'ian  vi era una piccola cella nella quale un uomo sopravviveva con mente ed occhio spenti che era pietà grande a vedersi. Si era chiamato CHU HSI e non era stato sempre cosi

 CHU HSI era stato forte, alto coraggioso bello.  Uomo di non grandi natali era diventato governatore di provincia avendo superato tutti gli imperiali esami

Tutta la provincia lodava la sua saggezza:  aveva uno splendido palazzo pieno di servi devoti, una moglie principale e tre secondarie che lo amavano teneramente e gareggiavano nelle nobili arti del Kamasutra per compiacerlo, sette  figli virtuosi e ubbidienti, ed era felice.

Un giorno incontro  un uomo di nome TAI CHEN  vestito di ruvide vesti gialle che gli disse : il mio maestro, Siddhattha Gautama, detto il Budda mi ha rivelato che tutto è vanità, tutto è “ non-permanenza” ,tutto apparenza. tutto è una maschera vuota.”

CHU HSI allora cominciò a meditare:” Ecco – pensò- la ricchezza è vanità, apparenza, maschera vuota” E  mando via i suoi servi. Essi allora rimasero per la strada in grande miseria e imprecavano  forte contro  il loro ex padrone.

CHU HSI allora meditò ancora::” Ecco – pensò- l’amore  è vanità, apparenza,  maschera vuota” E non curò piu le sue mogli. E queste dissero cose che la decenza mi impedisce di riferire.

CHU HSI allora meditò ancora::” Ecco – pensò- anche la continuità data dai figli   è vanità, apparenza, maschera vuota” E non si occupò più dei suoi figli che persero ogni filiale rispetto e cominciarono a complottare per accaparrarsi l’eredità

CHU HSI allora meditò ancora:” Ecco – pensò- lo Stato   è vanità, apparenza, maschera vuota ” E non si occupo più degli affari di stato. E la provincia piombò nel disordine e nell’anarchia e tutti invocarono le maledizioni divine contro di lui

CHU HSI allora meditò ancora: ” Ecco – pensò- anche la conoscenza  dei  “li” e dei   “ch'i”    è vanità, apparenza, maschera vuota anzi ogni pensiero è vanità, apparenza perché vuole mettere la maschera alla realtà”. E lasciò cadere ogni pensiero

E di fronte a lui si aprirono le porte del Nirvana che lo inghiottirono nel nulla eterno. E allora vennero due inservienti e lo portarono via. E da allora egli giace immobile nelle sua misera cella