Pubblicato in Italianotizie  il 04  /06 /17   Home  

 

Taiwan, verso la legittimazione dei matrimoni gay

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni De Sio Cesari )

 

 

 

 

La corte costituzionale di Taiwan, esaminando alcuni ricorsi, ha sentenziato la legittimità delle nozze gay: se entro due anni il parlamento non approverà una legge in tal senso i matrimoni fra persone  dello stesso sesso diventeranno automaticamente validi. La decisione è stata presa  dai 15 giudici ,con 8 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astenuti. Nella motivazione la corte scrive:” La necessità, la capacità, la disponibilità e il desiderio, sia sotto gli aspetti fisici e psicologici, di creare un'unione permanente e di natura esclusiva sono ugualmente essenziali sia tra gli omosessuali sia tra gli eterosessuali, in base alla importanza della libertà di matrimonio fino allo sviluppo della personalità e alla tutela della dignità umana»

La sentenza accellera  un processo già in atto da vari anni, sostenuto anche dalla attuale premier  Tsai Ing-wen, prima donna a ricoprire tale carica, processo che però stentava a trovare una sbocco positivo. 

 La tradizione cinese e. quindi di tutto l’Estremo Oriente che da essa dipende, ha sempre condannato decisamente  ogni attività omosessuale anche se il rigore  puo essere cambiato  a secondo del contesto, arrivando in qualche caso  anche a una tolleranza di fatto

Ad esempio nel XV secolo l’imperatore Yongle, il fondatore della Citta Proibita tuttora esistente, fece condannare a morte un gran numero delle donne del suo harem con l’accusa di pratiche omossessuali. In verità si pensa che probabilmente Yongle era mosso anche oscuri motivi politici, forse una congiura:  pratiche del genere dovevano essere piuttosto comune in un harem formato da migliaia di donne, la maggior parte delle  quali   non aveva mai avuto, nemmeno una sola volta, rapporti con l’imperatore

Alla caduta dell’impero si ebbe una certa liberalizzazione di fatto ma la Rivoluzione Comunista  fu implacabile verso le manifestazioni omosessuali: Infatti si ritenne che la omosessualità,  come in genere tutte le attività sessuali non regolarizzate dal matrimonio, fossero una espressione di decadenza, retaggio della  borghesia o del passato feudale contro il quale  si lottava furiosamente e si arrivo a considerare la omosessualità semplicemente come teppismo e allo stesso modo  repressa. I  parossimi della intolleranza si ebbero  ovviamente durante Rivoluzione Culturale promossa da Mao. Dopo le riforme   di  Deng Xiaoping    si ebbe una attenuazione del rigore. come in tutti i campi d’altronde. Ma tuttora nella  repubblica popolare cinese  la omosessualità non è stata riconosciuta anche se, a livello locale si è avuto una qualche riconoscimento di fatto anche delle unione gay. La costituzione cinese  fra l’altro definisce il matrimonio come unione fra uomo e donna escludendo quindi esplicitamente quello fra persone dello stesso  sesso

 Anche negli altri paesi orientali non abbiamo un riconoscimento delle unioni gay: ci sono pero movimenti  che si spingono verso questo traguardo  soprattutto  in Giappone, Corea del sud e forse Thailandia che ha una tradizione particolarmente  tollerante in fatto di sessualità

Nei paesi islamici ovviamente nemmeno a parlarne , si applicano pene severissime secondo la Sharia. Anche in India la omosessualitù è considerato grave reato e qualche anno fa la corte suprema ha respinto un ricorso sostenendo che la materia  non è di sua competenza ma spetta al potere legislativo una eventuale modifica delle  leggi esistenti. che risalgono alla epoca vittoriana della dominazione inglese

 

 

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