Pubblicato in Italianotizie 10/04/17  anche suPensiero democratico  Home  

 

I missili di Trump

 

 

Giovanni De Sio Cesari  

 

 

 

 

L’attacco missilistico a una base aerea siriana ordinata da Trump appare di difficile interpretazione e divide gli analisti Un prima interpretazione è che  ci sarebbe poco da interpretare perche sarebbe riconducibile a una decisione estemporanea, emotiva di un Trump alla  ricerca di facile consenso interno e alla mancanza di una  visione politica  del Medio Oriente Ora il consenso in effetti ci è stato  negli USA e ha rialzato almeno per il momento la popolarità di Trump piuttosto  compromessa dal primo provvedimento dal divieto di ingresso in Usa dai provenienti di alcuni  stati  (poi invero modificato in modo  piu accettabile.)

Per quanto riguarda la mancanza di una politica estera coerente il problema  che emerge con Trump è comune in tutta la storia americana divisa fra  isolazionismo e ruolo di gendarme del mondo. Il programma sintetizzato in “ america first” non è certo infatti nuovo nella storia. Già nel 1823  Il presidente Monroe enunciò la politica dell’ America agli americani  e della non intromissione negli affari politici europei (praticamente del  mondo) che è durata quasi un secolo. L’America intervenne  molto di mala voglia nella Prima Guerra Mondiale trascinata dagli eventi e dal suo presidente tanto che si ritiro subito dopo  dalla politica mondiale e perfino dalla Società delle nazioni da  essa stessa promossa. La chiusura  americana  permise l’avvento del  nazismo e forse anche del comunismo e alla  fine fu necessario prendere il peso maggiore  nella Seconda Guerra Mondiale  e in seguito nella lunga Guerra Fredda contro il comunismo mondiale Dopo il crollo del comunismo  Bush iunior  fu eletto ancora  con lo slogan “America first”  ma dopo qualche mese con l’attacco alle torri  l’America si impegnò in oltre un decennio di guerre medio orientali  che non conseguirono affatto l’obbiettivo di debellare  il jihadismo Ora Trump ancora una volta vince le elezioni con lo slogan di America first ma si impegna pure a combattere il terrorismo. Ma i due punti sono in contrasto : non si puo combattere il terrorismo islamico con solo misure di sicurezza perchè non ne esistono di veramente  efficiente. SI possono difendere alcuni obbiettivi sensibili ma questo non fa altro che spostare  il terrorismo verso altri obbiettivi Debellare il terrorismo comporta  entrare nel grade gioco della politica intenazionale  cosi  come è avvenuto per il comunismo , il nazismo e  il militarismo  germanico della Prima  Guerra Mondiale Occorrono rete di alleanze, interventi mirati, politiche globali e non un arroccamento  interno Gli USA potrebbero defilarsi  dai problemi medio orientali accentuando la tendenza mostrata da Obama( in modo molto  incerto in verità)    e sperare cosi di essere meno nel bersaglio dl terrorismo:  sarebbe  speranza veramente molto esigua Se si vuole distruggere il jihadismo ( o almeno  combatterlo) inevitabilmente l ‘America deve riassumere un ruolo pervasivo , ridiventare un po il gendarme del mondo.

 Diciamo che l’America first di Trump  va visto allora non come isolamento degli USA ma come il prevalere degli interessi  e quindi anche della sicurezza degli USA su ogni altra considerazione politica. : sostanzialmente gli USA non si debbono fare imbrigliare da considerazioni di legalità intenazionale, di principi   generali : ma non mi pare che nel passato se ne sia tanto  curata) In  questo senso il lancio di missili  puo avere un suo senso: si avvertono amici e nemici che l’America  userà quando lo riterrà  necessario la forza  che possiede ( ma non  fece Bush la stessa cosa su scala ben piu vasta?)  La salva di missili allora può essere un messaggio al mondo  agli alleati e ai nemici ( che spesso non si capisce chi siano) e soprattutto  verso la Corea del Nord

In questo senso si spiegherebbero anche gli scarsi effetti materiali dell’attacco stesso non commisurato alle forze impiegate Quasi sessanti tomahawk  lanciati avrebbero potuto  produrre danni immemsi e un  massacro:  In realtà sono poche vittime e danni contenuti. Si pensa che i russi siano stati preavvertiti e quindi anche l’esercito siriano

Lo scopo non era quello di punire i siriani  dell’attacco chimico, cosa  che nemmeno poi era tanto sicuro nel caos siriano,  ma mostrare che gli USA sono pronti a colpire dovunque e chiunque  senza preavviso, che l’era prudente di Obama è terminata

 Se questo era il fine allora possiamo dire che l’effetto è stato raggiunto: il messaggio è arrivato dovunque forte e chiaro Che poi   un tale atteggiamento sia produttivo o controproducente è un fatto che vedremo nei prossimi anni  

 

 

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