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06.07.2009
Cina: gravi disordini in Xinjiang
di Giovanni De Sio Cesari

Gravissimi disordini nello Xinjiang hanno causato la morte di 140 persone e il ferimento di altre 800 secondo le fonti cinesi. I disordini sono scoppiati per la uccisione di due operai uighuri in seguito a scontri fra operai uighuri e han (cinesi)

La Cina denuncia la ispirazione fondamentalista islamica dei disordini e afferma che essi sono diretti dall’estero (in pratica si accusano i talebani).

Contro un tale pericolo di disordini civili da tempo la Cina, attraverso il Gruppo di Shangai, sta cercando di ottenere la collaborazione attiva non solo degli stati firmatari (Russia e repubbliche asiatiche della ex URSS ) ma anche di Pakistan, India e soprattutto dell’Iran.

Tuttavia anche se non si può escludere la componente islamica, gli scontri attuali sembrano avere una diversa matrice nella rivalità etnico economica in atto nella provincia.

Per comprenderne il contesto occorre distinguere fra una Cina Interna (dove storicamente si è sviluppata la civiltà cinese) e una Cina Esterna,(un territorio vastissimo ma desertico, inospitale) che invece è entrata a far parte dell’impero cinese dal 1700. In quel tempo infatti gli imperatori cinesi cominciarono a controllare i vasti e desolati spazi ai confini della Cina perché da essi storicamente provenivano le ondate di invasori che minacciavano la Cina. Alla caduta del’impero (1909) questi territori ebbero un momento di indipendenza terminato, però, nel 1949 alla fine della guerra civile cinese. I problemi attuali in Xinjiang (come nel Tibet) però derivano da una massiccia emigrazione han (cinesi propriamente detti) che data la estrema esiguità della popolazione locale altera l’equilibrio etnico: gli Uighuri sono forse appena 4 milioni in un territorio sconfinato e in Cina vi sono 1.200 milioni di Han.

Gli immigrati cinesi si trovano poi a un livello di civiltà e di capacità lavorative nettamente superiori: in pratica i locali vengono emarginati, costretti in ghetti economici e culturali, nella loro stesse sedi avite. Infatti i disordini sono stati originati in realtà da problemi occupazionali per i quali, non sappiamo per quali motivi precisi, sono scoppiati tafferugli fra operai uighuri e operai han.

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Nella foto dal “Quotidiano del popolo”: fiamme nella capitale URUMQUI



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