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01.05.2009
Il I° Maggio in Cina
di Giovanni De Sio Cesari

Fino aqualche anno fa la festa del lavoro in Cina durava sette giorni ma nel 2007 le autorità decisero che non si poteva interrompere la produzione per un periodo cosi lungo di tempo e tutti insieme poi un discorso ragionevole ci parve,comunque

Ma oggi ci aspettavamo comunque notizie di qualche manifestazione o almeno qualche discorso ufficiale, ma non abbiamo trovato nulla di nulla.

Vediamo l’organo ufficiale “ ll Quotidiano del popolo”, del 1° maggio: come titoli: un appello di Hu per i rapporti con il Giappone, la influenza suina, il traffico di Pechino, il fallimento della Crysler; guardiamo nelle pagine interne. un pò di tutto, dalle scuole di ballo alla navi a largo della Somalia ma nulla del 1° maggio

Guardiamo allora la stampa regionale:lo Shangai daily, tutto preoccupazione per l' influenza suina: si intende: una città che teme per l’Expo Internazionale.

Poi guardiamo il “news” del Guandong: sempre influenza suina che straripa da tutto, ma del 1° maggio nessuna traccia

Guardiamo ancora il piccolo notiziario in italiano di Radio Cina: la solita influenza suina, l'expo di Shangai, il sisma del Sichuan e dell’Aquila

Ma la stampa cinese praticamente ogni giorno ricorda qualche anniversario: dal mitico Yu Fei al padre della patria Sun Yat Sen, dalle feste specifiche delle 53 etnie minoritarie fino all’occidental Santa Claus.

Tranne che in Usa in tutto il mondo si festeggia il Primo Maggio: ma il mondo è cambiato profondamente, il significato di una festa nata in un contesto storico e politico ormai lontanissimo va perdendosi un pò in tutto il mondo:la festa è sentita ancora solo dai piccoli nuclei della Sinistra Alternativa ma le classi lavoratrici sono ormai assenti.

Ma nulla ci dà il senso di questo mutamento come il silenzio assordante della Cina, la più grande nazione del mondo e una delle poche che ancora ufficialmente si dichiara ancora comunista: forse sarà perchè la Cina è la nazione che più guarda al futuro ?

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Monumento ai lavoratori nella piazza di Tien an men (foto dell’autore dell’articolo)






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