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29.03.2009
Cina: l’Armata popolare di liberazione
di Giovanni De Sio Cesari

 Pechino, 28 marzo 2008. La Cina respinge energicamente le accuse contenute nel rapporto del Dipartimento della Difesa USA secondo il quale l’esercito cinese starebbe modificando gli equilibri militari in Oriente elaborando armi sempre più sofisticate.

Il ministro cinese della difesa, Qin Gang, in una nota, respinge energicamente il rapporto Usa che definisce distorto e una intrusione negli affari interni cinesi: la Cina, invece, è solamente interessata allo sviluppo della pace e persegue fini puramente difensivi.

In realtà l’esercito cinese (ufficialmente ”armata popolare di liberazione”) negli ultimi tempi va profondamente trasformandosi.

Ai tempi di Mao era una armata sterminata ma con pochi mezzi: era concepita per una attività di resistenza popolare contro un'eventuale e temuta occupazione imperialista (occidentale e poi sovietica).

Ormai svanito questo timore, l’esercito cinese si è messo sulla strada della modernizzazione, come tutti gli altri eserciti del mondo economicamente sviluppato. Non più eserciti numerosissimi ma forze numericamente limitate ma dotate di mezzi moderni (ad esempio anche l’Italia ha sospesa la leva militare). Recentemente mezzi navali cinesi modernissimi sono stati inviati anche al largo della Somalia per combattere la pirateria che mette in pericolo la navigazione internazionale con grande soddisfazione e orgoglio di tutto il paese.

L’armata di liberazione ha avuto sempre un peso decisivo, sia nel periodo maoista che dopo, costituendo nell’uno e nell’altro caso il bastione vero del potere.

Anche economicamente essa costituisce un elemento fondamentale nella dinamica dello sviluppo controllando ampissimi spazi connessi non solo alla produzione di armi, ma anche a tutta la logistica e alle necessita della più numerosa armata del mondo.

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Nella foto, dal giornale cinese “News Guandong“: modello di un aereo cinese senza pilota denominato: “spada invisibile”.




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