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22.02.2009
Abuelas de Plaza de Mayo
di Giovanni De Sio Cesari

 La infelice battuta di Berlusconi sui desparecidos argentini è stata almeno occasione per una maggiore conoscenza di quei fatti e del ruolo delle “Abuelas de Plaza de Mayo” (“abuelas” in spegnolo significa “nonne”) la cui associazione presieduta da Estela Barnes de Carlotto si è sentita offesa e irrisa dalla battuta, anche se questo certamente non era nelle intenzioni di Berlusconi.

Dal 1976 fino al 1983 il governo militare argentino operò una feroce repressione degli elementi considerati a torto o a ragione sovversivi e comunisti. Dilagò la pratica che i sospetti venissero arrestati e poi di loro non si sapesse nulla più e inutilmente i parenti cercavano informazioni presso tutti gli uffici governativi: furono chiamati appunto desparecidos (scomparsi).

Dal 1977 un gruppo di madri delle persone scomparse cominciarono a riunirsi a Plaza de Mayo, la piazza principale di Buenos Aires, di fronte alla Casa Rosada, sede del governo, intorno al monumento dedicato ai rivoluzionari del 1810 che si era riuniti proprio in quel posto per reclamare la indipendenza dalla Spagna.

Le madri non assumevano posizioni politiche: semplicemente volevano saper cosa fosse accaduto dei loro figli scomparsi.

Furono definite “le pazze della piazza” o “le madri dei terroristi”, molti temevano di avvicinarsi ad esse: tuttavia il rispetto universale dovuto alle angosce delle madri le protesse sempre da ogni azione repressiva del governo.

Era accaduto che molte donne detenute avessero con loro dei figli piccolissimi o fossero incinte: si chiese allora anche la sorte di questi piccoli e quindi si costituirono anche le nonne di Plaza de Mayo. Nel 1983 la dittatura militare, dopo la disastrosa guerra delle Malvinas, crollò: intanto i detenuti scomparsi erano stati uccisi ma i loro figlioletti erano stati in genere dati in adozione nascostamente a famiglie di militari.

Le madri continuarono a cercare di sapere la sorte dei figli ancora per molti anni e a reclamare la punizione per i loro assassini: Il dolore di una madre non finisce mai.

Recentemente però hanno terminato ormai la loro attività. Sono rimaste però le nonne che cercano ancora di ritrovare i propri nipoti.

Già nel 1987 fu costituita una banca dei dati genetici e le tecnologie attuali permettono ormai di riconoscere con sicurezza la filiazione.

Tuttavia desta molta perplessità il fatto di sconvolgere la vita di persone ormai adulte che apprendono che quelli che hanno sempre creduto i propri genitori in realtà sono in qualche modo responsabili dell’assassinio di quelli veri.

Il riconoscimento è fatto comunque su base volontaria con il pieno consenso degli interessati che ormai sono almeno sulla trentina.

L’ultimo caso di riconoscimento è avvenuto pochi giorni fa: si tratta del 79mo caso: non viene rivelato il nome della persona ritrovata che ha ora 31 anni ma solo che è figlia di Beatriz Recchia, una donna scomparsa nel 1977 in quanto sospettata di far parte dei Monteneros, una associazione rivoluzionaria del tempo.



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Note
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Nella foto: la presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner ( a sinistra ) riceve Estela Barnes de Carlotto presidente delle “abuelas de Plaza de Mayo” (foto Telam )






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