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02.09.2008
L'economia indiana, i dati
di Giovanni De Sio Cesari

Sono stati pubblicati da varie agenzie internazionali i dati definitivi dell’economia indiana nel primo semestre del 2008

La crescita economica è risultata fra l'8 e il 9 % come avviene stabilmente da parecchi anni. Aumentano le riserve di valute pregiate, gli investimenti stranieri sono in rapido e costante aumento.

Interessante notare che lo sviluppo è stato determinato soprattutto dal settore industriale e dei servizi, fatto che indica la trasformazione strutturale dell’economia indiana.

L’attenzione mondiale in campo economico e politico si appunta preferibilmente sulla crescita impetuosa della Cina che molti profetizzano come il futuro centro del mondo. Tuttavia lo sviluppo non riguarda solo la Cina ma molte altre economie fra le quali il posto più importante pare quello dell’India.

Le due nazioni hanno molto in comune: lo sviluppo economico come fatto limitato ad alcune zone mentre la maggioranza della popolazione agricola rimane ancora in uno stato di miseria ancestrale, in ambedue i paesi tuttavia un 1 o 2 % di cittadini all’anno escono dal sottosviluppo e raggiungono livelli di vita confrontabili con quelli occidentali.

Ambedue sono alla ricerca di fonti di energia e di mercati in cui esportare i propri prodotti o da cui importare beni di consumo.

Esistono però molte differenze, la maggior parte riconducibili sostanzialmente al fatto che l’india si avvicina all’Occidente mentre la Cina rimane un mondo a parte.

Gli indiani con un minimo di istruzione parlano l’inglese, formano la più grande democrazia del mondo di derivazione occidentale, non hanno risentimenti anticoloniali come la quasi totalità dei paesi ex coloniali, mantengono legami stretti con tutto l’occidente.

La via cinese autoritaria è più efficiente, però la via indiana è più tollerante, democratica, più umana insomma: ciò che perde in efficienza lo ritrova in minori tensioni.

L’india d’altra parte mantiene ampiamente le sue tradizioni culturali: non vi è stata una Rivoluzione Culturale delle Guardie Rosse che abbia fatto piazza pulita di una cultura millenaria. Si dice che in India anche i capitalisti abbiano un’anima: mantengono l’idea della solidarietà sociale tradizionale e quindi una certa sensibilità sociale che si manifesta anche in numerose opere di beneficenza.

La modernità e la tradizione quindi si mescolano ampiamente in India: si dice che l’India è come le sue strade in cui corrono macchine moderne velocissime e vecchi carrettini che rischiano sempre di scontrarsi.

Negli ultimi anni si son intensificati in rapporti con la Cina e si è parlato di un nuovo asse politico economico asiatico che modifichi profondamente gli assetti politici economici del mondo.

Tuttavia l’India si trova a un bivio: integrarsi nell’Occidente oppure entrare a far parte di un blocco asiatico.

Non è possibile sapere quale sarà la sua scelta

Potremmo anche ipotizzare che sarà l’India più che la Cina la super potenza del futuro in quanto essa si trova nella posizione più favorevole per ereditare un tale ruolo dall’Occidente: ma nessuno, naturalmente, conosce il futuro.




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