Pubblicato in Italianotizie 26 /10/16  Home  

 

Tramonto dello Stato Islamico

Giovanni De Sio Cesari

 

 

 

 

 

La sorte dello Stato Islamico sembra ormai segnata: rimane solo incerto il tempo della sua caduta ma non la caduta. In Siria, in verità, la lotta all’ISIS segna il passo perchè Asad , con il potente aiuto russo.  ha per obbiettivo primario i suoi nemici non-ISIS cioè le milizie islamiste e quelle  laiche del Libero Esercito Siriano che in realtà non sono poi tanto distinguibili poiche ambedue si riconoscono nella  parte sunnita . Ed è comprensibile l’intento di Asad:  finche esiste l’ISIS la sua presenza è preziosa e indispensabile come il più sicuro e principale nemico di esso.: paradossalmente la forza dell’ISIS rende piu forte la posizione di Asad: i nemici si tengono a vicenda , un fatto poi comune nella storia

 In Iraq invece verso la citta principale di tutto il califfato, Mosul  si muovono le milizie curde e  quelle sciite e l’esercito regolare iracheno che in realtà è anche esso formato da sciiti, tutti  appoggiati all’aviazione occidentale.  Le forze del califfato sono esigue,  in parte sono già fuggite rifugiandosi in Siria, forse in parte si sono sciolte. Pare  che restano soprattutto i volontari provenienti dall’Europa che non hanno scampo:  non possono confondersi con le popolazioni arabe e non possono tornare nei loro paesi di origine. Si parla di una difesa estrema in Mosul una spceie di Stalingrado islamica ma, a parte che non si ricordano Stalingrado islamiche,  mancano  le forze popolari che diedero  luogo a quella lontana epopea. Possono solo creare difficoltà, diversivi, rallentare  la avanzata ,  fare qualche inutile e insulsa strage qui e la  Ma non possono piu illudersi che Allah sia con loro che è un punto centrale dell’ISIS. Quando fu proclamato il califfato si riconobbe che non c’erano elementi che lo legittimassero ma che essi sarebbero venuti con le grandi vittorie  che Allah avrebbe concesso loro : una difesa estrema senza speranza non puo passare per una vittoria nemmeno per i jihadisti

In realta le forze dell ISIS sono state sempre molto  esigue, per la meta circa formata da volontari provenienti da tanti paesi diversi  La loro resistenza per anni  è dovuta a una serie di fortuite circostanze nei complessi intrecci del  M.O . che pero il fanatismo estremo dei jihadisti ha dissolto  incautamente

II successi iniziali erano dovuti soprattutto  al fatto che i sunniti di Iraq e Siria che si  sentivano oppressi dagli sciiti ( e alawiti)  li accoglievano come liberatori mentre l’esercito iracheno, nelle terre sunnite, si dissolveva senza combattere cedendo anche le armi  L’ ISIS pero cominciava a  persequitare ferocemenete  gli sciiti determinando  la reazione dell’intero mondo sciita  Ha poi infierito in modo del tutto ingiustificato sui cristiani e sugli yazidi  arrivando a usare come schiave sessuali le loro donne. un fatto che ha gettato su di essi una infamia ancora maggiore che le spietate esecuzioni di prigionieri e nemici veri o immaginari . Sono andati poi a  scontrarsi con i Curdi,  una etnia che da sempre si sente in guerra,  ben organizzata e decisa a difendersi: non c’era alcun motivo ragionevole di aprire un tale fronte Dapprima la Turchia per motivi ideologici e politici  li ha favoriti permettendo arrivo di rifornimenti e volontari  Per tutta risposta, di fronte a certe indecisioni, hanno colpito la Turchia con attentati devastanti  costringendola alla fine  a cambiare radicalmente  politica. Hanno rivendicato attacchi in Francia e in tutto l’Occidente del tutto controproducenti. Hanno organizzato addiirittura  una strage di sciiti afgani  in  una pacifica dimostrazioni a Kabul alienandosi perfino le simpatie dei talebani  che non gradirono questa intromissione sanguinosa

Perfino  le altre organizzazioni jihadiste di ascendenza di al qaeda che all’inizio stavano per confluire  nel califfato, si sono ritratte  di fronte a certi eccessi   

 E’ d’altra parte comune  nella storia che i fanatici credendo che Dio sia con loro non misurano forze e fatti e circostanze e finiscono con il creare essi stessi le condizioni della propria fine .

 In pratica  l’ISIS   ha sfidato tanti che erano nemici fra loro  costringendoli in qualche modo ad allearsi contro di essa: dai Curdi agli sciiti, ai Russi agli Americani  Forse volevano emulare i primi califfi che affrontarono insieme Persiani e Bizantini e riuscirono vincitori creando in pochi anni un impero,   universale per quei tempi, dai confini dell’India ai Pirenei . Ma quelli si mostrarono non solo fanatici ma anche tolleranti e aperti e furono spesso accolti come liberatori perfino dalle chiese cristiane (come dai copti d’Egitto) :  questi dei nostri giorni invece si sono mostrati solo fanatici

La fine dell’ISIS (quando verrà) non significa pero la fine  del jihadismo che esisteva prima e continuera ad esistere  cosi  come non risolverà la questione dei sunniti in Iraq e Siria che si sentono oppressi dagli sciiti.  Mancherà pero uno stato da governare in cui organizzarsi liberamente e soprattutto la prospettiva dell’affermarsi  di uno stato islamista nel M. O: coltivato e sperato come prossimo in questi anni   da tanti mussulmani  anche in Europa

 

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