Pubblicato in Italianotizie 12/07/16  Home       

 

 Il rapporto Chilcot 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

Nell’ormai lontano 2009 su impulso dell’allora primo ministro Gordon Brown fu istituita una commissione sotto la presidenza  di John Chilcot per indagare sulle circostanze dell’intervento militare in Iraq del 2003. Dopo sette anni, la commissione ha pubblicato gli atti dell’inchiesta  in 12 grossi volumi  traendo delle conclusioni nelle quali si da un giudizio molto negativo dell’operato di Blair . Si afferma che  non si erano esplorate tutte le vie diplomatiche possibili,  che non c’erano prove sull’effettivo possesso di armi di sterminio di massa da parte di Saddam  che mancavano anche i presupposti legali per  l’intervento

Mi pare che la commissione  Chilcot  sia sulla stessa strada del voto del parlamento tedesco che sancisce il genocidio armeno:  una specie  di   giustizialismo che sostituisce il  giudizio storico  e/o politico.  E’ vero che la commissione non è una corte di giustizia ma sostanzialmente  ne ha i caratteri. Qualcuno pensa pure che sia la base di possibili azioni giudiziarie contro quelli che presero le decisioni che ora la commissione sentenzia  fossero sbagliate, anzi addirittura illegali

Ma la commissione non ha trovato fatti nuovi che non fossero ampiamente conosciuti e divulgati e analalizzati  gia sette anni fa quando la commissione ha cominciato il suo lungo e immenso  lavoro

  Quale senso hanno  allora le sue conclusioni  che  sembrano  una sentenza?.  In effetti danno un giudizio storico  politico negativo  sull’intervento promosso da  Blair  ma  non si vede per quale strano motivo tale giudizio dovrebbe essere  più autorevole   dei tanti giudizi storico politici che si sono potuti leggere in questi anni in una  miriade veramente sconfinata  di pubblicazioni sull’argomento 

Si parte  dalla constatazione della inesistenza delle  armi di sterminio di massa, fatto conosciuto  ampiamente   molto prima che le commissione stessa  iniziasse i lavori.  Ma non si puo fare storia con il senno di poi : al momento  sembrò che quelle informazioni fossero attendibili- Nel  rapporto si dice che non c’erano prove sufficienti ma non si trattava di processo penale che puo durare tutto il tempo necessario  e in cui il dubbio  è a favore del reo ma di una decisone militare che non puo aspettare  Si ricordi pure ( ma pare che non lo ricorda nessuno ) che  Tarek  Aziz ( il ministro cristiano di Saddam)   spiego che Saddam volle mantenersi nella  ambiguità  perchè temeva soprattutto l Iran e pensava che gli USA non sarebbero intervenuti o che comunque li avrebbe fermati ( tutti in Iraq lo pensavano, per mia conoscenza diretta lo pensavano tutti anche in Egitto )

 Ma soprattutto il possesso di tali armi era solo una occasione ( un pretesto) : il vero motivo era il piano di portare la democrazia  in medio oriente  che potesse sradicate il terrorismo in  modo definitivo.   lo disse tante volte  Bush , e lo  dicevano i neo com che lo sostenevano.  Il corso degli eventi ha dimostrato che era un errore.;  tolto di mezzo il sanguinario dittatore gli iracheni invece di impegnarsi alla  democrazia e al benessere si sono scatenati in guerre etnico religiose forsennate  e infinite. Qui c’è il vero errore dell’intervento soprattutto del dopo intervento : credere che gli iracheni si sarebbero comportati come gli inglesi ma gli iracheni non sono ingles

 E’ un errore che commettiamo spesso.  

 

 

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