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I termini della questione della Crimea

1 marzo 2014
by Giovanni De Sio Cesari
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crimea

La crisi politica Ucraina  tende a scaricarsi nella difficile questione della  Crimea: occorre fare un breve escursus storico per capirne i termini. La Crimea fu abitata fin dal medio evo da popolazioni di  religione mussulmana e di lingua turcomanna definiti in Russia   Tartari di Crimea. In realtà il termine tartaro indicava in origine  le orde di Gengis Khan che invasero la Russia  nel XIII secolo: tuttavia, poichè ad esse erano frammisti popoli turchi e islamici il termine passo poi a indicare genericamente quelli genti presenti un Russia   (si ricordi i Tartari di  cui scrive  nei suoi racconti Tolstoj)  Essi attualmente si definiscono semplicemente crimeani  per  rivendicare di essere gli abitanti originari e propri del luogo. Fino al 700 combatterono russi e polacchi cristiani nell’Ucraina  allora divisa fra i due regni Nel 1784 lo zar pose definitivamente sotto il suo controllo  il  territorio. Iniziò un forte immigrazione russa e Ucraina  per cui i Tartari restarono in minoranza ma sempre rivendicarono autonomia  e indipendenza. All’invasione dei Tedeschi della Seconda Guerra Mondiale  i Tartari simpatizzarono, almeno in parte, con essi nella speranza  di ottenere la liberta cosi come fecero altri Tartari in tutta  la Russia  Per questo Stalin ordino la loro deportazione in asia centrale  : in parte perirono durante l’esilio  dal quale ritornarono alla spicciolata dopo la morte di Stalin:  solo con Gorbaciov ebbero il permesso formale . 

Ai tempi di Kruscev la Crimea fu aggregata alla Ucraina   e quindi con la fine dell’Urss ne rimase parte pur costituendone una repubblica autonoma.  Tuttavia solo il 15 % degli abitanti della  Crimea sono ucraini, mentre i russi rappresentano la maggiornaza  ( 65%) e i Tartari forse il 20%.

La vittoria in Ucraina  della fazione pro occidente ( per civiltà e orientamento politico) ha dato un duro colpo a Putin che difficilmente può permetterselo senza perdere il consenso generale che gli permette di governare con poteri quasi assoluti.  Pare  quindi che abbia  spinto o incoraggiato gli irredentisti russi   locali a rivendicare lo strappo dall’Ucraina  alla quale non è legata da alcun legame  storico o culturale.  La opposizione più forte non viene però dalla stessa minoranza ucraina presente nel paese ma dai Tartari i quali si sentono molto più  tutelati dall’appartenenza all’Ucraina   che non dagli odiatissimi  Russi.  Si prospetta un caso simile a quello della Georgia: occidentali e soprattuto americani favorevoli ma lontani e  impotenti contro Russi ben più presenti e  forti. I georgiani fidando sugli USA  persero clamorosamente la partita.  La UE pur appoggiando  l’ Ucraina  filo europea sono tutt’altro  che disposti a imbarcarsi in una conflitto politico  con la Russia  ed è ben più interessata ai rapporti economici con essa. Ora il passaggio della Crimea dalla Ucraina alla Russia  potrebbe essere una riparazione sufficiente all’orgogli russo e di Putin e in fondo non essere di poco  danno alla Ucraina :  un accordo possibile, sembrerebbe

 Tuttavia bisogna pure considerare  che il principio della intangibilità  delle  frontiere  in Europa è un principio cardine della pace e della sicurezza   europea. In tutti gli stati ex sovietici ci sono consistenti minoranze russe : la cosa è stata accettata dalla Russia  ma se si comincia   con qualche revisione non si sa dove si potrà arrivare. 

La tragedia della Cecenia nasce propria da questa preoccupazione.  

 

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