Twitter bloccato in Pakistan

martedì, giugno 5, 2012
di Giovanni De Sio Cesari

Twitter-Logo

Il ministero pakistano della tecnologia dell’informazione, ha deciso di   bloccare a tempo indeterminato  il sito di Twitter  perché si è rifiutato di rimuovere del  materiale ritenuto offensivo per l’Islam: si tratta della promozione di un concorso on line  per postare le immagini del Profeta Maometto

I  musulmani ortodossi  considerano le rappresentazioni del profeta, anche quelli rispettose e celebrative, come blasfeme.

Twitter aveva accettato di affrontare le preoccupazioni del Pakistan, si è negoziato a lungo, ma alla fine Twitter non ha accetta di rimuovere il materiale, e le autorità pakistane lo hanno bloccato.

I network hanno importanza particolare in tutti quei paesi in cui non esiste una vera liberta di espressione e di informazione.

perchè sono in pratica non controllabili con la censura

Infatti Twitter è ampiamente usato in Pakistan, anche da eminenti personaggi pubblici, ministri, membri del parlamento. personaggi dello sport e del lo spettacolo  L’ex presidente Pervez Musharraf, in esilio in Gran Bretagna, usa regolarmente Twitter , come fa il ministro dell’Interno Rehman Malik, e Ali Zafar, il popolare attore e musicista.

Ali Dayan Hasan, direttore di Human Rights Watch, del Pakistan ha detto che lil  bando è stata “inopportuno, controproducente e alla fine inutile: come tutti gli altri  tentativi di censura. Il diritto alla libertà di parola non è negoziabile, e se il Pakistan è il paese che  rispetta

la democrazia il diritto che pretende di essere, tale divieto deve essere revocato immediatamente,”

Un tribunale superiore in Pakistan  ordinò il divieto di Facebook nel 2010, tra la rabbia degli utenti  . Il divieto fu  revocato circa due settimane più tardi, dopo che Facebook aveva  bloccato la pagina del  Pakistan.

Questa polemica ha suscitato molte proteste nella  elite liberal del paese che  chiedono  perché i pakistani non possano  decidere autonomamente se non guardare o meno  un sito web.

Ci sono state pero  anche   proteste contro twittwer  organizzate dagli  studenti dei gruppi islamici radicali. Alcuni dei manifestanti portavano cartelli che sostengono la Jihad ( guerra santa) contro il sito web.

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