Egitto: preordinati i disordini allo stadio ?

domenica, febbraio 5, 2012
di Giovanni De Sio Cesari

28 10 03 presso monte tebe 2

L’Egitto è sotto shock per le violenze allo stadio di calcio, un episodio sanguinoso  ed emblematico del grave deterioramento della sicurezza nel paese.
Nella  peggiore tragedia mai registrata al mondo  dovuto al tifo sportivo
almeno 74 persone sono state uccise e più 1.000 ferite quando i sostenitori delle  due più grandi squadre  di calcio dell’Egitto, Al Ahly e Al Masry, hanno  invaso il campo. Alcune persone sono morte nel fuggi fuggi, ma molti sono stati uccisi a coltellate o con colpi di arma da fuoco. Di solito nelle grandi partite di  calcio c’è un metal detector alla porta e tutti i tifosi  vengono controllati per le armi. Un filmato mostra anche che le forze dell’rodine sono rimaste ferme  quando gli scalmanati hanno preso d’assalto il campo e hanno iniziato ad attaccare i giocatori e i tifosi di Al-Ahly. Il governatore di Port Said e il capo della sicurezza frequentano di solito  i grandi incontri di calcio, ma non ieri: anche questo è parso strano
I politici hanno denunciato gli attacchi, accusando i leader militari di  avere provocato  l’incidente mortale per screditare la rivoluzione dello scorso anno:
il sospetto è che il governo provoca o consente un  caos crescente nel tentativo di convincere i cittadini della necessità di mantenere le dure leggi di emergenza.
Il generale Tantawi, il capo del governo egiziano, si è affrettato a rispondere giurando che il paese non sarà destabilizzato.

Ma tutti sono ormai convinti che la violenza non era legato alla partita di calcio:ci sono state molte episodi nel corso degli anni legati alla violenza nel calcio ma non fino al punto di uccidere la gente in modo organizzato
Da quasi un anno, da quando Hosni Mubarak è stato estromesso come presidente e sostituito dal consiglio militare, l’Egitto ha visto frequenti violenze mortali. Lo scorso ottobre, 24 persone sono state uccise negli scontri tra cristiani copti e forze di sicurezza. Due mesi più tardi, le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti a Piazza Tahrir causando oltre 40 morti. Nel dicembre le forze militari dispersi con la violenza un  sit-in, uccidendo almeno 17 persone.
Oltre a scontri politici  è tutto un susseguirsi di reati comuni come rapine a banche, omicidi, anche il rapimento di  due turiste straniere  nel Sinai

Difficile dire se effettivamente ci sia stato un piano organizzato, non diciamo dal governo, ma almeno dalle forze di sicurezza per creare il caos

A noi sembra che il problema è che l’Egitto era uno stato di polizia come tutti d’altronde, nel Medio Oriente. La polizia controllava e dominava interamente il paese  con un potere assoluto e dispotico, decideva di ogni cosa sia in campo politico che nella vita civile. Con la Rivoluzione questo poter è stato messo in discussione, contestato  radicalmente sul piano politico. Il contraccolpo  inevitabile è che anche sul piano della delinquenza comune il controllo capillare è venuto meno. Non sappiamo se effettivamente allo stadio  ci fosse un piano preordinato, potrebbe  anche essere anche se a noi pare piuttosto improbabile. Tuttavia è anche comprensibile che gli uomini della   polizia siano  stati molto meno motivati a intervenire  e che in fondo non dispiaceva loro mostrare che cosa potesse accadere senza il loro capillare  controllo  e si sono mossi solo  quando ormai era troppo tardi.

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Foto dell’autore: una guardia armata che scorta dappertutto le comitive dei turisti che ormai però evitano l’’Egitto con  un enorme danno all’economia.

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