THE VILLAGE

 

Passò la prima settimana e venne il sabato. Il sabato era la giornata di fare pulizie

risistemare la casa e fare shopping. Mentre io risistemavo e lavavo panni, la zia andava a fare le provviste per la settimana. Poi il pomeriggio era solito andare al "Villaggio".

"The Village "era il centro città. Lo Shopping Center dove erano locati  negozi  e boutique. Perche' si chiamasse il Villaggio non sono sicura, ma sembra che risaliva a tempi lontani quando la gente viveva in zone rurali e il sabato si recavano in paese , "villaggio" per fare compere.

Doveva essere molto importante visitare il "villaggio" perchè tutte le mie amiche ne parlavano. “Ci incontreremo sabato al villaggio" -dicevano. Quando lo sentivo io

pensavo alla famosa poesia di Leopardi. 

Mia zia ed io ci preparammo per andare. Mia zia era una bella donna. Indosso ' un vestito celeste che le stava molto bene,metteva in rilievo il giro vita che lei aveva molto sottile. Mise un paio di scarpe comode , si acconcio' i capelli tirati indietro tipo chignon come era d'uso allora. Dopo un po' dai capelli tirati, scendevano i riccioli che  le adornavano il viso. Cosi assomigliava tutta a sua madre, la mia amata nonna Rosa.

Anche io mi preparai. Scelsi la gonna con la vita alta, la camicetta alla campagnola quella col nastrino attorno alla  scollatura. Si poteva tirare e chiudere la scollatura o allentare il nastrino e mettere in evidenza ...............

Io scelsi di allentare un po' il nastrino ma solo quando mi ero allontanata da casa

così mio padre non mi vedeva. Mi sentivo un po' in colpa, ma non abbastanza

da farmi cambiare idea. Mi piacevo cosi!! "Il Villaggio" era una Main Street lunga con tanti vari negozi di abbigliamento da l'una e l'altro lato della strada. Ogni vetrina metteva in mostra vari modelli di abbigliamento in tanti colori. Passavo e ripassavo lo sguardo sulle vetrine. C'era tanto da scegliere. Con  la mente sceglievo tutti i vestiti  più belli. Mi vedevo in quello celeste come quello della zia, in quello a fiorellini e con la gonna a campana.

 Nella piccola città vicino al paese di provenienza e dove facevamo acquisti, di negozi c'erano pochi. Solo il giovedi, giorno di mercato  le strade si riempivano di bancarelle e venditori ambulanti. La merce era esposta sui banconi e appesa al tendone che copriva il bancone. I vestiti erano tutti sbiaditi per essere costantemente esposti al sole. La merce sui banconi era piena di polvere. Comunque nessuno ci badava. Per mettersi qualcosa comprata al mercato di bancarelle la si doveva prima lavare. Non a Main Street,nel Villaggio era tutto pulito, organizzato e sistemato a ordine di misura. Bastava guardare il cartellino per sapere se era la giusta misura.

Mia zia sorrise a vedermi cosi intenta a guardare, mi prese per la mano e mi tirò verso l'altro  lato della strada, Il lato con i negozi di scarpe. Anche questi avevano belle vetrine che mettevano a mostra la merce . Ma le scarpe non erano belle,non sembravano di moda. Sembravano fatte di plastica anzichè di pelle e cuoio.

Ma era in quei negozi che la zia era interessata. Entrammo: c'era il salottino con poltroncine e specchi ovunque ti giravi. Le calzature erano esposte sopra mensole

che coprivano due intere pareti del negozio. C'erano di tutti colori e misure. Con tutti quei specchi non potevo fare a meno di darmi una sbirciatina alla sfuggita. Venne il

commesso disse qualcosa che non capii alla zia e spari dietro una tenda.

Tornò 'poco dopo con le braccia piene di scatole. Mi fece segno di accomodarmi su una poltroncina. Io mi sedetti. Dalle scatole prese alcune paia di sandali e mi disse di

provarle. Io lo feci e mi andavo bene come misura. Mia zia scelse un paio di sandali

bianco. Mi disse che mi stavano bene e che avrei dovuto comprarli. A me non piacevano per niente. Erano di un materiale che non conoscevo e non erano fatti a

mano come quelli che avevo sempre portato. Ma la zia insistette, facendomi notare 

che la settimana entrante avrei dovuto camminare a piedi per andare a lavoro. Lo zio

aveva terminato il periodo di ferie e non avrebbe potuto darmi il passaggio in macchina. Con riluttanza comprai i sandali che non mi piacevano. Li pagai $1.98.

Era il primo paio di scarpe che avevo comperato da me, per me.

In borsetta mi rimase poco più di un dollaro. Uscimmo dal negozio. Era passata la prima  curiosità delle belle vetrine. Guardavo ancora incantata i bei vestiti esposti

ma era inutile pensare di fare altri acquisti. il dollaro che mi era rimasto doveva bastare tutta la settimana fino alla prossima paga.

 La zia ed io ci mettemmo passeggiare. Fu allora che le vidi.......vidi le teen agers  americane. Erano stranamente vestite,portavano lunghe gonne di panno lenci, su ogni gonna  il disegno di un cagnolino. Calzavano scarpe basse tutte dello stesso colore,tutte dello stesso stile. Ma la cosa che più mi stupì era il modo con il quale  portavano i capelli. Oh Dio non e' che i capelli si vedevano, erano avvolti in bigodini e coperti da un fazzolettone legato dietro la nuca.

Guardavo e riguardavo, le ragazze erano combinate allo stesso modo.

Che strano, pensai,  come si può uscire da casa combinate in quel modo?". Mia zia intuì la domanda e mi spiegò:

" Vedi -mi disse, "le ragazze stasera, sabato,usciranno col ragazzo,andranno a ballare, o fare festa in discoteca .Allora per essere più belle di sera il giorno mettono su i bigodini."

Avrei potuto anche capire se fossero rimaste a casa mentre portavano i bigodini in testa, ma uscire cosi.???.. No! dissi io non lo farò mai.

Quando mi passavano vicino, senza accorgermene  le guardavo da capo a piedi e scuotevo il capo. Forse erano anche carine ma non si vedeva la bellezza nascosta sotto i bigodini e il fazzolettone.

Finiti gli acquisti e fatta la passeggiatina io e zia ci avviammo verso casa.

Avevo le mie scarpe col tacco alto. Quelle che avevano  tanto offeso mio cugino

siccome parlavano di gente "just off the boat". Avevamo camminato un bel po' ed ero stanca di camminare con i tacchi. Guardai i sandali che avevo comprato poco prima. Pensai che forse sarebbe stata una buona idea provarli. Li misi e camminai fino a casa con i nuovi sandali. Dovetti ammettere a me stessa che erano molto più comodi delle scarpe a tacchi alti. Sì, erano molto molto più comodi. Li avrei provato anche il giorno dopo per andare a lavoro. ........cosi' solo per vedere come andavano........

L'americanizzazione, la trasformazione  di una giovane ragazza era incominciata.

 

Pero debbo riconoscere ; le ragazze americane  la sera quando uscivano erano molto carine. I capelli ben fatti,un po' di make- up e bei vestiti facevano una bella figura. Dopo qualche tempo non misero più i  bigodini. I capelli se li acconciavano a casa prima di uscire.

Anche esse si trasformavano per l’influsso delle emigrate .