IL MATTINO DOPO

 

 

Dormii quella notte, ma non fu un sonno tranquillo. Mi addormentavo,poi mi svegliavo di soprassalto e facevo fatica ad orientarmi e ricordare che ero in un luogo nuovo, strano. Fu notte inoltrata quando finalmente caddi in un sonno profondo.

Non fu il canto del gallo a svegliarmi quel  mattino,ne’ lo scalpettio dell’asinello della signora Giuseppa. Erano i primi a passare per andare ai campi di buon mattino. 

Non fu nemmeno il vocione del vaccaro che si fermava in piazza ad aspettare gli operai

che lavoravano con lui. Il vaccaro, Mannuccio,un omone grande e tarchiato, si metteva in piazza di buon ora con la giacca buttata su una spalla e richiamava ad alta voce

i suoi zappatori. Ne’ sentii il colpetto alla spalla di nonna che mi chiamava per dirmi che la zuppa d’orzo era pronta. Invece mi svegliai  a un pungente odore di frittura. Non ricordavo bene dove mi trovavo. Cercai mia madre, non c’era, cercai mia nonna non la vidi, ascoltai per sentire  le vocine delle mie sorelline ma non le sentii...............Mi vedevo ancora a casa circondata dai miei cari e da cose familiari poi mi guardavo attorno e non riconoscevo niente di quel che mi circondava. Ero in una bella cameretta bianca tutta ben fatta con lettino, comodini e armadietto a muro. Ma che ci sto a fare qui? dove sono? mi domandavo........Diedi un altra sbirciata intorno.....fu d’improvviso, una frazione di secondo, che tutto mi affioro’alla mente.  

L’America.........la nuova casa..........il nuovo mondo. Fu una sensazione amara. Sentii un tonfo al cuore, presi il viso tra le mani mentre i lacrimoni scendevano giu’ bagnandomi il viso.

Non mi aspettavo questa reazione di me stessa. Non era cosi' che avevo immaginato la mia nuova vita. Avevo tanto pensato a come sarei stata felice di vivere in America,nella citta’ lontana dal piccolo paese di gente all’antica. Sarei stata indipendente..........avrei guadagnato.

Ma ora niente di questo desideravo, non volevo essere indipendente. Volevo solo mia madre, mia nonna, le sorelline e la mia stanzetta sicura.

 Pensai a quanti cambiamenti avevo attraversato  negli ultimi dieci giorni..........la partenza dal paese,............ la traversata sulla Cristoforo Colombo, lo sbarco a New York.,.............il viaggio da New York a Stamford ed ora il risveglio.

Rivolsi gli occhi al cielo e dissi: " Mi metti a dura prova. Signore".

Era passata l’euforia della scoperta del  nuovo mondo del viaggio,dei nuovi parenti. La realizzazione che non era un sogno mi mise un enorme peso sulle spalle. Dalla cucina venivano suoni di voci allegre.

Non potevo farmi vedere dai miei parenti cosi triste, ne sarebbero rimasti male

Mi asciugai le lacrime, forzai un sorriso sulle labbra e andai in cucina. La zia Giovanna

stava preparando la colazione all’americana. Pancetta e uova fritte, anche toast, torta e caffe’ americano. Sembrava piu’ un pranzo che una colazione. Ci sedemmo a tavola tutti, io mio padre mio zio Tony, mia zia e Annette la cuginetta handicappata. Mio padre domandava notizie delle altre sorelle che ancora non aveva visto. Gli dissero che abitavano lontano  e sarebbero arrivate fra qualche giorno. Assaggiai la pancetta fritta, nonostante il grasso, il sapore era gradevole. Provai anche il caffe’ americano e anche quello  trovai gradevole.

Gia’cominciavo ad americanizzarmi senza che ne fossi consapevole e senza volerlo.

Zia Giovanna ascoltava avida le storielle della nonna, sua madre, che io e mio padre le raccontevamo e lei a sentirle rideva e piangeva. Erano passati 18 anni da quando l’aveva lasciata per raggiungere il marito e non era mai piu’tornata al paese. Sentire parlare cosi vividamente della madre l’aveva commossa di gioia. L’aveva anche turbata siccome ora piu’ che mai ne sentiva la mancanza. Il resto della giornata la passai sistemando le valigie.

Quel giorno e i giorni seguenti  mi arrivarono telefonate dalle amiche che mi avevano preceduta nella nuova terra. Provai tanta gioia a sentire voci familiari. Mi dissero che entro pochi giorni sarebbero venute a vedermi.

 Il peso sulle spalle comincio’ ad alleviarsi