Pubblicato su www.cattolici.net   lunedi  27/12/04               HOME

Problemi e società                                                                                             

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Alce Nero

di Giovanni De Sio


Fra i libri che hanno avuto gran successo nella narrazione del West americano e degli indiani che lo abitavano si annovera “ Alce Nero parla” del Neihardt. L’autore afferma che esso è la trascrizione fedele di quanto un vecchio stregone sioux, nel 1930, gli avrebbe narrato delle vicende tragiche della fine della cultura indiana all’arrivo dei bianchi e della loro conquista del West.
Il libro si chiude con l’immagine suggestiva dello stregone che ormai vecchio e disperato, grida dall’alto della collina agli spiriti per il suo mondo ormai finito 40 anni prima
Ma si tratta di una licenza poetica, o se si preferisce di un falso o di una mistificazione dell’autore. In realtà Alce Nero nel 1930 era ben diverso dalla immagine che ci ha tramandato Neihardt: non era più uno stregone ma un catechista cattolico. Infatti I Sioux si erano rivolti al cattolicesimo (preferendolo alle correnti protestanti ) e anche Alce Nero nel 1904 si fece battezzare e prese il nome di Nicolas ( che era quindi il suo vero nome nel 1930). Dopo la conversione abbandonò le sue primitive convinzioni magiche e religiose e riconobbe pubblicamente che la sua magia era del tutto priva di efficacia affermando testualmente:”è una cosa tutta priva di senso esattamente come i maghi che avete presso gli uomini bianchi: non va confusa con il pregare con la pipa, che è una cosa molto più importante”
Alce Nero quindi divenne un fervido cattolico, per oltre 40 anni fino alla sua morte avvenuta ben venti anni dopo gli incontri con Neihardt , nel 1950, svolse sempre opera di catechista presso la locale parrocchia. In particolare egli teneva in chiesa accorati e efficaci discorsi in lingua lakota. Negli ultimi anni della sua vita vide con diffidenza il diffondesi di un certa indifferenza verso la religione come ogni altro americano della sua età Perchè allora il Neihardt occulta un fatto tanto importante? Il motivo è ideologico: mostrare che la civiltà occidentale e cristiana distrugge le altre culture. Ma la realtà storica è molto diversa .
Le civiltà e le culture finiscono ma non per questo finiscono i popoli che possono continuare la loro vita assumendo nuovi usi, credenze e tecniche. Sarebbe erroneo pensare che un popolo abbia una cultura data una volta per sempre. Anzi tutti i popoli evolvono sempre, le culture evolvono , ciascuna influenza le altre in uno scambio ininterrotto. La nostra cultura italiana e europea non è che il risultato di un evolversi continuo che ha avuto momenti altamente drammatici e violenti e altri invece di lenta e pacifica evoluzione.
Cosi avviene anche per i popoli cosi detti “primitivi”. Pensare che essi invece debbano essere sempre legati a un passato ormai finito, vedere gli indiani ancora inseguire le mandrie di bisonti che non esistono più , credere in pratiche sciamaniche superate dalla scienza è una astrazione e una astrazione pericolosa: significa operare una emarginazione, metterli in un ghetto, di arretratezza di povertà il che è esattamente quello che avviene nelle superstiti riserve indiane.
Il cristianesimo non può considerasi un aspetto specifico e particolare della civiltà europea: sarebbe un errore di fatto smentito dalla storia e dalla geografia. Il cristianesimo è una religione che si rivolge a tutti gli uomini di qualunque razza o lingua o etnia. Pensare che divenire cristiani per alcuni significherebbe perdere o tradire la propria civiltà è una pregiudizio che non ha nessun fondamento non solo nelle idee ma anche e soprattutto nei fatti.


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Per approfondimenti specifico su Alce Nero e gli indiani d’America : http://www.giovannidesio.it/west/west%20saggion%20.htm