Pubblicato su www.cattolici.net   lunedi  13/12/04               HOME

Problemi e società

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La fine della religione:una previsione errata

di Giovanni De Sio


Agli inizi del 900 nel mondo culturale nella borghesia colta era comune e dominante l’dea che la religione in tutte le sue forme fosse un fenomeno in esaurimento e che ormai sopravvivesse solo nelle persone anziane, negli ignoranti, nei bambini ancora ingenui: ci si aspettava sinceramente che essa si dissolvesse come nebbia al sorgere del sole della scienza o della filosofia o della socialismo. Si divergeva magari sull’atteggiamento da assumere verso di essa: se occorresse lottare attivamente contro di essa o più benevolmente lasciare che si esaurisse da sola senza interventi che coartassero la libertà dei credenti. Costoro non immaginavano certo le folle oceaniche che un secolo dopo avrebbero accolto il Papa in tutti continenti nè la vitalità delle molte organizzazioni cattoliche formate soprattutto da giovani e di altre rivolte essenzialmente alle persone colte.
Con pochi altri invece Durkeim, il fondatore della sociologia e pertanto attento più ai fatti che alle ideologie affermava, in contraddizione con i suoi contemporanei, che la religione sarebbe sopravvissuta al laicismo
La sua tesi fondamentale era che la religione ha delle funzioni che sono necessarie alla società. Esse possono essere se schematicamente riassumibili in tre punti fondamentali:
• cemento sociale : i fedeli si riuniscono regolarmente ,m condividono riti, credenze e valori che creano quindi una di identità sociale.
• attribuzione di significato : fornisce un significato alle domande fondamentali dell’uomo sulla vita, sulla morte, sul senso della storia e dell’universo. • Controllo sociale: il male e il bene vengono identificati in prescrizioni divine che sono infinitamente più corpose ed efficaci di vaghe teorie filosofiche La previsione di Durkeim sulla persistenza del fenomeno religioso si è effettivamente verificata. Tuttavia noi crediamo che le motivazioni non siano quelle addotte (o almeno non SOLO quelle)
Infatti essenzialmente il Durkeim riteneva che la religione avesse un futuro solo nel senso che svolgeva delle funzioni sociali. Nel mondo moderno però noi vediamo che le funzioni sociali di cui parlava Durkeim in realtà possono essere anche svolte ( e di fatto sono svolte) anche da altri istituti. Ad esempio i gruppi sociali non si strutturano intorno a un credo religioso che non è più identificativo di una nazionalità o di un gruppo essendo nelle società moderne ampia la libertà religiosa. Nemmeno possiamo dire che la religione possa esercitare un controllo sociale poichè ammettiamo che essa è sempre una libera scelta del singolo e mai può essere una imposizione. Per quanto riguarda poi il significato della realtà non possiamo negare che movimenti politici e culturali dichiaratamente atei abbiano proposto proprie spiegazioni e abbiano anche ottenuto ampio consenso.
Perchè allora la religione continua a fiorire e a rifiorire?
Noi crediamo che la spiegazione sia in effetti molto semplice: essa si conserva semplicemente perchè ha un valore di verità a prescindere da ogni funzione sociale, politica ,culturale che muta secondo il momento storico La credenza in un essere superiore creatore è una teoria che, se esaminata senza pregiudizi, si rivela assolutamente attendibile, “vera” possiamo dire. I valori del cristianesimo sono i valori che l’uomo propriamente ritrova nel profondo del suo essere: vengono ritrovati puntualmente quando gli effetti suggestivi di certe ideologie vengono a dissolversi. La esistenza di una Chiesa con le sue debolezze e i suoi errori ma anche con suoi santi, i suoi testimoni e martiri e con la palese assistenza divina ( i miracoli) dimostra l’attualità del messaggio cristiano. D’altra parte se noi torniamo alla epoca di cui sopra accennavamo ci rendiamo conto che solo per una visione puramente di parte e settaria può essere definita, come si suol fare nei libri di storia, l’età del positivismo: in effetti essa è stata anche l’età di Lourdes e di Fatima, ddi Don Bosco e di Don Sturzo.


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