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Problemi e società

La ricchezza

Giovanni De Sio

LA RICCHEZZA E IL CRISTIANO
Lunedì, 20 luglio 2009
E’ comune e generale nella tradizione cristiana, se non una vera e propria condanna, comunque una decisa avversità verso la ricchezza Già nei vangeli il ricco non è propriamente visto con la benevolenza che è invece riservata agli afflitti e ai sofferenti :
“Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione”
Soprattutto la ricchezza è vista come un ostacolo sulla via della perfezione: nell’episodio del giovane ricco a cui Gesù chiede di rinunciare ai suoi beni, da cui nasce la conclusione con il famoso paragone del cammello che non può passare per la cruna dell’ago In seguito nel cristianesimo, in linea generale, la povertà fu considerato uno stato eticamente preferibile alla ricchezza: non è vietato propriamente al cristiano possedere ricchezze ma se vuole veramente percorrere il cammino della santità è preferibile che si spogli di essa. I monaci non possono possedere nulla. almeno personalmente Tutti i riformatori religiosi insistono sulla condanna della ricchezza e non a caso i francescani abbracciano soprattutto "sorella povertà".
Da questo contesto nasce l’accusa da parte di alcuni ambienti al cristianesimo di aver provocato la miseria e la decadenza del medioevo in quanto gli spiriti nobili ed elevati , le elite culturali, diremmo noi in termini moderni, rifuggivano dal promuovere lo sviluppo economico e cercavano invece la povertà
Non è questa la sede per analizzare questa complessa questione storiografica: vorremo solo precisare il senso della condanna della ricchezza in una ottica cristiana Quello che si vuole effettivamente condannare non è la ricchezza in se ma l’attaccamento eccesivo ai beni materiali e quindi anche della ricchezza ma un tale atteggiamento non è solo del ricco ma lo si può trovare anche nel povero
Il cristianesimo distingue due ordini di valori: quelli materiali come il potere , la ricchezza, la sessualità e quelli di ordine spirituale come la virtù, la carità, l’apostolato. Se si vuole solo servire i primi non si possono seguire gli altri, il cristiano deve scegliere fra i beni della terra e quelli del cielo. Tuttavia anche i beni della terra sono dei beni perche il cristiano, pur essendo del cielo, tuttavia vive nel mondo e anzi acquista la vita eterna operando nel mondo e per il mondo. I beni terreni quindi possono essere anche mezzi della salvazione: dipende dall’uso che se ne fa. La ricchezza può essere un mezzo per fare il bene anzi diciamo che poi senza mezzi non si può fare molto per i poveri e gli afflitti. Ma in ogni caso operare per i beni terreni non è di per se un male a meno che questo non entri in conflitto con doveri morali e religiosi
E un pregiudizio del tutto privo di fondamento che i ricchi siano peggiori ( o migliori) degli altri. Il bene e il male. come non appartengono a nessuna razza o popolo. cosi non appartengono a nessuna classe sociale ma si distribuiscono. grosso modo, nella stessa misura.
Si può essere sensibili, altruisti. buoni genitori, sia che si mangiano cavallette sia che si possieda un grattacielo

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