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Problemi e società

Le corti islamiche

Giovanni De Sio

Domenica,1 marzo 2009
In Inghilterra da qualche anno si è cominciato a dare rilievo giuridico ai responsi delle corti islamiche (fatwe) e anche in Italia molti giudici cominciano a tener conto delle particolari tradizioni islamiche nei procedimenti giudiziari: in pratica si giunge perfino a riconoscere di fatto le poligamia nelle riunioni ai familiari, surrettiziamente giustificata con lo uno stato di necessita. A volte anche nella sanità si propone un servizio di mutilazioni genitali femminili per evitare che avvengano in condizioni igieniche pericolose.
Il problema generale da esaminare è allora: fino a che punto possiamo o dobbiamo accettare usi e tradizioni islamiche nei nostri paesi
E’ un fatto che in Italia, come negli altri stati occidentali, esistono delle consistenti minoranze costituite da mussulmani in stragrande maggioranza di origine straniera mentre gli italiani sono una esigua minoranza convertiti per altro in genere per motivi matrimoniali.
Questo pero non significano che in quanto stranieri debbano avere meno diritti religiosi degli altri, a parte che bisogna tener presente che, in tempi brevi, la quasi totalità degli immigrati acquisterà la cittadinanza italiana. E' conforme alla nostra democrazia il fatto che alla loro religione sia riservata lo stesso rispetto che alle altre. Non si tratta di cedimenti culturali ma della riaffermazione della nostra cultura laica e tollerante: si tenga conto che non mangiano maiale nelle mense scolastiche, si dia loro spazio per manifestazioni religiose: noi non facciamo esami di sabato per rispetto ad ebrei e pentecostali, blocchiamo strade e città per processioni e raduni cattolici: dobbiamo fare altrettanto per i musulmani
Il problema sorge però quando ci si trova di fronte a istituti che sono contrari ai nostri principi costituzionali e civili quale può essere, nell’esempio, ricordato prima, della poligamia In questo caso il rispetto verso le credenze religiose può estendersi fino alla tacita accettazione di questo istituto? Crediamo che la risposta debba essere chiaramente e inequivocabilmente negativa Le libertà è sempre nell’ambito dei nostri principi civili che possiamo per semplicità individuare nella Costituzione.
Il problema è che la religione islamica è essenzialmente una legge che prescrive fin nei dettagli tutti i comportamenti della vita,da come mangiare a come dividere l’eredita, quali le sanzioni penali quali le procedure processuali
Coerentemente molti mussulmani affermano che lo stato non ha il potere legislativo ma sono quello esecutivo: le leggi ci sono già, derivano dalla Corano e sono codificate nella Shari’ah , sono eterne e non si possono modificare: lo stato deve solo applicarle
Questa impostazione portata nel mondo occidentale porta a un conflitto insanabile con la legislazione e soprattutto con i principi giuridici e costituzionali che sono estranei all’islam. Se noi accettassimo il principio che un islamico, in quanto tale, possa seguire una sua legge diversa da quella comune noi introdurremmo nei nostri paesi un principio medioevale superato da secoli secondo il quale il il diritto non è valido per tutti cittadini ma varie secondo la loro etnia.
Le conseguenze sarebbero devastanti : si negherebbe lo stato di diritto e si creerebbero comunità distinte inevitabilmente in contrasto rompendo la unita della nazione Il problema è molto più grave di quanto sembri perche è proprio ora che si decide quello che avverrà nel futuro In effetti sono i mussulmani a dovere reinterpretare certe usanze, certe norme in accordo con i principi moderni europei: un movimento in tal senso e già operante da tempo con buoni risultati. In effetti è un certo modo di sentire la fede islamica che noi chiamiamo comunemente fondamentalismo a porre tali problemi mentre la maggioranza pare in grado di adattarsi ai principi democratici moderni. In particolare va rilevato che la shari’ah non accetta che un islamico possa convertirsi ad altra religione comminando addirittura la pena di morte. Ma nei nostri paesi è assicurata la liberta religione a tutti : nessuno deve impedire a nessuno di seguire la religione che crede piu opportuna La chiesa può e direi anzi, deve poter fare opera di proselitismo anche fra i mussulmani : non ci pare che avere e buoni rapporti con gli islamici comporti la rinuncia all’apostolato universale.

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