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Problemi e società

Evoluzionismo a scuola

Giovanni De Sio

Sabato ,18 ottobre 2008-------La teoria dell’evoluzionismo da fatto scientifico e culturale sta diventando spesso un fatto politico sul quale i vari movimenti politici vanno a pronunciarsi: ciò avviene soprattutto in USA ma qualche volta anche in Europa . Il problema nasce dalla scuola: si pone il problema se l’evoluzionismo deve essere insegnato come un normale capitolo della scienza o deve essere trattata come una opinione filosofica. La questione pare un sottigliezza ma in realtà è di grande importanza educativa. Se infatti i giovani imparano che l’evoluzionismo è un fatto scientifico e quindi qualcosa di sicuro affidabile, di chiarito definitivamente non resta più spazio per una concezione filosofica (religiosa) nella quale ci si richiami alla necessità dell’intervento di una Mente Ordinatrice perchè tutto quello che avviene sembra poter esser spiegato con un semplice meccanismo casuale. Negli USA la questione è finita spesso nei tribunali chiamati a decidere in sostanza se l’evoluzionismo possa essere considerata scienza o non scienza e quindi da insegnare o meno. Ben si vede come sia assurdo che dei magistrati possano decidere di una questione del genere come se la verità filosofica e scientifica dipendesse dalle leggi statali che per altro certamente non ne trattano. Il problema sul modo di insegnare l’evoluzionismo però si pone effettivamente . Non crediamo pero che esso possa risolvesi nella dicotomia scienza - non scienza. Innanzi tutto non è affatto corretto identificare la prima come una verità ultima e definitiva: anzi le moderne concezioni della scienza insistono proprio sul fatto che una affermazione è scientifica spiega i fatti FINO AD ORA ma che può essere smentita (falsificata) da altri fatti non ancora osservati: la falsificabilità ( cioè la sua non definitività) è anzi considerato il requisito essenziale della scienza. In secondo,luogo non si può tracciare una linea netta fra scienza e non scienza :in realtà esistono campi di ricerca, le distinzioni in discipline sono fatte a scopi didattici ed organizzativi. Infatti nei libri scolastici di scienze noi abbiamo in uno stesso capitolo teorie che hanno un grado di attendibilità estremamente diverso. Vediamo ad esempio il capitolo dell’astronomia: si parla dei movimenti della terra, osservati da secoli, quantificati esattamente di cui nessuno potrebbe ragionevolmente dubitare. Si passa poi a parlare di super novae e buchi neri: in realtà ne abbiamo solo notizie indirette, inferenze logiche: teorie cioè non veramente verificate; se passiamo poi al big bang ci troviamo solo di fronte a una ipotesi praticamente inverificabile. Lo studente pero ha la impressione errata che in tutte e tre i casi ci troviamo di fronte a fatti che hanno lo stesso grado di certezza Analogamente in biologia una cosa è parlare della funzione del cuore o dei reni (chi ne potrebbe dubitare) altra cosa delle malattie nervose ( con tante teorie diverse e contrastanti) ) e altro ancora della evoluzionismo di cui in realtà abbiamo degli indizi variamente interpretabile e nessuna possibilità reale di sperimentazione Ci pare quindi che non si tratta di insegnare o meno l’evoluzionismo in quanto scienza: ma di insegnare bene la scienza che significa proprio rendere consapevoli i giovani dei limiti della scienza in generale, e dei singoli capitoli in particolare. Non ci sembra possibile non insegnare l’evoluzionismo ma occorre sottolineare i suoi limiti e soprattutto mostrare pure le critiche che la cultura moderna ha mosso ad esso: chiudersi in una pretesa scientificità è antiscientifico

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