Pubblicato su www.cattolici.net   lunedi, 23 /1/06             HOME

Problemi e società

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PLURALITA’ CATTOLICA

di: Giovanni De Sio Cesarin 

La realtà del cattolicesimo è quanto mai variegata e complessa. Si estende indefinitivamente nel tempo e nello spazio, abbraccia etnie, popoli, tradizioni , civiltà le più diverse, rifluisce in mille rivoli di culture, di filosofie, di sensibilità diverse.

 Vi sono i super moderni olandesi che in altri tempi elaborarono il famoso catechismo che fu giudicato troppo arrendevole alla modernità ma anche i quasi cavernicoli della Nuova Guinea o  gli agricoltori –pastori primitive del Darfur . Vi sono cattolici fra i professori universitari e gli intellettuali di altissimo livello ma anche fra gli analfabeti e fra le vecchiette dei piccoli paesi. E anche nell’ambito di uno stesso ambiente vi possono essere sensibilità molto diverse: si pensi a Padre Gemelli e a Padre Pio  che ebbero un incontro tanto difficile  eppure  essi erano ambedue della stessa nazionalità e tempo.

 

 Ma se  la fede è una, tuttavia i cammini della fede possono essere molto diversi anzi, al limite, vi è un  cammino proprio peculiare e irriducibile  per ciascuno dei  fedeli.

 Non  bisogna pertanto confondere la fede cattolica con una specifica civiltà o una specifica cultura  Nella realtà storica abbiamo una cultura antica, una  medioevale,una  moderna e  una contemporanea diversissime fra di loro ma pure tutte pervase dallo spirito cristiano e comunque mai nessuna di essa tutta riducibili al cristianesimo stesso.

 Cosi parimenti non bisogna pensare al cattolicesimo come legato alla cultura europea  occidentale anche se di fatto attualmente la maggior parte dei cattolici fa parte di questa area culturale: esiste  anche un cattolicesimo africano, asiatico, mediorientale (arabo)

Soprattutto non bisogna cadere  nel comprensibile errore di pensare che il  “nostro” cattolicesimo sia il ”vero” cattolicesimo. E’un errore di prospettiva comune, direi, quasi inevitabile, come è quasi inevitabile cadere nell’errore di credere che la propria cultura sia la migliore del mondo se non la “unica ,vera” cultura

Si è cristiani se si ha fede nelle Sacre Scritture non se  si aderisce a questa o a quella civiltà, o  un particolare  indirizzo culturale .

Agli apostoli fu detto “ andate e  ammaestrate tutte  le genti” non nel senso che tutte le genti avrebbero dovuto accettare tutto quello che pensavano  gli Apostoli stessi ma nel senso che essi dovevano comunicare l ‘Evangelo , la Buona Novella della  resurrezione del Cristo e dei suoi insegnamenti   E infatti nel cosi detto sinodo di Gerusalemme fu deciso che ai gentili ,cioè ai credenti non provenienti dall’ambiente ebraico, non fossero  imposto tutte quelle regole  e restrizioni che avevano fatto  parte per tanti secoli della tradizione ebraica

 Le tradizioni individuano un popolo, un civiltà ma la fede è per tutti i popoli per tutte le civiltà.

 

 

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