Pubblicato su www.cattolici.net   lunedi  24/1/2005               HOME

Problemi e società

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 CIVILTA’ PRECOLOMBAIANE :CONVERSIONI DEGLI INDIOS

di: Giovanni De Si

Un certa pubblicistica afferma che la conversione al cristianesimo delle popolazioni indie dell’america sia stata un atto di violenza dei missionari che avrebbero distrutto per questo le civiltà pre-colombiane ( Aztechi e Inca) disperdendone il ricco patrimonio culturale. Indubbiamente la conquista dell’America da parte dei conquistadores spagnoli fu particolarmente violenta e costellata di orribili crudeltà cosi come a nostro parere non si può negare che lo zelo missionario fu spesso eccessivo sconfinando talvolta anche nel fanatismo . Tuttavia sarebbe semplicistico credere che la sparizione delle civiltà pre.-colombiane sia semplicemente dovuto alla conquista e alle distruzione sopravvenute. Nella storia in realtà molte civiltà antiche furono conquistate ma pur tuttavia sopravvissero e anzi conquistarono i conquistatori: i Mongoli che invasero la Cina divennero cinesi , i barbari che abbatterono l’impero romano si romanizzarono,i Turchi che invasero il mondo arabo ne assorbirono poi la civiltà. In realtà le culture pre colombiane avevano un livello che può essere assimilato a quello dell’antico Egitto, arretrato quindi di millenni rispetto alla civiltà dell’umanesimo europeo e non potettero reggere il confronto e si esaurirono lasciando solo un vago ricordo Se guardiamo in particolare l’aspetto religioso rileviamo che esse si fondavano su un concetto cardine : il sole aveva bisogno di sacrifici umani per rinnovare la propria forza affinché i raccolti fossero abbondanti. Pertanto pare che l’attività fondamentale dell’apparato politico e militare fosse quella di catturare il maggior numero di prigionieri possibile da sacrificare spesso in modo orrendo in olocausti spaventosi . E’ vero che i Maya magari sapevano calcolare benissimo i movimenti del sole ma è anche vero che di esso non avevano compreso nulla perché ancora mentalmente legati di un mondo magico e simbolico. Come potevano concezioni cosi primitive reggere il confronto con una religione, come quella cristiana che aveva fra i suoi autori S. Agostino, S. Tommaso e Marsilio Ficino ? Evidentemente proprio gli “intellettuali “ aztechi e inca dovettero riconoscere la immensa superiorità dl cristianesimo e valutare la rozzezza delle primitive credenze religiose. Diverso fu infatti l’atteggiamento dei missionari nella stessa epoca verso popoli di lunga tradizione civile e religiosa. Matteo Ricci in Cina si presentava come un intellettuale confuciano per avvicinare quel popolo al cristianesimo e anche in Giappone, paese per altro periferico e in preda alla anarchia feudale, i missionari si presentavano dopo aver appreso diligentemente lingue ed usanze. Noi possiamo rivalutare la culture pre-colombiane perché le consideriamo retrospettivamente come espressione di un momento storico ma al momento della conquista essi esse erano vive e vitali ma assolutamente incapaci di reggere il confronto con la cultura europea e cristiana per il cui il passaggio di massa al cristianesimo non può considerarsi una imposizione violenta ed estranea allo spirito delle popolazioni amerinde ma una naturale evoluzione di quei popoli al contatto con gli europei D’altra parte furono pure i missionari quelli che in qualche modo difesero i nativi dalle prepotenze dei conquistadores : qualche storico attribuisce ad essi la nascita della “ leggenda nera” cioè del racconto delle brutalità degli spagnoli che sarebbe stata accentuata dai missionari proprio per fare intervenire le lontane autorità spagnole in difesa dei diritti degli indios esagerando un pò i racconti. In verità noi crediamo che il clero non fece invece abbastanza , non ne ebbe la forza o la opportunità o il coraggio :l’opera dei Gesuiti nelle ”reduciones “ fu invece ben più ampia e incisiva ma purtroppo fu stroncata poi per l’intervento dalle autorità civili.

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