Rubriche

Problemi e società

Stato etico

Giovanni De Sio

Lunedi,8 marzo 2010
Si ha comunemente la tendenza identificare ciò che è legale con quello che è giusto dal punto di vista etico e conseguentemente a ritenere che questioni etiche possano essere risolte con sentenze della magistratura, interpreti delle leggi quasi che la magistratura potesse attingere a una verità etica ultima e definitiva non criticabile, indubitabile.
Si tratta di una teoria prive di fondamento: il contrasto o meglio la tensione fra quello che è giusto da un punto di vista etico e quello ciò che invece le leggi prevedono esiste fin dall’antichità: si pensi all’Antigone di Sofocle, ad esempio.
Innanzi tutto le leggi possono essere chiaramente in contrasto con la giustizia, la coscienza, la morale nel quale caso è obbligo morale non attenersi ad esse. Si pensi ad esempio alla discriminazioni antiebraiche: il fatto che fossero sanzionate dalle leggi non le rendeva certamente lecite e giuste: sono riconosciuti i GIUSTI come quelle persone che, a prescindere dalla proprie idee politiche, le riconobbero ingiustizia palesi e intollerabili
D’altra parte le persecuzioni contro i cristiani erano legali nell’antico Impero Romano: i martiri tecnicamente possono essere definiti criminali ,ma questo nulla certo toglie al valore etico della loro testimonianza. Ma a prescindere dai casi estremi le leggi dello stato hanno caratteri e finalità diverse dalle leggi etiche per tanti aspetti
Lo stato non prescrive quello che è bene di per se ma quello che è utile allo stato,quello che attuabile effettivamente in certe condizioni, quello che in generale puo essere bene anche se in particolari circostanze può essere ingiusto cosi via
Soprattutto guarda a cio che può essere oggettivamente rilevato , non può entrare nella coscienza di ciascuno Per questo negli stati democratici moderni si tende a diminuire l’ambito delle leggi e si adotta il principio che tutto quello che non è esplicitamente e puntualmente proibito dalle leggi è permesso: si prevedono anche casi in cui i cittadini siano esentati dall’obbedienza a certe leggi che urtino le loro personali convinzioni etiche ( obiezione di coscienza)
L’idea invece che lo stato sia la fonte dell’etica si diffuse a partire dal 700 quando venne superata l’idea che lo stato fosse espressione più o meno diretta dell’etica cioè,secondo la mentalità del tempo delle leggi religiose che individuavano un popolo. Lo stato etico come fu detto avrebbe dovuto cioè prendere il posto di Dio (Dio in terra come lo definì Hegel) e stabilire esso stesso quale fosse il bene e quale il male
Una tale concezione si è manifesta nel secolo scorso soprattutto nel nazismo e nel comunismo: gli effetti catastrofici sono ben noti
Lo stato moderno democratico ha abbandonato quindi la pretesa di essere fonte dell’etica: le leggi sono espressione di quello che la maggioranza ritiene gusto ed opportuno, non di quello che effettivamente è giusto ed opportuno. La differenza puo sembrare piccola ma è immensa perche implica la libertà di critica di pensiero, di coscienza.

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