Rubriche

Problemi e società

Giustizia Islamica a Copenhagen

Giovanni De Sio


Lunedì, 4 gennaio 2010
Un somalo,vicino agli ambienti integralisti islamici ha cercato di uccidere uno degli autori delle famose vignette satiriche contro Maometto, dopo ben quattro anni dai fatti. Da allora gli autori vivono una vita blindata sotto la protezione della polizia.
Appena la notizia si è diffusa in Somalia vi sono state manifestazioni di giubilo e un portavoce di al Shabat, la organizzazione politica integralista che controlla buona parte del paese, ha dichiarato di “accogliere con gioia la notizia dell'incidente nel quale un giovane musulmano somalo ha attaccato il diavolo che ha ingiuriato il profeta Maometto: facciamo appello a tutti i musulmani di ogni parte del mondo affinché prendano di mira le persone come il danese diabolico o come lo scrittore britannico Salman Rushdie, che hanno offeso la nostra religione e il nostro profeta" La vicenda è una manifestazione della difficoltà di integrazione degli islamici nella società occidentale.
Noi deprechiamo profondamente e incondizionatamente i volgari insulti presenti nella vignette a prescindere anche dalla banalità e dal cattivo gusto: irridere i simboli religiosi significa offesa ai credenti in quella religione. Si può non credere in Dio, ma bisogna rispettare quelli che vi credono : la critica è cosa molto diversa dall’offesa.
Detto questo, pero, bisogna tener presente che in uno stato di diritto. come quelli occidentali, di fronte a una offesa o genericamente contro una azione che consideriamo lesiva dei nostri interessi dobbiamo ricorrere alla magistratura che può condannare solo per fatti previsti esplicitamente come reati dalle leggi e nella misura da queste previste. Nei nostri ordinamenti, in pratica, una azione legale per il caso delle vignette potrebbe avere modesti o nessun risultato. Ma l’islamico invece intende applicare la legge prevista dalla Sharia, secondo la quale chi bestemmia va condannato a morte Entrano quindi in conflitto due diverse legislazioni o meglio due diversi modi di intendere la legislazione. Gli islamici devono accettare che nei paesi occidentali valgono leggi diverse e in netto contrasto con quelle della Sharia. Accettare questo fatto significa pure, però, riconoscere che le leggi islamiche possano valere per la coscienza non per la società: occorre cioè accettare la differenza fra reato e peccato : tradire un coniuge in Occidente è peccato ma ormai non è più reato
Ma per l’islam è difficile comprendere la differenza per noi ormai acquisita fra società civile e società religiosa : è questo il problema fondamentale dell’integrazione

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