Pubblicato  in APPUNTI , novembre  2008                  HOME 

 

CRISI FINANZIARIA: RITORNA MARX ?

 

Giovanni De Sio Cesari

 

La crisi finanziaria  che pure era prevista è scoppiata con un forza ed un ampiezza imprevista: dalla crisi  dei mutui si è avventata su tutto il sistema bancario americani e da li come uno  tsunami irrefrenabile su tutto il mondo  coinvolgendo i paesi prosperi, i paesi emergenti  i paesi poveri. Sappiamo che avrà ripercussioni negative sulla economia reale ma nessuno è veramente in grado di  prevedere con quanta ampiezza  e per quanto tempo.

 Qualcuno si  pone allora l’interrogativo: può segnare questa crisi una ritorno a Marx  dopo che i regini che  a lui si richiamavano  sono collassati tutti rovinosamente? Nella storia  non mancano certamente  ricorsi di tal genere

 

PREVISIONI MARXIANE  

 Esaminiamo allora il problema  delineando innanzi tutto cosa diceva veramente Marx ,per vedere se le sue idee possano essere applicabili alla nostra realtà. 

 La  teoria di Marx non era un semplice pauperismo, incentrato sulle idee
di giustizia e umanità (socialismo utopistico )  ma si poneva come   una disanima scientifica della società capitalistica. L’opera sua fondamentale infatti si intitolava “ Il capitale “ ( e non “ il comunismo” ) perche questo era l’oggetto della indagine. Secondo Marx, il capitalismo aveva in se i germi della sua stessa dissoluzione  e il  fatto che sarebbe   collassato  quindi era previsione scientifica (cioè una assoluta certezza, secondo i linguaggio del tempo. .Prevedeva che la classe media sarebbe sparita e sarebbero restate solo due classi : quella dei proletari (cioè di quelli non avevano la proprietà dei mezzi di produzione) sempre più numerosa  e sempre più povera e quella dei capitalisti ( cioè di quelli che  avevano invece la proprietà dei mezzi di produzione) sempre meno numerosa  e sempre più ricca: a questo punto si sarebbero verificati una serie di fenomeni molto complessi ma che essenzialmente sono riconducibili a una crisi di sovrapproduzione: i prodotti dell’industria, sempre più abbondanti, sarebbero restati  invenduti se le masse fossero state  troppo povere per comprarli: gli aggiustamenti  che pure possono essere  ipotizzati  sono sempre provvisori e preparano crisi sempre più profonde fino all’inevitabile crollo  definitivo.

Il crollo del  capitalismo con il passaggio al comunismo sarebbe  stato quindi un fatto inevitabile,  spontaneo: infatti Marx analizzò poco le modalità della Rivoluzione  perche essa non avrebbe trovata veri ostacoli e si rifiutò sempre di delineare una preciso modello della  società che sarebbe sorta sulle sue ceneri a differenza degli altri socialisti, tutti invece impegnati a delineare tutti gli aspetti, anche i più minuti, della propria utopia

 Trattandosi di una previsione scientifica   noi posteri, con il senno di poi possiamo agevolmente costatare  se le previsioni si siano verificate o meno. 

  Indubbiamente il crollo del capitalismo, elemento chiave del pensiero marxiano, non si è affatto verificato anzi  esso attualmente  si è allargato a tutti i paesi sviluppati  o in via di sviluppo: e' infatti il  sistema economico  adottato da tutti i paesi attualmente  già sviluppati ( Europa occidentale, America,  Giappone) e  in via sviluppo, nessuno escluso (India Cina, Asia del Pacifico, Russia)

 Si sono nel corso del secolo scorso  invece affermati regimi politici economici che si richiamavano a Marx.

In  realtà essi pero furono sempre cosa diversa da quelli ipotizzati da Marx : non si instaurarono per il crollo del capitalismo ma, al contrario, in quei paesi dove  mancava il capitalismo perche non si era ancora diffusa la industrializzazione e comunque non furono mai avvenimenti spontanei,  inevitabili ma veicolati sempre da rivoluzioni difficili, sanguinose  e infine fortemente repressive

 Essi sono poi crollati  dappertutto  per decisione unanime degli stessi dirigenti (fatto unico nella storia)  fra la soddisfazione  generale  dei popoli: per ironia della storia sono cioè crollati nel modo in cui Marx aveva previsto che sarebbe crollato il capitalismo

 E' stato detto che  i regimi comunisti effettivamente realizzati nel secolo scorso erano  una deviazione  dal "vero" comunismo  preconizzato da Marx e si parla della  sua "Rifondazione" : questi concetti erano già presenti nel 68 anzi ne erano l'anima:  ma questo dimostra ancora, a maggior ragione, che la previsione marxiana non si è mai  verificata. nemmeno al momento  della  nascita del socialismo reale  .  

Si può pensare, però, che non c'è una data  per il crollo del capitalismo ma, a parte
che 150 anni sono un bel periodo, vediamo se si stanno attuando nella nostra epoca i meccanismi previsti da Marx.

Marx prevedeva una polarizzazione delle classi in ricchissimi e poverissimi con  sparizione della classe media: in realtà il ceto medio si è ampliato, assorbendo, in pratica,  la  grande maggioranza della popolazione. I  nuovi poveri sono cosa diversa  dai lavoratori sempre più poveri previsti da Marx : si tratta di categorie emarginate che per vari motivi personali  ( malattie, disordini familiari ) o sociali, (immigrati, disoccupati) non riescono a fare parte della classe lavoratrice

 Non abbiamo poi affatto una polarizzazione in ricchissimi e poverissimi  ma una continuum che va dalle fasce più digradate a quelle sempre più benestanti: non vi è nemmeno una netta differenziazione  nel reddito fra persone istruite (colletti bianchi)  e   operai e artigiani: spesso infatti i secondi possono avere un reddito superiore ai primi anzi le maggiori difficoltà di inserimento  spesso sono per i primi: non c’è una opposizione operai -  borghesi

 E’ vero che negli ultimi anni si è avuto una maggiore differenziazione fra i redditi: ma non è che le masse nel loro complesse  si sono impoverite rispetto a piccolissimi gruppi ricchissimi come era  nelle previsioni di Marx: è aumentato il numero di persone povere  o a rischio di povertà: ma essi rappresentano sempre una minoranza  e contemporaneamente è aumentato il reddito di altre fasce consistenti della popolazione: c’ è un maggiore differenza fra lavoratori  ma essi nello loro complesso non si sono impoveriti

 E’ vero che alcuni non arrivano alla quarta settimana: ma è pure  vero che al sabato  i locali sono sempre pieni

 

PROLETARI E CAPITALISTI

Anche le categorie fondamentali nel pensiero  marxiano  di proletari e di capitalisti non trovano più riscontro  nella nostra  epoca

Secondo la definizione marxiana il proletario si distingue dal  capitalista perchè non possiede i mezzi di produzione: con questo criterio un piccolo negoziante sarebbe un capitalista perche possiede i mezzi di produzione mentre un chirurgo di fama  che guadagna venti mila euro  al mese un proletario.

In realtà attualmente si parla di lavoratori fra i quali si  includono  gli operai e gli impiegati, i dipendenti e gli autonomi, i professionisti e gli artigiani e i piccoli imprenditori e anche i pensionati e disoccupati: praticamente la classe lavoratrice  si identifica con la nazione nel suo insieme

 Resterebbero fuori solo i grandi industriali: la lotta di classe consisterebbe allora nella nazionalizzazioni delle grandi imprese:la cosa è stata fatta nel passato e ha dato risultati cosi negativi e catastrofici che tutti  ora vogliono fare la privatizzazioni: non sarebbe certo nell'interesse generale cioè dei lavoratori

 La lotta di classe dei   proletari è attualmente è un concetto privo di significato

 

D’altra parte anche il concetto della  classe dei  capitalisti ha perso  significato. Ai padroni di un tempo  si sono sostituiti i manager che possono  anche essere i proprietari  ma i ruoli sono ben distinti : chi possiede la proprietà delle grandi aziende non sono affatto più poche persone ( come nelle previsioni di Marx) ) ma al contrario, la maggior parte dei capitali,  attraverso la borsa,  appartiene non a pochi ricchi ma uno sterminato numero di piccoli e medi  risparmiatori: quando leggiamo che  la Cina investe in America significa che lavoratori cinesi  diventano proprietari di industrie americane.  

 Ovviamente chi stenta ad arrivare alla fine del mese, in Italia  o in Cina, non ha risparmi e quindi non partecipa alla proprietà : ma vi è pure una larga fascia di lavoratori  che ha risparmi ( fondi di pensione,obbligazioni , fondi di investimento) : professionisti, artigiani, impiegati direttivi, commercianti , negozianti

 La distinzione di proprietari e manager  la si nota anche in certi fatti. Un tempo, quando una impresa falliva, i proprietari erano rovinati e passavano dalla ricchezza alla povertà senza speranza, sotto un cumulo di debiti che non avrebbero mai potuto pagare: molti allora si suicidavano  perchè non potevano reggere a tanto disastro e anche nella speranza che, in questo  modo, togliendosi tragicamente di mezzo, le proprie famiglie avrebbero potuto conservare qualcosa: tanti si spararono  alla crisi del 29 ma nella crisi attuale i manager se ne sono andato portandosi enormi liquidazioni: in realtà erano degli impiegati ( paradossalmente: potremmo dei  “proletari”)  che gestivano il  danaro altrui: se hanno perso e creato un disastro non hanno perso il loro  danaro  ma solo quello degli altri: come tutti i dipendenti  possono perdere il posto di lavoro  al massimo, niente altro. Per incriminarli occorre provare che hanno operato delle  frodi ma il fatto stesso che hanno portato al fallimento le imprese dirette da loro non è e non può essere considerato un reato

 

PROSPETTIVE

Siamo quindi infinitamente lontani dal mondo previsto da Marx:  nessuna delle sue previsioni scientifiche si è avverata : non vi è stata una polarizzazione fra ricchissimi e poverissimi   il ceto medio invece di sparire  costituisce la grande maggioranza della  popolazione,  anche i concetti di proletari e di  capitalisti hanno perso significato .

 

Per quasi tutto il secolo scorso si sono confrontati  sistemi  socialisti e liberisti ( capitalisti): i primi hanno dato alle masse livelli di vita estremamente più bassi dei secondi e per questo  si sono tutti dissolti spontaneamente ,  praticamente per decisione unanime  

 Abbiamo ora una spettacolare crisi finanziaria: ma se non possiamo pensare che di  porre rimedio ad essa ispirandoci al pensiero  marxiano ( che si riferisce a una realtà che non esiste più ) tanto meno possiamo  ispirarci al socialismo reale

Esso   è stato in positivo o in negativo il protagonista della storia del secolo scorso: nel nostro secolo invece è sparito come  grande  movimento storico ed è rimasto una aspirazione di piccole minoranze politicamente ininfluenti

I rimedi vanno certamente pensati nell’ambito stesso del capitalismo: infatti

nessuno poi seriamente indica un modello alternativo  ma ci si muove sempre fra modelli nell'ambito capitalistico

La crisi   finanziaria   ha cause economiche  vaste e profonde una delle quali è che  che, come si dice, il muro di Berlino ci "è caduto addosso"

 Fino a quando   una  gran parte dell'umanità,  correva dietro a miti comunisti o vagamente socialisti solo l'Occidente correva nello sviluppo economico. Quando l'Occidente ha vinto la sua sfida con il comunismo  paradossalmente  è entrato in crisi: infatti il resto del  mondo, adottando anche esso i principi economici occidentali,  ha cominciato anche esso a correre

Si fa l'esempio della Cina come il più clamoroso ma in realtà vi sono tanti paesi che hanno tassi di crescita di poco inferiori fra i quali i piu grandi l'india e anche la Russia : tutti hanno adottato il liberismo 

La crisi economica (decadenza forse sarebbe  eccessivo)  dell'Occidente è anche o forse soprattutto , il risultato della avanzata dei capitalismi più dinamici o più radicali dei paesi emergenti

 Guardando dal punto di vista storico , nell’ambito degli ultimi due secoli il liberismo  ha prodotto  benessere, sviluppo economico libertà e democrazia  

Ciò non vuol dir naturalmente che non abbia i suoi difetti i suoi limiti: le crisi finanziarie ed economiche fanno parte della sua storia e del  sistema

 Ma non  pare che si possa  ragionevolmente dubitare che per le prossime due o
tre generazioni il liberismo (capitalismo) sarà ancor il modello
predominate: poi in un lontano futuro,chi può dirlo , chi sa cosa potrà
avvenire, chi sa, forse anche il comunismo ma noi non lo sappiamo e dati i limiti della vita umana probabilmente non lo sapremo mai