Pubblicato da       Appunti, settembre  2006                                                     Home        

 

Completezza di  informazione

Giovanni De sio Cesari

 

Una volta  un mio lettore non sembrava troppo d’accordo con il contenuto di un mio breve articolo che verteva su  confronto fra   cristianesimo e islam pubblicato su un sito ad ampia diffusione  e mi rimproverava di  essere parziale in quanto esaminavo solo alcuni aspetti

 Mi ero limitato ad alcuni estratti del Corano e dei Vangeli e non li avevo citati nella loro  interezza, non avevo esaminato anche gli hadith, gli Atti, le Epistole, non esaminavo tutte le interpretazioni ortodosse e non ortodosse cristiane e musulmane  e poi perchè non avevo anche esaminato la fonte delle due religioni l’ebraismo con annesso Talmud: e poi perchè non allargare l’indagine anche alle altre religioni…

 

 La cosa mi fece sorridere al momento: volendo seguire le prescrizioni del mio lettore avrei dovuto scrivere una serie di volumi con migliaia e migliaia di pagine: a parte che mi ci sarebbero voluto molti  anni e  probabilmente non ne sarei stato affatto capace,  ma chi avrebbe poi mai letto una tale  ponderosa e infinita opera  e quale  sito  o quale editore mi avrebbe mai pubblicata un simile fardello

 

Tuttavia poi ripensandoci: il lettore nella sua ingenuità e inesperienza poneva pure un problema importante: ma in cosa consiste la completezza (e la conseguente oggettività) della  informazione?

 Seguamo l’ipotesi  del lettore che la completezza dell’informazione comporterebbe la citazione di “tutti” i fatti avvenuti : se  volessi dare una informazione completa e oggettiva di ciò che ho fatto ieri dovrei descrivere  tutto quello che ho realmente fatto senza tralasciare alcun fatto: evidentemente  impiegherei  molto più tempo delle 24 ore occorse per gli avvenimenti per descriverli e altrettante almeno ne impiegherebbe un lettore per leggerle : certamente io non scriverò mai una tal sproposito e anche  se mai lo scrivessi nessuno,sano di mente, lo leggerebbe.

 Evidentemente se voglio descrivere quello che ho fatto ieri devo tener presente ciò che può interessare il lettore: magari dirò che non ho fatto “niente” oppure descriverò pochi avvenimenti o  magari uno solo sul quale potrei  soffermarmi anche molto a lungo,  richiamando fatti anche lontani, interpretazioni esistenziali , teorie filosofiche o religiose  e quanto altro occorre. Quello che però risulta chiaro è che la completezza della informazione non significa riferire tutti i fatti ma solo quelli ritenuti significativi.

Questo modo di procedere  poi lo si incontra in tutte le manifestazioni della  vita civile: anche in un verbale di una riunione condominiale discussioni infinite durate ore ed ore vengono sintetizzate in poche righe che si possono leggere in uno o due minuti  Diciamo anzi, generalizzando, che un atto di intelligente comprensione  è essenzialmente una sintesi in cui alcuni elementi vengono considerati  importanti e altri meno e la stragrande maggioranza del tutto  irrilevanti. Possiamo anche dire che la intelligenza si misura proprio nella capacità di distinguere ciò che è essenziale e ciò che non lo è

 

Passiamo ora al piano storico e culturale in generale

 Poniamo ad esempio che si voglia dare una informazione “ completa”  della Seconda Guerra Mondiale:  su quegli avvenimenti abbiamo un numero tanto alto di  scritti in tutte le lingue che  in realtà nessuno sarebbe in grado di leggerli tutti e nemmeno  una parte  considerevole di essi. Senza  poi considerare  d’altra parte che solo una piccolissima parte dei fatti realmente accaduti è stata poi riferita per iscritto.

Una analisi completa ed oggettiva di quei fatti quindi non può consistere nella descrizione di “tutti” i fatti

Lo storico, l’ analista allora si pone un limite di spazio: si può scrivere di un determinato argomento  in solo qualche pagina o in mille o in diecimila pagine: comunque sarà sempre una sintesi

 Si pone allora il nostro problema:  quando essa può considerarsi una descrizione completa ?

Non vi è completezza  se fra i fatti ricordati si sono mesi in luce   solo quelli che suffragano una certa tesi e taciuto artificiosamente  altri, si è dato spazio solo a una certa interpretazione particolare tacendo che esistono anche interpretazione che vanno esaminate  anche solo magari per confutarle

 Ad esempio: potrei dire che la Seconda Guerra Mondiale è iniziata con la dichiarazione di guerra di Francia e  Inghilterra alla Germania e sarebbe cosa vera: ma tacendo che  questa veniva dopo l’aggressione germanica alla Polonia io direi cosa falsa dicendo una cosa vera: al  lettore sembrerebbe che la Germania fosse l’aggredita e non l’aggressore perchè tacendo un elemento rilevante  mancherebbe la completezza del informazione. Potrei dire che la guerra  fu iniziata dalla Germania: direi una cosa vera sostanzialmente anche tralasciando il fatto che fu tecnicamente  la Germania e ricevere la dichiarazione di guerra: potrei consideralo un fatto secondario da non rilevare in una trattazione breve: Infatti generalmente nei libri di storia scolastici si dice  e giustamente che la guerra fu scatenata dalla Germania e non da Francia e Inghilterra.

Va considerato anche che nella completezza della informazione  vanno esaminati le ragioni di tutti: la Germania attaccò la Polonia ponendo un problema che aveva comunque la sua fondatezza: riunire alla  nazione Danzica che pure era città etnicamente tedesca assegnata alla Polonia la quale aveva  rifiutato in ogni caso  anche solo di discutere il problema: infatti  l’esercito germanico fu accolto trionfalmente in quella città come liberatore  

 La storia spesso viene vista popolarmente come  una serie di follie incomprensibili  proprio perché nella sia pure comprensibile prospettiva    dell’affermazioni delle proprie ragioni manca una completezza di informazione: non si possono spiegare gli avvenimenti storici affermando che quel capo di stato è un pazzo, quell’altro un delinquente e quell’altro ancora un imbecille. Certamente possiamo considerare  aberrante la ideologia di Hitler ma pure esisteva e veniva condivisa sinceramente da milioni di persone : va esaminata, va confutata  va spiegata nella sua genesi storica e culturale : non la si può ignorare non si può dire  semplicisticamente che era  pura follia

Nell’opinione pubblica si formano invece come tanti medaglioni : Sabra e Chatila, Custer al Little big horn, I Martiri della Repubblica Partenopea le foibe , la pedizione di Sapri  e via dicendo perchè da parte del grosso pubblico non si conoscono  le ragioni, il contesto generale in cui questi avvenimenti  si sono manifestati  

 Ci rappresentiamo cosi dei cattivi che fanno cose terribili ma poi si rassomigliano tutti perchè hanno tutti poi la faccia cattiva, si riconducono magari a filoni generali di cattiveria ( americani, comunisti, terroristi, nazisti, )

In realtà  ognuno di questi episodi va inquadrato nel suo specifico contesto: si tratta di situazioni profondamente diverse,

A volte si tratta solo di un  episodio più eclatante di una serie di altri  che  vengono dimenticati: l’eccidio di Sabra e Chatila è solo il più noto (nemmeno il più grave)  di una serie di episodi simili durati molti anni

Qualche volta invece si tratta di fatti del tutto eccezionali, accidentalì: l’episodio di  Custer fu l’unico in tutta la storia della colonizzazione americana in cui un intero reparto militare  fu distrutto e massacrato dai nativi

Altre  volte si tratta di qualcosa di inevitabile quando è stato messo un moto un certo processo: il re di Napoli non poteva graziare gli esponenti della Repubblica Partenopea perché pressato dai parenti dai dei lealisti ( i Baccher) inutilmente e crudelmente fatti fucilare negli ultimi giorni della Repubblica.

 In altri casi invece parliamo proprio di follie, di atti crudeli delinquenziali e fuori logica :gettare nelle foibe persone solo per la loro nazionalità. 

 Talaltra volta vengono invece taciuti particolari dell’episodio lasciando credere che fossero altri: Pisacane fu assalito  e ucciso dai contadini  ma nelle celebrazioni (La spigolatrice di Sapri) si lascia credere che fossero stati i Borbonici: gia il termine  è ambiguo perchè fa pensare che fossero dei mercenari, magari stranieri, e non soldati regolari dell’esercito napoletano, tutti nati nel regno stesso e che  trovavano la fedeltà al re come cosa ovvia e indiscutibile. .

In conclusione possiamo dire che la completezza  della informazione  non può consistere nella mera elencazioni di “tutti”i fatti cosa del tutto impossibile:la completezza consiste nella elencazione di tutti i fatti “significativi” o almeno ritenuti significativi non solo dall’autore ma dai  coloro che si sono occupati del problema almeno di quelli più noti