Pubblicato    Portale Cina      gennaio 2008                  HOME

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

RELIGIOSITA' POPOLARE CINESE

Strttura introduzione- concetto di  religione- rivelazione -  gli esseri  spirituali -  ortodossia -buddismo e universismo -  laicismo-  anima-  templi.- il miracoloso - statistiche - lo zen (chan )  

 

  INTRODUZIONE

Al turista che chiede  in che cosa credono i cinesi non è facile dare una risposta  chiara e  sintetica. L’Occidentale  che non ha specifiche conoscenze  si aspetta infatti   una risposta che faccia corrispondere, grosso modo, gli elementi base del cristianesimo a quelli della religione cinese Ma se una  risposta  del  genere sarebbe possibile per l’Islam, risulta invece impraticabile  per la religiosità della Cina e in genere dell’estremo oriente .

 

Il problema   è piuttosto complesso in quanto vanno infatti chiariti  alcuni concetti  che la nostra cultura cristiana da per scontati e ovvi  ma che non lo sono affatto nelle  altre culture. 

 Le nostre idee religiose sono mutuate dal cristianesimo: esse possono valere anche per Islam in quanto anche esso deriva dalla religione ebraica: nel linguaggio islamico  i credenti delle tre religioni sono detti “popoli del libro” (cioè della bibbia )   distinti quindi nettamente dagli altri credenti

I cinesi non sono un popolo del libro:per essi, come per la maggioranza delle  altre religioni . alcuni concetti base della nostra religione vanno intesi differentemente

 

CONCETTO DI  RELIGIONE

Per noi occidentali essere religiosi significa sostanzialmente credere in un Dio onnipotente e creatore di tutte le cose: chi crede in Dio è religioso, chi non ci crede è ateo. La distinzione è semplice, chiara. inequivocabile. Viene considerata superstizione,  retaggio di ignoranza, indegno di un uomo moderno  credere che esistano entità spirituali  del tutto autonome dall’idea di Dio come spiriti  della natura (geni delle fonti e dei boschi ), esseri malvagi o buoni ( elfi, fate streghe)) o  che siano possibili magie e incantesimi: tutto ciò è fuori della religione-

 Ma dal punto di vista antropologico la religione non può essere identificata nella sola credenza in Dio: essa invece è costituita dalla  credenza che, oltre agli esseri materiali e  corporei,  esistano esseri  spirituali e invisibili  Le due sfere   di realtà. una spirituale e  una materiale   restano  ordinariamente ben distinte e incomunicabili: le pratiche religiose hanno il fine  di mettere in comunicazioni le due sfere,  di permettere all’uomo di attingere al mondo degli spiriti, del sovrasensibile.

 Nell’ambito cristiano  e islamico invece in realtà però non  c’è alcun bisogno di usare  particolari pratiche. Ogni fedele è in comunicazione  diretta con Dio al quale può rivolgersi in ogni istante della vita sicuro di essere pienamente ascoltato. Le pratiche religiose sono atti prescritti più o meno direttamente  da Dio a cui bisogna  attenersi ma non un mezzo necessario per comunicare  con Dio stesso: anche se uomo non va a messa o non si confessa non per  questo Dio non lo ascolta e non lo vede   

 

RIVELAZIONE

Nella religione cristiana  è centrale l’idea della Rivelazione.

Dio si è rivelato in un determinati momenti storici e  in precise circostanze agli uomini. Ciò comporta che Dio è concepita come Persona , datato di volontà ( non è cioè una forza impersonale) e che quindi si interessa coscientemente dell’uomo verso il quale si pone nella posizione di Padre amorevole e misericordioso e al quale ha dato una legge morale. In conseguenza l’uomo vede in Dio non solo l’essere che ha  creato e regge l’universo ma soprattutto  Colui al quale può rivolgersi   per lodarlo, ringraziarlo,per  chiedere perdono e ispirazione  e anche  aiuto nelle circostanze difficili della vita. Dio diventa cioè una presenza continua e assidua nella vita  del credente il quale si sente continuamente in comunicazione con Lui: il credente non è mai solo.

Ma in Oriente invece è assente l’idea che Dio si sia rivelato all’uomo. All’Essere Supremo si arriva per ragionamento filosofico o, se si preferisce, con il buon senso: ma poichè Egli non si è rivelato, l’uomo non gli si può rivolgere. Dio assume l’aspetto di una ipotesi teorica che in concreto non entra nella vita quotidiana dell’uomo. Per quanto possa sembrare strano a noi occidentali, Dio non è quindi al centro della religiosità cinese

 

GLI ESSERI  SPIRITUALI

 Nell’ambito cristiano oltre  a Dio esistono come esseri spirituali gli angeli i demoni, le anime dei defunti fra  le quali spiccano per particolare importanza quelle dei santi: a prescindere dei demoni che  costituiscono un problema particolare, tuttavia tutti fanno sempre riferimento a Dio e ogni loro potere  deriva sempre da Dio stesso, Si possono invocare e pregare tali entità ma solo perché  a loro volta essi possano invocare e pregare Dio, unica fonte di ogni potere.  Dio esaurisce la sfera del divino, gli altri esseri spirituali possono essere solo tramite a Dio ma  non fanno parte della divinità : Dio è uno e uno solo.

 Ma nella religiosità cinese  Dio in pratica non svolge nessun ruolo  in relazione agli uomini: quindi, l’uomo,  non  potendo rivolgersi a Lui deve rivolgersi agli altri esseri spirituali  che a differenza della credenza cristiana hanno un loro potere autonomo.  Essi fanno parte della sfera della Divinità, con poteri più o meno forti

Per i cinesi esistono innanzi tutto le anime dei defunti:  massima importanza danno alle anime dei propri antenati che considerano sempre presenti nelle proprie famiglie: tradizionalmente esisteva sempre un altarino in ogni casa con delle tavolette che rappresentavano gli antenati stessi o presso  i quali essi stazionavano in qualche modo.

 Esistono poi le anime dei grandi uomini:  gli illuminati : il più importante è il Budda ( cioe il principe indiano Siddharta , fondatore del buddismo ) e poi una serie innumerevoli  di altri  illuminati ( boddishatva). Il Budda viene rappresentato e riconosciuto in varie funzioni e aspetti: un pò come facciamo noi con la Madonna (Annunciazione, Immacolata Concezione, Assunta, Addolorata ecc) 

 I Boddishatva  possono essere paragonati ai nostri santi . Ve ne sono per ogni occasione,  per ogni luogo, per ogni bisogno

Esistono poi gli spiriti : in genere si tratta di entità naturali che non hanno consapevolezza ma che possono essere pericolosi per gli uomini.

 Si  possono tenere a bada con alcuni accorgimenti: gli usci debbono essere alzati in modo che non possano attraversarli, i ponti vengono costruiti a zigzag  in modo che non possano attraversali, nelle abitazioni  bisogna costruire un foro nella parete opposta alla porta in modo che se, per caso,  uno spirito entri in casa possa uscire agevolmente per il foro

Queste pratiche corrispondono in Occidente nelle superstizioni popolari  (numeri sfortunati, gatti neri, fatture ,ecc)  che però in Occidente sono decisamente contrastati  dalla  religione ufficiale: ogni ente spirituale può avere potere solo da Dio, ogni credenza  in un  potere autonomo  (spiriti, magia ) sono superstizioni, paganesimo, incompatibili con la fede cristiana.

 

LA ORTODOSSIA

Poichè Dio si è rivelato la verità è sempre una e una sola: quella rivelata, ovviamente,  che viene attentamente codificata. In concreto però possono esserci varie interpretazioni di essa con diverse codificazioni : in queste caso nascono sette e confessioni diverse ciascuna delle quali ritiene di essere la vera depositaria della Unica Verità e che gli altri sono nell’errore (eretici) :da ciò deriva una propensione alle guerre di religione  con l’assimilazione degli erranti ( eretici) ai malvagi: chi distorce  il messaggio divino  è fuori della sua grazia, è un peccatore, non può essere un virtuoso .

 Ma quando non vi è una Rivelazione  non esiste nemmeno una ortodossia: il cinese può quindi seguire anche teorie diverse, pensatori e mistici di diversa ispirazione, pratiche religiose  differenti: tutto ciò appare legittimo e non da, in genere,  adito a lotte religiose

 Si ritiene pure che esistono varie gradi di conoscenze religiose: il popolo può seguire teorie più semplici e grossolane mentre i mistici possono avere concezioni più adeguate e profonde della divinità.

 

BUDDISMO E UNIVERSISMO

In genere i cinesi si auto definiscono “buddisti” ma in realtà il  buddismo è una specie di contenitore vuoto nel quale si può mettere tutto e  il contraria di tutto.  In genere la figure di Budda dominano i templi il pantheon cinese ma poco hanno a che fare con la figura di Siddharta ,  il Budda storico. Questi infatti era un pensatore che invitava alla rinuncia al mondo: ma il Budda popolare  è colui che dispensa beni  e prosperità: è ritratto spesso con una grande  pancia perche questa rappresenta, appunto, la abbondanza.

Più correttamente la religiosità cinese viene definita dagli studiosi occidentali come  “universismo cinese” in quanto sintetizza  apporti diversi  sia colti che popolari stratificatesi con il tempo.

 E possibile riconoscere quindi vari influssi : il  Buddismo diffusasi in Cina dal  III secolo  ma il cui contenuto di rinuncia pare poco recepito  nella  religiosità popolare: il Taoismo  la corrente piu propriamente mistica che cerca  di attingere alla  divinità e di congiungersi con essa,  il Confucianesinmo  che non è una religione ma che fonda un sistema di valori, doveri e diritti su una base religiosa di ordine universale. Si aggiungono ad essi poi una serie di credenze popolari intrise più o meno di magia e superstizioni.

 

LAICISMO

 In Cina la separazione fra potere politico e religione ha avuto una tradizione  molto più ampia  che in Occidente a prescindere, naturalmente,  dal Tibet dove invece i monaci detengono  direttamente anche il potere politico come avveniva spesso nel nostro Medio Evo.

 Fino a tempi e recenti  in Occidente il sovrano giustificava il suo potere  con una investitura più o meno diretta da Dio stesso: il sovrano era tale  “gratia dei”,  per volontà da Dio, ed aveva il compito di essere il difensore della fede  e di applicare la legge divina stessa. Solo recentemente il potere politico ha perso la sua aurea religiosa per diventare  invece espressione della volontà popolare.

Anche in Cina l’imperatore era dichiarato “figlio del cielo” (in cinese:tian zi ) ed era il sacerdote supremo, cioè il tramite fra il popolo e la divinità: infatti  alla caduta   dell’Impero egli ogni anno usciva dalla sua residenza ( la città proibita) per andare nel vicino “tempio del cielo” per propiziare i raccolti e renderne grazie.

 Tuttavia  il potere politico si ispirò soprattutto a Confucio che affermava una religiosità etica e  civile incentrata su  ordine e doveri: le pratiche religiose restavano sempre qualcosa di distinto, spesso visto con  sospetto  dal  potere stesso

 

ANIMA

Per il Cristianesimo   l’uomo ha una anima  immortale, creata direttamente da Dio : alla morte l’anima  e il corpo si separano ( almeno fino al Giudizio Universale) e quindi si   riceve il premio o il castigo  secondo le azioni  compiute in vita. Si vive quindi una e una sola volta; la morte è un avvenimento unico e irreversibile  che determina poi la vita eterna:

I cinesi generalmente credono nella reincarnazione: l’anima  è immortale  ma può rientrare in altri corpi attraverso leggi sconosciute. Esistono anche inferni e paradisi ma questi non sono eterni :purificano l’anima e la premiano prima di ritornare all’incarnazione.  Il buddismo insiste sul fatto che solo l’annullamento ( il nirvana) libera  l’anima: ma questo interessa i mistici non il comune credente 

La morte pertanto non è un fatto unico e definitivo: si può nascere e morire molte volte,  la morte è un passaggio verso  un’altra vita e  perde la sua drammatica irreversibilità.

 

TEMPLI

In Occidente  le chiese  sono presenti ovunque e ogni agglomerato di abitazioni per quanto piccolo ha, nelle immediate  vicinanze, un luogo di culto:

 In Cina invece i templi sono in luoghi appartati come i nostri monasteri:

 non sono cioè in mezzo alle abitazioni,non fanno parte della quotidianità. 

Però in ogni abitazione di credenti vi è un altarino  al quale rivolgersi per le pratiche religiose: insomma ognuno, se vuole , si fa il suo piccolo” angolo chiesa”. Anche da noi si usa ( o si si usava ) tenere in casi quadri sacri  e crocifissi: tuttavia i riti cristiani non possono essere svolti in casa è e quindi è necessario recarsi nelle chiese che devono quindi essere  facilmente raggiungibili da tutti.

 Soprattutto, però, in Cina i templi non svolgono quella funzione che hanno le nostre parrocchie che  non sono  solo un luogo di culto  ma anche un centro di aggregazione  di ogni categoria di persone , un centro di iniziative caritative, civili,  culturali: non esiste   in Cina un figura simile al nostro parroco  che sia di riferimento  e non solo per i fatti religiosi

Non esiste nemmeno un clero  secolare organizzato : solo alcuni monaci che si dedicano alla  meditazione, alla preghiera, alla custodia dei templi.

 

IL MIRACOLOSO

 In tutti i templi le immagini raccontano di fatti prodigiosi attribuito al Budda e a tutti gli altri Buddidhatva. Il miracoloso anzi è l’elemento essenziale,  più che le dottrine e i principi etici religiosi:  la fede cinese è riposta e supportata   dai miracoli. Il miracolo è visto pero con ingenuità : si crede e basta senza sottoporre a critica i fatti . E’ quello che avveniva nel mondo cristiano  fino alle soglie dell’età moderna quando fiorivano le leggende dei santi: : con l’affermarsi della mentalità scientifica  il miracolo nell’ambito cattolico è divenuto una fatto eccezionale dichiarato tale solo dopo attente e scrupolose indagine  scientifiche e sempre con molte a cautele

Ma in Cina lo spirito scientifico razionalista non è ancora entrato nell’ambito religioso.

 

 

STATISTICHE

Quanto sono  realmente i credenti in Cina: ufficialmente si parla del  20%. Tuttavia il problema è piuttosto complesso: innanzi tutto non abbiamo dei riti pubblici obbligatori che possano fare da riferimento . In Occidente noi contiamo  i battezzati ,  quelli che fanno la prima comunione  e quelli che assistono regolarmente alle  messe domenicali. Già cosi  abbiamo pero  dati molto differenti: mentre infatti i battezzati sono la quasi  totalità della popolazione (che non aderisca  ad altre fedi religiose)  coloro che frequentano  regolarmente le messe domenicali sono meno del 25 % ( dato simile a quello dei credenti cinesi). C’è quindi grande differenza fra i battezzati e i praticanti :difficile,poi dire quanti siano i credenti che non si recano in chiesa se non saltuariamente:
 In Cina non esiste nulla si somigliante al battesimo o alla  messa: il cinese non è mai chiamato a manifestare esplicitamente le sue credenze religiose

 Queste, d’altra parte, come  abbiamo viste sono abbastanza indefinite: non esiste qualcosa di simile al credo cristiano , non esiste una chiara distinzione fra credenti e non credenti. Il fatto che non  si seguano pratiche religiose non significa necessariamente che non si hanno credenze religiose

 Soprattutto va notato  che le pratiche religiose sono essenzialmente utilitaristiche: si chiede qualcosa  di concreto della vita di tutti i giorni: sconfinano o sono difficilmente distinguibili da  superstizioni e magie. Questo significa che lo sviluppo della mentalità critica scientifica moderna tende sempre più a emarginare certe pratiche: può  un cinese moderno veramente  credere che gli spiriti malvagi non possano attraversare un ponte a zig zag?

 Non è avvenuto nella  religiosità cinese un processo di  chiara distinzione fra fede e superstizione, fra una visione filosofica religiosa e una ingenua credenza negli spiriti.

  

 

LO ZEN (CHAN )  

Il “chan” è conosciuto in Occidente secondo la pronuncia giapponese  “zen” poichè è dal Giappone che si è  e diffuso in Occidente.  A tale termine fanno riferimento non solo tecniche di lotta e arti marziali  ma anche l’arte di disporre i fiori, di preparare il the,

 Ciò che stupisce gli Occidentali  è che tecniche militari o casalinghe pretendono di assumere anche un valore religioso e filosofico. 

Nel pensiero  buddista, e cinese in generale, si pone  la supremazia del mondo spirituale ( il mondo vero) su quello materiale inteso come pura vanità e apparenza: il dominio del proprio corpo è quindi una  tappa fondamentale perché lo spirito si liberi dalla materialità e raggiunga la  “illuminazione” cioè  la vera comprensione della verità al di  del apparenza del dato materiale: tecniche come quelle  marziali o della preparazione del  the possono essere i mezzi per dominare la corporeità: quindi non si tratta di sapere usare bene la spada e preparare un buon the che sono  risultati  secondari, ma di padroneggiare  il proprio corpo per aprirsi ai campi dello spirito: da qui  il valore mistico religioso di tali arti.

 In effetti il Chan non comprende solo tecniche materiali ma anche la meditazione , il teatro, la poesia la pittura  e un po qualsiasi altra manifestazione umana  persino la sessualità.

 Il chan corrisponde in Occidente alle penitenza, alla mortificazione della carne in vista delle meditazione. Analogamente che in Cina, nel Cristianesimo si ritiene che lo spirito debba dominare il corpo  per ascendere a Dio (estasi): si usa quindi  la penitenza (cilicio, auto- flagellazione) il rifiuto degli agi ( dormire in terra, andare scalzi )  soprattutto il digiuno penitenziale: questi  sono però atti preparatori al vero mezzo di ascesi a Dio che è la preghiera: ma per il cinese non è possibile rivolgersi direttamente a Dio e quindi  le tecniche di dominio della corpo  bastano  a raggiungere la visione superiore la “illuminazione”

L’atteggiamento anti violento e caritativo del  cristianesimo ha escluso dal novero delle attività di preparazione alla meditazione  quelle militari: il lavoro invece ne costituisce invece una dei principali  (ora et labora) ma attività come preparare del the o i fiori appaiono troppo frivole 

Le tecniche Zen hanno avuto notevole successo in Occidente: tuttavia il loro valor religioso  viene  messo in ombra e vengono intese come tecniche psicologiche  per combattere stress, ansia, insicurezza e altri problemi psicologici:  sono divenute quindi una sorta di terapie psicologiche