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Pubblicato   da    www.americacallsitaly.org     giugno    2007.                         HOME

 

LA  QUESTIONE   MERIDIONALE

 

Giovanni De Sio Cesari

 

LA NASCITA DELLA QUESTIONE

 

Quando nel 1860 I garibaldini entrarono a Napoli trovarono un mondo molto diverso da quello che avevano lasciato al nord e che si aspettavano di trovare quasi identico anche al sud. Qui il piatto base non era, come dovunque, la classica zuppa  nella quale si intingeva il pane o la polenta, quando il pane scarseggiava A Napoli si mangiavano i maccheroni prendendoli con tre dita e facendoli colare in bocca: una abilità  che non si improvvisa. Torino era una piccola  Parigi, Milano una piccola Vienna ma Napoli somigliava più a Bagdad che a Torino o Milano. E Napoli era anche molto diversa dalle province dell’interno, montagnoso, inaccessibile per mancanza di strade e asperità  dei luoghi. Gli stessi  napoletani non conoscevano affatto  la maggior parte del regno  che restava  in un isolamento pressocchè completo, spesso i nobili vi possedevano terre che non avevano mai visto

 I napoletani ,i patrioti riparati in Piemonte  erano persone di grande cultura e  non rappresentavano la generalità dei loro concittadini

Emblematicamente  Cavour, Mazzini, Garibaldi non erano mai stati a Napoli ma si trovavano a loro agio a Parigi, spesso anche a Londra, parlavano il francese meglio dell’italiano

 

Però nel  Risorgimento il dogma  fondamentale era che l’Italia   era una, un solo paese, abitato da una solo popolo. In realtà le differenze fra nord e sud erano notevoli: il nord era proteso verso la Francia e la Germania  ma il sud restava isolato, lontano.

Subito dopo l’Unità  poi esplose il fenomeno del brigantaggio: bande di fuorilegge imperversavano affermando di voler restaurare  sul trono Ferdinando II Borbone. In realtà si trattava di contadini e pastori spinti alla disperazione dalla miseria più nera.

  Lo stato inviò  nel sud un esercito imponente che inseguiva le bande per terre disabitate e inospitali fucilando sommariamente migliaia di  briganti o creduti tali: operazioni militari che  erano molto simili a quelli tenuti nelle colonie. Tutti allora furono stupiti che ci fosse una tale differenza

Nacque cosi quella che fu definita la Questione Meridionale: gli studiosi, i politici, un pò tutti si posero il problema del perchè il sud fosse cosi diverso e tanto più povero e arretrato del nord e soprattutto come ovviare a questo fatto. Lo studio e i provvedimenti  si sono succeduti ,generazioni dopo generazioni, per cinque generazioni, per oltre 150 anni , fino i nostri giorni.

 Il problema  però rimane irrisolto :anche  attualmente la differenza fra sud e nord non si è affatto colmata.

 Tuttavia il fatto non è da vedersi come  qualcosa di eccezionale o di misterioso In tutti i grandi stati vi sono differenze spesso altrettanto notevoli  fra zone diverse, aree sviluppate e  aree depresse E anche i motivi delle  differenze fra nord e sud non sono poi misteriosi ma nel complesso abbastanza chiari anche se la discussione  la polemica, il dibattito politico  rimangono sempre ampi ed accesi.

Anche  il fatto che le differenze non siano state ancora colmate non ha nulla di misterioso ma  viene spiegata con una considerazione semplicissima. Nei periodi di sviluppo, nelle  congiunture positive se il sud fa dei progressi anche il  nord ne fa, anzi di maggiori, per cui alla fine  la differenza risulta magari più grande  della precedente. Non è che il sud non abbia fatta dei progressi: il sud poverissimo con un’agricoltura poverissima di  sussistenza non esiste più, le condizioni economiche sono immensamente migliorate: ma nello stesso tempo il nord ha fatti dei progressi anche maggiori. Non è pensabile fermare il nord nel suo sviluppo perchè il sud lo raggiunga e non c’ è modo di fare che il sud abbia un progresso più rapido del nord.

E un fenomeno che si ritrova in molte parti del  mondo per cui le differenze fra zone diverse si perpetuano attraverso i secoli , anche i millenni. Ad esempio il mediterraneo è stato per oltre tremila la culla della civiltà e da 800 anni   invece il primato è passato al nord Europa

Esaminiamo allora sinteticamente i motivi del divario  

 

 

MOTIVI FISICI

 

 Il settentrione di Italia  è caratterizzato da una grande pianura0 ,la valle padana, solcata da fiumi perenni, ricchi di acqua  che ricevono dai ghiacciai delle alpi: quindi vi è abbondanza di terre coltivabili.

Il sud invece è montagnoso, ha poche pianure e corsi d’acqua piccoli e magri , le coste sono quasi sempre paludose. Quindi le terre coltivabili sono poche, e, in genere, poco fertili. Se gli abitanti sono pochi in numero ( come nell’antichità) le poche terre buone sono sufficienti; man mano che popolazione aumenta  le risorse diminuiscono;  le terre migliori  sono divise  in piccolissimi appezzamenti, si cerca di coltivare anche quelle poco adatte (colline, montagne, zone aride): la conseguenza è che il livello di vita della popolazione si abbassa  sempre più

 Un fenomeno analogo abbiamo per molte terre di antica civiltà: ad esempio l’Egitto era nell’antichità il granaio del mediterraneo ma aveva solo qualche milione di abitanti ( forse tre o quattro) ma attualmente la sua popolazione supera di dieci volte quel numero ( 50 o 60 milioni): ma i terreni sono sempre gli stessi, non è possibile coltivare il deserto lontano dal Nilo e quindi attualmente non riesce più a sfamare tutti i suoi abitanti.

Inoltre la conformazione del territorio del meridione poi rendeva  difficile le comunicazioni: al nord i grandi fiumi integrati da infiniti canali permetteva un incessante e facile trasporto delle merci. Milano era percorsa dai famosi navigli che erano come le arterie di quelle economia. Ma al sud  non vi sono fiumi navigabili, colline e monti rendevano difficile e  penoso il movimento

 

RAGIONI STORICHE


Nell’antichità e nell’alto medioevo, fino intorno al 1200, la parte di Italia più ricca e civile era il meridione che risentiva dell’influsso  arabo e bizantino . Ad esempio la prima repubblica marinara fu Amalfi (intorno al 1000), e la prima espressione della lingua italiana fu la scuola poetica siciliana della corte di Federico II agli inizi del 1200. Da quel momento però il primato civile ed economico passò al nord d’Italia :nel 1300 la lingua italiana infatti divenne il toscano , il commercio marittimo passò a Genova, Pisa e Venezia.  Si tratta di una tendenza storica generale; infatti la civiltà occidentale ha come centro il nord d’Europa mentre il mediterraneo gradatamente perdeva il suo primato civile che aveva conservato per oltre tremila anni.

In questa tendenza generale si manifestano al nord il fiorire della civiltà comunale: tutte le città gareggiano fra di loro  per magnificenza  (Firenze, Milano, Verona, Venezia, Pisa,  Bologna ecc): praticamente ogni centro del nord conserva tuttora grande testimonianze  del  medioevo. Invece nel sud con l’arrivo degli Angioini   a metà  del duecento, si installa il feudalesimo proprio quando esso tramontava al nord lasciando il sud nell’arretratezza. In seguito poi le scoperte geografiche, soprattutto  dell’America spostarono sempre più a  nord il centro dl civiltà e anche il nord d’Italia restò arretrato rispetto ai paesi  atlantici. Alla fine del 700 iniziò la rivoluzione industriale  che ha cambiato  totalmente  il mondo: essa ha il primo sviluppo  in un area ristretta: se facciamo un cerchio intorno al Mare del Nord di 300 km  noi abbiamo tutte le aeree di prima industrializzazione: Londra, Parigi, la regione germanica  del Reno. Anche ora, man mano che ci allontaniamo da quel centro, abbiamo zone meno sviluppate: l’ Inghilterra del nord, la Francia del sud, la Germania dell’est. Alla fine dell’800 anche l’Italia cominciò a industrializzarsi: ma furono favorite le regioni del nord più vicine al centro storico  mentre il sud restava isolato, alla periferia . Il divario nord -  sud che già allora era notevole si allargò ulteriormente fra il  nord modernamente industrializzato e sviluppato e il sud ancora chiuso nella sua povera ed arretrata  economia contadina.

 

CULTURA DIVERSA

 

Si è parlato a lungo  di una differenza di civiltà ,di cultura del nord rispetto al sud. Anzi nella tendenza razzistica di fine ottocento, portata dal Darwinismo si comincia a parlare di una razza meridionale diversa che avrebbe  avuto caratteri  fisici e mentali  propri , Una conseguenza di queste teorie  è che, cosa davvero incredibile a dirsi, nella emigrazione  negli  Stati Uniti gli italiani provenienti dal sud venivano etichettati come "no whites", una specie di negri bianchi  mentre venivano considerati "whites" gli italiani del nord

 In realtà non si può parlare di una razza del sud soprattutto perchè non esistono le razze, almeno a questo livello. Vero è che nel sud prevale un tipo fisico mediterraneo, più bruno che al nord dove invece ì’influsso di popolazioni germaniche ( i barbari) ha reso più comune il tipo di pelle più chiara : ma  dovunque noi troviamo variazioni del genere.

 Più seriamente possiamo porci il problema se  culturalmente i meridionali  siano diversi dal settentrionali. Non possiamo però parlare di civiltà diverse ma di condizioni economiche sociali che si accompagnano naturalmente  a mentalità diverse.  Differenze per quanto riguarda il senso della famiglia, la organizzazione civile, la  solidarietà , dipendono da diversi contesti socio economici ( spesso sono però solo dei miti ) e non da differenze di  civiltà o addirittura  da tratti genetici. Se un siciliano appare più geloso di un lombardo (ammesso che questo poi sia ancora vero) non dipende da un carattere culturale proprio ne tanto meno da pretesi  tratti genetici ( sangue caldo, e simili sciocchezze) ma più semplicemente dal fatto che in Lombardia lo sviluppo della civiltà industriale ha portato a un nuovo ruolo della donna al di fuori della famiglia mentre nelle società agricole tradizionali la donna rimane confinata strettamente  nell’ambito familiare: una donna che esce di casa quindi può apparire “sospetta” in una contesto contadino tradizionale ma assolutamente normale in un contesto urbano industriale

 

L’EMIGRAZIONE

 

 Il fenomeno dell’emigrazione è stato sempre presente ma nell’ultimo secolo ha assunto proporzioni  veramente  imponenti  mai prima pensabili

Strutturalmente l’ emigrazione  non dipende  tanto da situazioni di povertà  in se  ma è legato a uno  squilibrio  fra risorse e popolazioni Quando la popolazione aumenta di numero occorrono nuove risorse che non sempre sono reperibili (mancanza di terre coltivabili, di attività produttive): nel passato queste situazioni portavano  spesso a invasioni violente: le invasioni barbariche (germaniche o mongole o  turche ) verso i paesi agricoli  o al contrario all’espansione delle civiltà agricole verso  terre vergini  (espansione degli imperi romano, cinese indiano). Più recentemente l ‘aumento della popolazione europea ha trovato  soluzione nella colonizzazione degli immensi territori delle Americhe 

 Venuta meno l’incremento demografico europeo (la popolazione anzi appare in diminuzione) assistiamo oggi al grandioso  spostarsi di popolazioni dall’Africa dall’Asia  dall’America Latina verso i paesi europei e del nord america: lo sviluppo demografico  è stato incontenibile e incontrollabile

 L’emigrazione italiana ha avuto le stesse cause

Da principio. dopo il 1860,  la maggioranza  degli emigranti veniva dal nord: spesso erano cittadini e artigiani , Man mano pero che il nord andava sviluppandosi e industrializzandosi   prevaleva sempre di più l’emigrazione meridionale: a partire erano soprattutto i contadini che per aumento demografico  non trovavano più lavoro nelle campagne.

 In America si percepivano gli italiani come appartenenti a  due gruppi etnici diversi  anche se provenienti dalla stesso stato A Ellis island esistevano due uffici diversi per italiani del nord e del sud . In effetti parlavano dialetti diversi  difficilmente comprensibili fra di loro: la lingua italiana era pochissimo conosciuta e intesa  perchè essa è una lingua colta, che si imparava a scuola ma non usata nel linguaggio familiare