Pubblicato da Rassegna pedagogica, luglio 2015    HOME

 

PRESIDI E VALUTAZIONE

Giovanni De Sio Cesari

 

Sulla  scuola sì possono fare  infiniti discorsi ma il punto essenziale è  uno, uno solo  e molto semplice : nella scuola ci sono docenti ottimi e pessimi e tutto quello che c è in mezzo, in proporzione non definibile:  il problema è che manca un riconoscimento della  diversità di impegno e capacita

Tutte le riforme, di destra e sinistr,  negli ultimi 30 hanno cercato di inserirla ma gli insegnanti e anche gli alunni si oppongono ed è comprensibile

Poiché si tratta di un blocco elettorale decisivo, formidabile, le riforme si sono sempre annacquate, svuotate e la scuola (preciso:  la singola scuola ) continua ad auto approvarsi

Ricordo fra le altre riforme  quella di Berlinguer che riusci a strappare perfino l’approvazione dei sindacati  ma poi naufragò di fronte alla rivolta generalizzata dei docenti

Temo che pure quella di Renzi alla fine si svuoterà

 

Si deve uscire alla autoreferenzialità,  dell’idea che  l’insegnamento sia  qualcosa di non valutabile, di  incommensurabile  e che sia quindi controproducente  ogni  reale possibilità di controllo e di intervento. Nelle libere professioni e nei mestieri è la clientela che valuta, negli impieghi privati il proprietario (il  gestore): negli impieghi pubblici  il periodo di prova o il licenziamento per scarso rendimento sono possibilità solo teoriche ( a meno che  non succede qualcosa di grosso ) In alcune carriere pero  la valutazione delle capacita  conta per l’avanzamento , in altre  vi è solo la anzianità   come per l’insegnante 

Questo è il problema della scuola  italiana,  non fo fare classifica di bravura.

 

 

Nessun dubbio che  al docente deve esser riconosciuta una ampia liberta di insegnare .

Ma non si puo  partire  dall’assunto che se una persona ha vinto un concorso allora è anche  per definizione capace di insegnare: si tratta di una assoluta sciocchezza , naturalmente  ( a prescindere che moltissimi  non hanno vinto nessun concorso)Una cosa è la preparazione teorica ,altra la capacità e soprattutto lìimpegno effettiva

Non si capisce poi per quale strano motivo il fatto che un insegnante  veda riconosciuta la efficacia ( o la inefficacia, inesistenza)  della sua opera debba poi sentirsi “dequalificato”  Sarebbe come dire che pagare i premi di produzione ( come fanno  le imprese) dequalificherebbe gli impiegati perche questi dovrebbero agire solo per la soddisfazione di essere bravi e far crescere l’impresa.  Ma  una cosa del  genere sarebbe  proponibile solo in una ambito  religioso  nella quale il premio vero sarebbe  quello eterno Eppure le chiese , tutte le chiese, in pratica hanno pure un sistema  di riconoscimento premiale anche se motivato come servizio di Dio : solo i preti  ritenuti più capaci diventano vescovi, cardinali e papa : certo tutti ugualmente al servizio di Dio ma con compiti  diversi

Se molte  scuole funzionano ancora dipende dal fatto che comunque l’insegnamento è una attività appagante : ma nessuna organizzazione  puo funzionare basandosi solo sulla buona volontà. E’ come pensare che una ferrovia funziona perche ai macchinisti piace guidare il treno

 

 

Spesso si parla di organi complessi con esperti e super esperti che dovrebbero essere in grado di valutare ma poichò non esiste attualmente niente del genere  ne consegue praticamente che non si fa niente: un modo per giustificare il non cambiare niente  è  proporre soluzioni perfette o migliori che pero non sono attuabili.  

Ogni  docente ha una sua personalità e si rapporta ad altre personailità in condizioni sempre diverse: non  sarà un super esperto a sapere cosa deve fare . Invece è possibile (e di fatto avviene sempre) , constatare ( piu ancora  che valutare) se un insegnante lavora o non fa niente, se riesce o meno a rapportarsi,  se consegue risultati didattici ,se è persona equilibrata  o un folle , uno spostato   

 

Sarebbe   bene  affidare il  compito di valutazione a persone estranee alla scuola che viene valutata , come avviene in  Inghilterra con  gli ispettori  (Her Majesty's Inspector)  Questi arrivano in una scuola, ci stanno per alcuni giorni e valutano tutto, dalla pulizia  allo svolgimento dei programmi  e scrivono una relazione che diventa pubblica: 

Ma gli ispettori in italia sono pochi, utilizzati soprattutto quando  capita qualche guaio (caddero in depressione,  come racconto uno di loro in un famoso articolo   )  E stato  bandito un nuovo concorso  ma perchè  ci sia  qualcosa di paragonabile a ispettors HM  ce ne vorrà di tempo

Quello che abbiamo, hic et nunc , sono i presidi

La figura del preside  fu demonizzata negli anni 70 come espressione dell’autoritarismo ,il nemico della liberta e della autonomia:  perdendo quei pochissimi poteri che aveva. poi dagli anni 90 si è cercato di ridargli poteri , gli hanno dato anche il titolo di  dirigente scolastico  . Non si parla piu di primo fra pari  ma dirigente avvicinando la sua figura a quella che all’estero viene definito  headmaster  ( capo dei maestri  ) In   USA il headmaster  assume e licenzia ( meglio: non rinnova il contratto ) gli insegnanti come se fosse un gestore privato: ma è nella mnetalita americana amministrare il pubblico con criteri  privatistici. Nessuno pensa che un nostro preside possa avere un  tale potere La ennesima attuale riforma della scuola cerca di ridargli per l’ennesima volta un qualche potere   ma la mentalità generale della scuola rimane ostile, fortemente ostile 

 

All’estero , in genere  fra gli insegnanti  si crea una gerarchia con figure di senior teacher , di team leader . Da noi un insegnante appena assunto ha lo stesse  funzioni e grado di uno che ha 20 o 30 anni di esperienza. Ma  l’esperienza non significa niente se non è valutata : puo essere anche uno che per 30 anni non ha fatto nulla o solo danni e ha avuto ugualmente un avanzamento di stipendio ( insomma come in magistratura)  

Ma questo avviene in ogni campo di lavoro. 

 

Certo vi sono infinite perplessità sulla valutazione dei presidi ma un  preside che ha ampia esperienza della scuola è in grado di capire  (e di fatto capisce)   chi sono i docenti impegnati, preparati e capaci e chi no