Pubblicato  in APPUNTI , dicembre  2012        HOME

 

 

GIUDIZIO ETICO NELLA STORIA

 

Giovanni De Sio Cesari

 

Dal  punto di vista storico- scientifico non si pone il problema se un certo movimento o avvenimento  sia “bene” o “male” ma  quello dei fatti che lo sostanziarono, delle cause e degli effetti che possono essere poi considerati positivi e negativi, ma solo da un determinato  punto di vista.  

Essere nel giusto NON  è un fatto che può essere scientificamente  “vero o falso” perché fa  riferimento a  una scala  di valori che varia a seconda del  tempo,  delle  civiltà e delle singole ideologie anche se siamo portati quasi inevitabilmente a credere che il criterio  a cui aderiamo noi sia l'unico valido e possibile

La storia intesa come disciplina scientifica,  che si basa sulla  individuazione delle cause e degli effetti  è una disciplina nata in Occidente e sviluppatasi nell'ultimo secolo: prima  nel mondo cristiano, mussulmano e dovunque nel mondo vi erano solo cronache e soprattutto racconti edificanti, patriottici etici e religiosi.

La concezione che nella storia si combattono il bene e il male era sostanziata generalmente  da  una visione religiosa che credeva  di ritrovare nei sacri libri i criteri infallibili per definire il bene il male: la jihad islamica, le crociate del nostro medioevo

Secondo l'approccio scientifico e critico invece nella storia si incontrano e si scontrano civiltà e culture, interessi materiali e politici e di ogni genere e non è possibile definire nettamente torti e ragioni, bene e male perchè dipendono essenzialmente  dai punti di vista e nessuno possiede laverità ultima e definitiva
Non ci poniamo in questa sede,  il problema di cosa sia la morale ma ci limitiamo ad osservare  che vi sono diversi pareri sul bene non risolvibili con il criterio della scientificità della storia

 

Questo principio, indiscusso  nella storiografia, non deve  però  portarci a credere che il giudizio di bene e di male che danno gli uomini che operano  nella storia sia ininfluente. Al contrario: gli avvenimenti storici  dipendono  essenzialmente da quello che gli uomini che vi partecipano giudicano bene o male

Nessun potere politico, nessun impero regge a lungo se non sostenuto dalla diffusa convinzione che sia in qualche modo legittimo, che sia accettato o almeno tollerato, insomma, che esso sia, nel complesso,  seppur parzialmente e relativamente un “bene” : se invece si  diffonde la convinzione che esso sia il “male” , che  sia illegittimo. crolla rapidamente, a volte di colpo, come è avvenuto per il governo dello Zar e poi per quello del  comunismo in Unione Sovietica  

Ciascuno segue   quello che egli CREDE  giusto, opportuno: non importa assolutamente nulla se quello che "crede sia  giusto" sia poi veramente  giusto, ammesso che una questione del  genere abbia senso.

Il giudizio etico cambia nel tempo e anche nello stesso tempo per i contendenti: non si può  giudicare un fatto dal punto di vista morale  con una morale che non è del tempo in cui si svolsero i fatti: sarebbe come giudicare accettabile ora  la schiavitù perche, secondo la morale romana, lo era  duemila anni fa

Nella storia  si può anche dare un giudizio etico ma questo deve essere dato con i criteri dell’epoca  in cui i fatti avvennero. Non posso giudicare Giulio Cesare con i criteri di oggi cosi come non posso  giudicare i fatti di oggi con i criteri dei tempi di Cesare. 

 

 In questo senso noi quindi possiamo parlare di bene e di male  anche nella  storia

 Esemplificando: il colonialismo ora   considerato un male, per secoli è stato considerato un fatto giusto e anzi meritorio ( “il fardello dell’uomo bianco” ,come diceva Kipling) ed era cosi ancora nell’ Italia degli anni 30 tanto è vero che, dopo l’impresa etiopica, ci fu l’età del consenso. Tuttavia le repressioni eccessive  con le stragi indiscriminate che ha messo in luce Boca   fu un crimine anche per i tempi in cui fu commesso, tanto è vero che fu nascosto in Italia altrimenti il consenso sarebbe evaporato.