di Giovanni De Sio Cesari
L’ intervista di Repubblica a
Giuliano Amato ha riaperto le polemiche sul caso dell’abbattimento
dell’aereo nel cielo di Ustica avvenuto 43 anni fa. In realtà,
tuttavia, Amato ha riferito solo sue deduzioni personali
senza rivelare nessun fatto che non fosse già noto da tanto tempo,
ripetendo la versione più comune e più seguita dalla pubblica
opinione . Anche la Francia, chiamata in causa, ha risposto che ha
sempre collaborato ed è pronta a rispondere a ogni concreta richiesta
italiana, come era ovvio che rispondesse. Non abbiamo quindi fatti
nuovi che gettino luce su quell’episodio di 43 anni
fa .Rassicuriamo innanzi tutto il lettore : non intendiamo
sostenere questa o quella tesi o magari proporne una ennesima noi:
certamente no. Vogliamo ,invece, proporre qualche riflessione
generale sul mistero di Ustica e di consimili avvenimenti.
La
tragedia di Ustica ha scatenato un diluvio di articoli, trasmissioni,
interviste e tanto altro per oltre 40 anni. Non sono mancati
naturalmente i tentativi di utilizzare quel fatto, ormai lontano, per
polemiche politiche riguardanti l’oggi , alcune minute, altre generali.
Contro o a favore di qualcuno o qualcun altro quasi che i i partiti, i
politici, il contesto politico di oggi fosse lo stesso di quello di 40
anni fa. Al momento c’era la DC e il PC in Italia, nel mondo c’era la
guerra fredda, Gheddafi cercava un suo spazio e l’Italia faceva dei giri
di valzer con il mondo arabo e aveva con Gheddafi rapporti formalmente
pessimi, ma sotto banco ottimi. Tutte cose che ora non esistono più in
Italia, nel mondo, e tanto meno in Libia : non solo i giovani ma anche
quelli ormai di mezza età non hanno nessuna esperienza di quel mondo, e
molti lo ignorano quasi del tutto.
Possiamo allora considerare gli
avvenimenti ormai con una visione storica e ricavarne qualche
conseguenza generale su dati e scenari.
Si sono prodotte sui
fatti di Ustica un numero enorme di perizie tecniche su ogni e qualunque
aspetto: esplosivi, tracce radar, missili e infiniti altri. Io, come il
comune cittadino, non conosco niente di esplosivi, missili, radar e
aerei e non sono minimamente in grado di giudicare della fondatezza di
tutte queste perizie tecniche. Tuttavia, anche se io fossi un esperto,
un grande esperto, comunque il mio parere sarebbe uno dei tanti che sono
stati dati sui fatti di Ustica, dai tanti, tantissimi esperti (o
sedicenti esperti). In pratica, per ogni aspetto, anche minimo, sono
sempre rintracciabili perizie che dicono cose opposte.
Ad esempio, a
prima costatazione non si vede nessuna traccia di un aereo che incroci
con il DC9 ma qualche anno dopo un esperto americano ha ritenuto che ci
fosse questa traccia, cosa da altri contestato.
Ora una verità
scientifica (in questo caso tecnica) è tale se vi è la unanimità ( o
quasi ) degli esperti; altrimenti, si tratta solo di una opinione più o
meno autorevole e non di certezza. Non abbiamo quindi nessuna certezza
scientifica oggettiva ma solo pareri in contrasto.
Si è parlato a
lungo del quadro generale politico militare di allora. Si è richiamata
la guerra fredda, la intraprendenza fino alla follia di Gheddafi, del
particolare odio americano per lui, della contesa della influenza su
Malta fra Italia e Libia e tanto altro.
A me pare che il problema non
è se ci fosse qualcuno interessato ad abbattere l’ aereo: potevano
essere terroristi palestinesi, libici, italiani di destra o di sinistra,
magari un marito che voleva disfarsi della moglie o semplicemente un
folle.
Il problema è scoprire cosa è avvenuto realmente, non chi
avrebbe potuto avere un motivo perché comunque se ne possono indicare
tanti.
Il giudice Priore ha indagato per 13 anni, più di quanto
ogni altro magistrato su un singolo caso, ha avuto mezzi materiali più
di ogni altro caso , ha potuto consultare più esperti di qualunque altro
caso: alla fine non ha trovato niente e solo elementi vaghi per
accusare i militari di aver nascosto il traffico americano, elementi che
non hanno retto al dibattito giudiziario ed è stata
respinta dalla magistratura
I generali sono stati assolti tre volte
da tre corti diverse ( cosa molto insolita in Italia) e quindi qualche
dubbio che non abbiano mentito ci dovrebbe essere, mentre un pò tutti
danno per scontato che abbiano mentito e s’indignano per questo.
E’
vero che in effetti la verità giuridica non va confusa con la verità e
basta, anche i giudici non hanno sentenziato ( e non possono mai dire)
che i generali NON hanno mentito; ma, solo che non vi sono le prove:
anzi la cassazione, logicamente, afferma proprio la
contraddittorietà di affermare che i generali abbiano occultato le
prove e che vi sono prove dell’occultamento. Se le prove sono state
tanto bene nascoste non si vede come possano dimostrare la loro
colpevolezza.
Si è detto pure che l’accusa di Priore riguardava solo
il traffico “intenso” USA concetto per altro abbastanza vago: ma
questo significa che non c’era nessun elemento per accusare i militari
di aver nascosto qualcos’altro.
Insomma, la triplice assoluzione dice
che, in effetti ,non sappiamo se ci sia stato quel depistaggio che
tutti danno invece per acquisito e certo.
Per le tante testimonianze
si nota che per questi casi di enorme risonanza esistono sempre un
numero altrettanto enorme di mitomani, di persone che per i più vari
motivi dicono di sapere, specie se passano tanti anni. Non vedo come si
possa dare credito a una telefonata anonima fatta a Telefono Giallo: può
essere chiunque, magari di una persona che vuole in buona fede
affermare una sua tesi.
Ad esempio: per la portaerei americana che
sarebbe implicata nell’episodio sappiamo con certezza che si trovava di
fronte al lungomare di Napoli : c’è infatti una foto di rito fatta da
una coppia di sposi in quel giorno che la mostra chiaramente.
Cosi si
viene a creare una enorme nuvola di testimonianze che alla fine
sembrano indicare un fatto indiscutibile. Ma un insieme, per quanto
enorme di incertezze, non formano una certezza come invece accade nella
opinione pubblica.
Con l’occasione vorrei pure sottolineare
l’assurdità dell’accusa di alto tradimento rivolto ai militari.
Prescindiamo che in Cassazione sono cadute, ma ammesso che abbiano
mentito e continuato a mentire come ritiene quasi unanimemente la
pubblica opinione, hanno semplicemente fatto il loro dovere nel seguire
le direttive del governo Per questo hanno avuto la vita rovinata:
comunque sono innocenti che abbiano mentito o che non lo abbiano fatto:
direi più da ammirare che da biasimare.
Anche nei paesi democratici
esiste il segreto di stato, esistono i servizi segreti che si
definiscono tali proprio perché sono segreti.
Il presupposto è che
NON tutto quello che accade, soprattutto a livello internazionale, può
essere detto senza conseguenze catastrofiche.
Ora se sono stati i
libici o i francesi o gli americani e l’opinione pubblica ne fosse stata
informata quali conseguenze catastrofiche per la nostra politica ne
avrebbero potuto scaturire?
Si potrebbe immaginare veramente che segreti del genere possano essere divulgati?
In realtà però per Ustica noi abbiamo
una testimonianza di chi tutto sapeva : Cossiga. Dopo circa 25 anni
dagli avvenimenti Cossiga, infatti, allora presidente dei ministri ha
dichiarato che gli fu detto da parte dei militari che l’aereo DC9 con 81
persone a bordo fu abbattuto per errore da un missile francese
diretto invece su un aereo che si riteneva portasse Gheddafi. Non
esisterebbe più quindi un mistero, tutto sarebbe stato chiarito e
conosciuto ma in effetti quella testimonianza, per quanto strano possa
sembrare, non viene considerata risolutiva. Si dice che forse fu
riferito solo un’opinione dei servizi segreti e si continua a
discutere all’infinito di perizie in contraddizione , di testimonianze
improbabili.
E’ strano che nella ondata travolgente dei mille
interventi e servizi su Ustica ,che si è abbattuta in questi anni
sulla pubblica opinione, il punto che mi sembra veramente
importante resta praticamente sottaciuto : i tribunali in prima istanza,
in appello e in Cassazione hanno sentenziato che non vi è prova dei
depistaggi che invece vengono presentati come fatti noti e acclarati.
Al
margine notiamo l’assurdo giuridico per cui, anche in mancanza di una
sentenza che dichiari che l’aereo sia stato abbattuto, tuttavia in sede
civile tutte le corti condannino il ministero a pagare i danni perché
non avrebbero mantenuto la sicurezza del volo come se poi
l’abbattimento, che nessuno ha provato, sarebbe stato poi colpa del
ministero ; ma tanto è, la magistratura italiana non sempre (direi molto
spesso) pare comprensibile anche se in questo caso ci fa piacere dal
punto di vista umano il risarcimento agli eredi, sia pure dopo 40 anni.
In conclusione cosa sappiamo veramente ?
Il
giudice Priore ha lavorato per 13 anni, , c’è stata una legge speciale
per ripescare dalle profondità del mare i resti dell’aereo, che sono
stati esaminati. pezzo per pezzo, da una miriade di esperti:
nessuna conclusione certa, nessuna certezza scientifica.
Se per
motivi politici, c’è stato un depistaggio perché ” non dovevamo sapere” è
stato molto efficace tanto che non sappiamo nemmeno se c’è stato.
Possiamo
pensare a questo o quello scenario , che sia stato un missile libico,
francese, americano, italiano di una bomba a bordo, di un cedimento
strutturale, magari che siano stati gli extraterrestri.
Possiamo
pensare alla teoria più verosimile con la avvertenza che quello che è
verosimile non sempre è vero e quello che è inverosimile può essere
anche vero.
Allora la conclusione CERTA è CHE NON LO SAPPIAMO e, presumibilmente, NON LO SAPREMO MAI
Ci pare questa una conclusione che poi possiamo estendere a tanti dei misteri della nostra epoca ( e del passato ).
Per fare qualche esempio come quello di Manuela Orlandi, dell’attentato al papa, dell’assassinio di Kennedy .
La
formula che si usa in questi casi è che ANCORA, DOPO TANTI ANNI non
sappiamo quasi che non si fosse indagato abbastanza e che indagando
ancora si scoprirebbe la verità.
Dovremmo allora dire più
propriamente che MALGRADO INDAGINI DURATE TANTI ANNI non siamo riusciti a
sapere; il che suggerirebbe che NON SAPPIAMO E NON SAPREMO MAI, a meno
che non ci siano rivelazioni del tutto improbabili ma pure possibili.
