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L'esito dello scontro  comunismo - capitalismo

 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

Si sente ancora parlare, in particolare sui social,  di lotta al fascismo o al comunismo  ma il fascismo è crollato definitivamente due generazioni fa e il comunismo sovietico  si è dissolto, altrettanto definitivamente, una generazione fa
E infatti non si vedono certo in giro candidati che si proclamano fascisti o comunisti. E’ passato quel tempo  : quando crollò il comunismo sovietico usavo il mitico Commodore 64: figurarsi  se ora volessi usarlo ancora

Qui in particolare vogliamo occuparci della competizione fra il comunismo  sovietico e il mondo  occidentale  che fu il punto centrale del Secolo Breve

La gente già 60 anni fa ha costatato che nella competizione fra mondo comunista e il mondo  occidentale questo ultimo fosse riuscito a portar un benessere diffuso incomparabilmente maggiore e già negli anni 60 del secolo scorso ormai nessuno più, nemmeno più il PC, lo poneva come modello da imitare. Lasciato da parte i  problemi economici,  gli intellettuali di sinistra  parlavano di  consumismo ( noi diciamo benessere diffuso) , definito nuovo fascismo da Pasolini, di capitalismo di stato, di alienazione, si disse che quello sovietico non era il vero comunismo, che sarebbe stato un altro ( non si è mai capito quale) fino ad arrivare all’eufemismo della “perdita della spinta propulsiva” di Berlinguer

Ora noi possiamo guardiamo alle teorie di qualche generazione fa alla luce dei fatti accaduti realmente, con il senno di poi, come si dice. Le previsioni marxiane e socialiste in generale secondo le quali inevitabilmente lo sviluppo industriale avrebbe portato al socialismo non si è verificato, anzi tutte le volte che si è cercato di imporlo si è creato miseria, repressioni  mai viste prima nella storia: si pensi ai milioni di morti per fame nella Russia staliniana, nella Cina del Balzo in avanti, nei campi della morte della Cambogia, si pensi ai processi staliniani, alle assurdità della Rivoluzione Culturale e cosi via. La prosperità, il benessere la liberta si è affermato in quei paesi che hanno adottato un regime liberista (capitalista) ma limitato da interventi dello stato che attualmente gestisce oltre il 40% del pil cioè il  socialismo democratico.
L’Europa è stata divisa in due : quella liberista è apparsa infinitamente più prospera di quella comunista, tanto più povera. Uno stesso paese, la Germania divisa in due, mostra la stessa differenza cosi come in asia la Corea del nord e quella del sud . A un certo punto il confronto ha fatto crollare il comunismo in un modo mai visto nella storia.
Non è’ assolutamente vero che il benessere sia degli europei  perchè piu civili rispetto agli asiatici: la idea è smentita dalla divisione dell’Europa fra comunismo e non e  dalla differenza della Cina nel tempo ( prima e dopo Mao)

La Cina di Mao era sconfinata distesa di casupole, quelle del liberismo ( limitato ) una foresta di grattacieli che si avvia ad essere la maggiore economia del mondo

Quello che colpisce nel mondo comunista non è tanto pero  l’insuccesso economico quanto la mancanza i liberta che arriva al terrore come mezzo  generalizzato di governo. Si pensi alle purghe di Stalin   nelle quali perirono la  maggioranza dei dirigenti di partito, degli ufficiali dell’esercito, dei funzionari a ogni livello: tutti etichettati traditori, venduti, spie Recentemente Bertinotti ha riconosciuto che non occorreva aspettare il rapporto di Kruscev, ne tanto meno il crollo del comunismo per comprendere gli orrori dello stalinismo: erano chiari fin dalle purghe degli anni ‘30  Pare, a quello che racconta Nilde Iotti, che pure Togliatti a un certo punto si senti sollevato che in Italia non ci fosse il comunismo. Lo scontro fra est e ovest è stato spesso visto  come uno scontro fra mondo libero e regime dittatoriale.

Quello che credo sfugga comunemente è il rapporto fra insuccesso economico e mancanza di liberta Non è che il comunismo avesse in programma la negazione della liberta, individuale anzi proclamava di perseguire la vera liberazione dell’ uomo. Ma di fronte a insuccessi clamorosi, si pensi alla morte per fame  durante lo stalinismo e il maoismo,  il regime  comunista  aveva solo due strade: ritirarsi dal potere e dichiararsi sconfitto oppure  mantenersi al potere con il terrore nella prospettiva  che si trattasse di difficoltà temporanea , di effetti di complotti capitalisti o addirittura che non si fosse agito in modo abbastanza radicalmente comunista Insomma senza il terrore di Stalin il comunismo sovietico si sarebbe dissolto negli anni 30 anzicchè che negli anni 80

Come mai in altro modo si sarebbe potuto governare con l’ orrore di milioni di morte per fame in seguito a decisioni folli di collettivizzazione Lo stesso fenomeno di milioni di morte per fame si ebbe qualche anno dopo in Cina in seguito alle follie del Grande Balzo in Avanti di Mao e superati entrambi solo dai campi della morte di Kmer rouge

Nel  rapporto di Kruscev tutta la colpa fu gettata su Stalin ma in realtà tutto il sistema era responsabile compreso lo stesso Kruscev fin dall’inizio alto funzionario del Partito  e anche in particolare il vice di Stalin, il nostro Togliatti .

Ma quale era il sistema occidentale : i comunisti parlavano sprezzantemente di capitalismo ( un pò come i fascisti) ma in realtà , era un sistema in cui lo stato amministra direttamente più del 40% del PIl e come privato le più grandi industrie può definirsi capitalismo? io lo definirei, liberal- socialista

Il modello generale del liberismo che ha vinto clamorosamente sul comunismo in realtà è un capitalismo moderato dall’intervento dello stato (socialismo democratico) che si è affermato in tutta europa ( un po meno in USA) anche dove non si avvertiva alcun pericolo comunista (nei paesi più avanzati dalla Svizzera alla Svezia ). Non sarebbe stato possibile una produzione di massa in paesi in cui le masse non potessero comprare. D’altra parte lo stato in Occidente amministra intorno al 40/% del Pil oltre a gestire una enorme quantità di imprese ( dalle ferrovie agli acquedotti) Difficile definirlo capitalista e basta Senza la produzione di massa non sarebbe nemmeno possibili i servizi pubblici ( scuola ospedali, trasporti ) che si finanziano con le tasse sulla produzione

Noi non ci rendiamo conto di cosa era la vita solo qualche generazione fa: quando il bisogno era soprattutto il cibo. quando si usciva per la campata cioè per racimolare un po di pane per sfamare la famiglia Vi ricordate il Toto di Miseria e nobiltà? non era fantasia ma la realtà quotidiana della gente

 

La condizione fondamentale quindi della produzione di massa è il consumo di massa: è quindi il capitalismo può esistere solo in condizione di benessere diffuso ( consumismo) Ma poi che si intende  per capitalista? l’imprenditore o solo il ricco proprietario : non sono la stessa cosa

Nel passato la terra era la vera ricchezza e c’erano i possidenti e i contadini ; i primi prelevavano una parte più o meno ampia di quanto prodotto dai secondi senza far nulla. Questo sistema non era il capitalismo e infatti in tutto l’Ottocento il liberalismo (liberismo ) lottò contro di esso. Il capitalista invece è l’imprenditore che crea , promuove, conduce una impresa che da lavoro a tanti altri e soddisfa una pubblica esigenza Cosi hanno fatto i Ford, gli Agnelli , i Berlusconi ( l’imprenditore non il politico), i Bill Gate ecc ecc. In genere l’imprenditore all’inizio non è ricco, lo diventa dopo e non sempre La esperienza dell’ultimo secolo ( Secolo Breve) ha dimostrato, al di la di ogni ragionevole dubbio, che la loro opera è necessaria per promuovere il benessere diffuso. Non basta la scienza e la tecnica che sono a disposizione di tutti: occorre anche un sistema economico adeguato che NON è il comunismo come non lo è la esistenza di rendite parassitarie (America latina, mondo arabo ecc ) Il capitalismo non è la semplice proprietà privata ma lo spirito imprenditoriale
Anche nel passato esso si è manifestato nel mercantilismo ( repubbliche marinare, le fiandre, i comuni ecc )  creando benessere e ricchezza
Non è quindi discussione il ruolo degli imprenditori ma i limiti alla loro azione

Non è che esistono solo due sistemi uno comunista e uno capitalistico Nel mondo del XXI secolo nessuno piu dubita della necessita degli imprenditori privati (chiamiamolo capitalismo ) ma esistono modelli diversi come quello USA e quello scandinavo, quello cinese e quello giapponese, soprattutto c’è il grande problema della globalizzazione
I termini di capitalismo in opposizione al socialismo- comunismo sono termini del Secolo Breve, ormai obsoleti, non corrispondono più alla realtà

Negli ultimi anni ci sono nuovi problemi :globalizzazione, rivoluzione informatica, parcellazione del lavoro, , la precarietà da cui sono nate la polarizzazione delle rendite (che è cosa diversa dalla povertà delle masse di un tempo)

E’ venuta meno un po dappertutto la fiducia nei partiti tradizionali da cui il successo della anti politica, da  Trump al M5S. Ma questo, a mio parere è dovuto al fatto che quel mondo è entrato in crisi con l affermarsi della globalizzazione che ha messo in crisi quel modello perchè lo stato che agisce a livello locale è impotente di fronte alla economia che agisce e livello mondiale
Insomma se lo stato stabilisce che ci siano salari decenti allora la azienda delocalizza e si perdono pure i salari di fame. Ricordo l aut aut di Melchionne a Pomigliano d’arco.

Mi pare che si profili un limite alle esportazioni cinesi , un trend portato avanti da Trump ma che continua anche senza di lui

Altro problema è  la informatizzazione e la frantumazione della produzione. Un tempo  l industria raccoglieva grandi masse di lavoratori , ora invece si tende alla esternalizzazione, alla precarizzazione. Mi pare che allora in qualche modo si torni all’età pre industriale in cui la produzione era opera di lavoratori isolati, contadini o artigiani, e c’era poi il mercante che commercializzava.