Pubblicato in  Italianotizie  18/01/21 Home

 

 

Il  10° anniversario della rivoluzione tunisina

/

 

Giovanni De Sio Cesari

 

 

In Tunisia Il 14 gennaio è ricorso il decimo anniversario della rivoluzione che abbattè  il governo del dittatore d Ben Ali e instaurato un ordinamento democratico.  In quegli anni tutto il mondo arabo fu scosso profondamente da una  serie  di manifestazioni e rivolte (la Primavera araba)  tese a rovesciare i regimi  dittatoriali che si erano istallati in tutti quei paesi sull’onda del nazionalismo arabo. Erano  movimenti che si ispiravano alle  democrazie occidentali   mettendo in ombra i movimenti integralisti islamici che fino ad allora  erano stati i naturali ed unici avversari  del nazionalismo laicista di quei regimi. Tuttavia solo  nella piccola Tunisia, il più occidentalizzato dei paesi arabi,  la rivoluzione  per  la democrazia ha avuto un successo duraturo, Nella maggior parte dei paesi i moti furono contenuti (Marocco, Algeria,  Giordania) in Egitto ebbero successo per qualche anno ma furono poi soffocati dall’esercito, altri paesi esplosero poi in feroci guerre civili ( Siria, Libia) di cui tuttora non si vede la fine. Solo in Tunisia si è mantenuto un governo democratico. Tuttavia i Tunisini sono delusi anche se non rimpiangono i Ben Ali e si sentono orgogliosi   della loro rivoluzione. Quest’anno  l’anniversario non si è potuto festeggiare perché  proprio da quel giorno è stato fissato un lockdown  in quanto  anche qui  l’ondata di  covid si fa sempre più minacciosa. Qualche maligno dice che il governo  ha colto l’occasione per  evitare manifestazioni imbarazzanti e dagli esiti imprevedibili.   Ma cerchiamo di comprendere  i motivi della  delusione

 Nelle elezioni del 2014 vinse il partito islamico moderato Ennahda  ( movimento per la rinascita) seguito dal  laico Congresso per la Repubblica

Diversamente che in altri paesi (come in Egitto) questo fatto non fu preso a pretesto per un colpo di stato  paventando una regime radicale jihadista. Anzi, per evitare divisioni e pericoli,  si formo un accordo anche con gli altri principali partiti che hanno assicurato la stabilità democratica. Tuttavia ciò ha dato il via a quello che noi  italiani definiremmo consociativismo. Le forse politiche più che seguire programmi politici perseguono interessi particolari e personali.  Alla fine poche famiglie controllano quasi tutta la economia tunisina  in modo non molto diverso dai tempi di Ben Ali.

Ma soprattutto bisogna comprendere il senso delle manifestazioni della Primavera Araba  per capirne poi la delusione.  In realtà  le manifestazioni erano mosse non tanto da ideali politici di anelito alla  democrazia di cui  gli arabi non hanno mai avuto esperienza ma da motivazioni economiche e sociali. Il mondo arabo vede la prosperità  dell’Europa e  quindi hanno pensato che adottando i loro ordinamenti democratici  avrebbero poputo  anche essi raggiungere quei  livelli di benessere.  Lo stesso episodio scatenante del  giovani tunisino Bouazizi,   che si diede fuoco,  non era un protesta contro la mancanza di liberta politica. Egli protestava contro il fatto che la polizia gli aveva tolto la possibilità di esercitare il mestiere di ambulante con il  quale sfamava, sia pure  a stento, la sua famiglia. Ma lo sviluppo economico in Tunisia non ha seguito la democratizzazione.  Anzi è avvenuto che la situazione generale è andata peggiorando La risorsa importante direi determinante delle economia tunisina era il turismo. Dapprima pero attentati jihadisti hanno colpito duramente il settore : si ricordi  in partticolare quello del museo di Tunisi del 2015. Attualmente poi il covid ha dato il colpo di grazia al settore come  è avvenuto in tutto il mondo, d’altronde.  Anche i settori dei fosfati e del petrolio che in misura ridotta la Tunisia possiede  nelle sue aeree periferiche sono entrati in crisi per motivi vari. Gli aiuti all’economia tunisina da parte dell’Europa ( importazioni di olio e altri prodotti) non hanno avute seguito per non danneggiare le produzioni di analoghi prodotti dell’Europa mediterranea Vi sono stati  ampi crediti ma  non hanno portato a sviluppi effettivi e comunque  andranno  poi restituiti

 AI giovani restano poche possibilità di lavoro, si incrementa a quindi la tragica emigrazione verso l Occidente: molto aumentato il numero di tunisini sui barconi nel mediterraneo.

 L entusiasmo quindi che aveva accompagnato le  manifestazioni delle vie tunisine   si sono dissipate di fronte alla  difficoltà della quotidianità. Le strade sono  rimaste vuote per le misure anti-covid ma anche senza di essa l’entusiasmo sarebbe mancato