Pubblicato   da    www.americacallsitaly.org     gennaio 2020       HOME

 

 

MARX, OGGI 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

Indice : introduzione- importanza storica- i termini in uso- i fatti storici-scientificità marxiana - rapporti con comunismo reale- società comunista- conclusione

 

INTRODUZIONE

Discorsi su Marx ormai non si fanno più, paiono essere caduti nel dimenticatoio della storia e solo ristrettissime cerchie di persone, in genere sopravvissuti del 68, continuano a credere al suo verbo, malgrado tutto

Analogamente i partiti che fanno riferimento a Marx non hanno alcun seguito significativo.

Pero trovo che il pensiero marxiano sia ancora interessante sotto certi aspetti e non escluderei che nelle prossime generazioni il marxismo possa rifiorire : a volte succede, ma noi per questione di tempo del vivere, non lo sapremo mai

 

IMPORTANZA STORICA

Il pensiero marxiano ha avuto una influenza enorme nel secolo scorso nella cultura non solo ma anche nella vita di miliardi di persone ( e nella morte di forse un centinaio di milioni). Nessun altro personaggio nella storia, tranne forse Gesù e Maometto, ha avuto tanta importanza : e questo non può essere un caso
Le infinite interpretazioni e sviluppi del suo pensiero vengono spiegate con la ricchezza del suo pensiero. Qualcuno dice pero malignamente, che è un pensiero cosi confuso che dice tutto e il contrario di tutto per cui è sempre facile trovarne uno spunto per qualsiasi cosa.

Se consideriamo che il punto focale del suo pensiero sia la instaurazione di una società senza egoismi, una specie di paradiso in terra allora, come ci pare del tutto evidente, questa è una semplice utopia, una fantasia senza fondamento. Pero Marx ha dato a questa costruzione una complessità infinita con un enorme ricchezza di spunti. Rimane pero una discussione fra appassionati , fra intellettuali ( o intellettualoidi come si diceva)

Il comunismo reale, il movimento comunista internazionale però è cosa ben più importante: ha segnato il mondo intero per un secolo, ha suscitato nel mondo intero grandi speranze, per esso molti hanno sacrificato gli affetti familiari, tutto, anche la vita

Come canto Gaber

...

Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.

Il capitalismo che Marx voleva superare era quello del 48 e della Comune, della estrema miseria dei quelli che lavoravano 15 ore al giorno, dello sfruttamento senza freno dei bambini : la rivolta era nei fatti.
Nei nostri tempi, ad esempio, il sistema economico dei paesi scandinavi definito capitalismo è un sistema guidato dai socialisti (democratici) da un secolo che ha portato i lavoratori e tutti a un livello altissimo con un welfare magari eccessivo: come mai gli scandinavi potrebbero desiderare di ad abbandonarlo per correre l’ avventura della rivoluzione marxista
Sono cose diversissime

Un certo atteggiamento comune negli ultimi sostenitori di Marx vede negli scritti di Marx non delle questioni interessanti da dibattere ma una specie di testo sacro Come fanno gli iman per i quali è importante è trovare il versetto del corano e dell Heidith che risolva la questione ma gli iman sono coerenti perché pensano che abbia parlato Dio Ma Marx è un uomo che parla in un contesto molto diverso dal nostro, con una esperienza di storia economica arretrata di 150 anni

Si dice, e a ragione, che il capitale è l opera più citata e meno letta nella storia

In effetti tutte le opere degli economisti sono scritte per gli esperti e non per tutti (poi esistono anche le divulgazioni). Pero la difficolta del Capitale è che essa si riferisce a un contesto di economisti e di economia di un tempo ormai lontano che ormai nessuno conosce più tranne qualche storico del pensiero economico ( saranno qualche decina di persone in tutto il mondo)
Senza altro è importante leggere un autore ma occorre metterlo in rapporto con il contesto culturale sociale in cui opera perché ogni affermazioni va compresa sempre nel contesto perchè tutti, grandi autori o semplici cittadini. vanno compresi in esso

Ora Marx appartiene alla sinistra hegeliana ma quando scrive il Capitale siamo già in epoca positivistica : non è facile quindi capire che voleva dire effettivamente
Accade che alcuni ripetono alcune frasi ad effetto senza capirne il senso : il dogmatismo è una effetto comune della difficolta

 

I TERMINI IN USO

Per chiarezza di discorso penso che sia necessario chiarire i significati che diamo ad alcuni termini che spesso vengono usati confusamente: pensiero marxiano, il pensiero marxista, il socialismo reale (paesi comunisti) . il socialismo (democratico ). Riferiamoci al significato generalmente in uso.
Per pensiero marxiano intendiamo proprio quello di Marx: se consideriamo che non corrisponde a quello dei regimi comunisti allora rimane una speculazione teorica che non ha avuto nessuna realizzazione; non possiamo quindi criticarla partendo dai fatti storici che non ci sono
Per pensiero marxista intendiamo tutte le interpretazioni e gli sviluppi che nel secolo scorso sono stati dati: da quelle ortodosse ( diciamo cosi) dei regimi comunisti, a quello scientifica di Althusser, a quelle della scuola di Francoforte a quella di Marcuse (che ebbe tanto risonanza nel 68), spesso è fusa con la cosiddetta sinistra freudiana di Reich : in pratica ha influenzato tutto il pensiero del secolo scorso -
Esistono poi i regimi comunisti ( socialismo reale) molti e diversi spesso in conflitto anche violento fra di loro : URSS, Cina, Indocina America Latina, in qualche paese dell’ africa e un pò dappertutto (perfino in Afganistan)

Esiste poi il socialismo democratico : partiti socialisti di Portogallo, Spagna Francia, Germania, paesi scandinavi, in UK si dicono laburisti, in Italia sarebbe il PD: in effetti poi tutta la politica occidentale e stata influenzata da esso e inoltre esiste anche un socialismo arabo, e indiano e altri ancora

I FATTI STORICI

Il socialismo in tutti i suoi aspetti ha come riferimento la società industriale distinguendosi da altri movimenti precedenti (spesso definiti pauperistici)

Nelle società agricole vi era un numero straordinariamente piccolo di persone che monopolizzavano una quantità straordinariamente grande di ricchezza mentre la quasi totalità della gente viveva in una miseria per noi inimmaginabile. Ma il fatto è che erano società della penuria in cui, cioè, la produzione era insufficiente per un benessere generalizzato . Periodicamente i poveri prorompevano in violente rivolte (in Cina proprio un fatto ciclico). Ma dividendo la ricchezza dei pochissimi ai moltissimi , il livello di vita di questi non migliorava, anzi in genere, peggiorava per il disordine. Nelle società industriali invece lo sviluppo tecnico scientifico ha reso possibile una produzione che a un certo punto è potenzialmente maggiore di quanto effettivamente si possa consumare ( società affluente, si dice a volta) e quindi reso possibile la prosperità per tutti.
Sin dall’inizio ,dal 700, alcuni ritennero che solo il liberismo avrebbe reso possibile l’accumulo di ricchezza ( il progresso economico) che poi in seguito naturalmente si sarebbe riversato su tutti. Altri invece ritennero che il capitalismo ( liberismo) avrebbe creato maggiore miseria per le masse e che la ricchezza sarebbe restata solo a pochi e che quindi occorreva socializzare la proprietà, almeno dei mezzi di produzioni ( delle fabbriche, delle terre).
Senza entrare nella discussione teorica vediamo i fatti reali-
Vi è stata una sfida a carattere mondiale fra i paesi comunisti che socializzavano i mezzi di produzione e quelli che invece la conservavano ai privati. Il risultato è stato eclatante, indubitabile: i lavoratori nei primi hanno raggiunto un livello di benessere imparagonabilmente superiore ai secondi e il comunismo è crollato definitivamente- Tranne che in cerchie ristrette e ininfluenti , nessuno pensa seriamente di risuscitare politicamente il comunismo e il capitalismo ( liberismo) ha trionfato , nessuno pensa seriamente di abbatterlo

Pero il capitalismo trionfante è in realtà un punto di equilibrio fra liberismo e intervento dello stato , spesso governato da partiti socialisti come vediamo in seguito

SCIENTIFICITA MARXIANA

Il pensiero marxiano si autodefinisce scientifico proprio per ribadire che l’avvento del comunismo è un fatto che si realizzerà per motivi oggettivi cioè nella impossibilita che il capitalismo possa resistere alla crisi di sovra-produzione. In questo senso affermò pure che la sovrastruttura non può cambiare la struttura cioè che pensiero politico (etico religioso giuridico ecc) dipende dalla struttura economica:

il pensiero marxiano si pone su un piano scientifico ma proprio su questo piano è stato falsificato dalla realtà storica.
Il nocciolo della sua scientificità sta proprio nella previsione che la società capitalistica si sarebbe dissolta per l’esplodere ineluttabile delle sua contraddizione. Ed è proprio questo che quasi esattamente un secolo fa i nostri avi si aspettavano: lo stalinismo nasce proprio dal fatto che questa previsione scientifica non si verificò
Il capitalismo ( meglio liberismo) invece ha continuato a espandersi ha portato gli stati che lo hanno adottato a un livello di benessere mai visto e mai sognato prima nella storia
Ora una teoria scientifica è tale se presuppone la possibilità di falsificazione : se questa avviene sarà una teoria scientifica superata. Ed è questo che è avvenuto per il pensiero marxiano (nel suo aspetto scientifico)
Infatti il marxismo già dagli anni 60 (la Contestazione, ad esempio ) si basò su fatti di carattere etico umanistico ( la alienazione) abbandonando in pratica le previsioni di catastrofe economica ormai non più sostenibili.
Aggiungerei che ai tempi di Marx, l’idea di scienza poi non era cosi chiara e incombeva il positivismo che la interpretò come una verità ultima e definitiva, concezione che all’inizio del 900 apparve del tutto superata. In realtà poi Marx qualificò il suo socialismo come scientifico in opposizione a quello utopistico in quanto basato su motivi oggettivi di analisi economica e non su motivazioni etiche e umanitari. E questa cosa molto diversa dalla scientificità come la intendiamo noi e comunque anche gli altri socialisti affermavano la stessa cosa

Tuttavia a me pare molto convincente l’idea di Marx che il capitalismo non possa sopravvivere per motivi oggettivi alla crisi di sovra produzione che esso genera. Allora mi chiedo perchè il capitalismo non si è dissolto come sembrava che dovesse avvenire cento anni fa. Io credo che non è avvenuto perché in realtà il sistema economico dell’Occidente non è affatto un capitalismo (liberismo) ma un punto di equilibrio sempre variabile fra liberismo ( mercato ) e interventi della società per salvaguardare le condizioni di lavoro e di salario. (socialism ) In generale noi chiamiamo socialisti (democratici, non comunisti ) i partiti che privilegiano l’intervento dello stato e liberali ( meglio liberisti) la libera concorrenza. Ma le riforme sono fatte un pò da tutti. Ricorderei che il primo sistema di assicurazione dei lavoratori fu promosso da Bismark che certo di sinistra non era, che lo stesso fascismo si mosse in questo senso (il nazismo deve molto del suo successo al pieno impiago con intervento statale) , a Keynes che sollevo gli USA dalla crisi del 29, alla DC di De Gasperi che accompagnò il miracolo economico.
Negli ultimi 30 anni è avvenuto che sono prevalsi indirizzi liberisti e poi soprattutto la globalizzazione che ha reso praticamente impossibile l’intervento dello stato. Da ciò nasce la nostra crisi economica, la polarizzazione dei redditi, la crisi della classe media

Ritengo che la crisi attuale quindi derivi dall’eccessiva preponderanza del liberismo (deregulation, si dice a volte). Negli ultimi 30 è prevalso un modello molto più liberista e ora siamo all’esplodere della povertà, al disagio sociale che provoca il crollo dei partiti tradizionali

E difficile pensare che il liberismo sia tutto il bene e il socialismo tutto il male o viceversa.
E’ vero che se il reddito non tiene conto delle capacita e di impegno alla fine nessuno sarà indotto a impegnarsi ma le differenze di ricchezza sono accettabili nella misura in cui migliorando la produzione e alla fine sono vantaggiosi per tutti, la uguaglianza dei redditi è accettabili fino a che non ostacola seriamente la produzione. Bisogna avere la ricchezza per distribuirla, non si può distribuire la miseria.

 

RAPPORTI CON COMUNISMO REALE


Molti sostengono che il pensiero marxiano ha poco o niente a che fare con il comunismo ( socialismo reale) e quindi il suo crollo rovinoso non lo coinvolge
Io non credo a questa possibilità . Sul piano politico. infatti, se per 70 anni dei regimi che dichiaravano di seguire Marx hanno coinvolto il mondo intero in una lotta senza precedenti e con un numero di vittime senza precedenti, la gente penserà sempre e comunque che quel fallimento clamoroso sia del pensiero di Marx. Sarebbe come dire che il nazismo vero non è responsabile della Shoa: anche se fosse vero, tutti identificano le due cose
In secondo luogo mi pare del tutto evidente che il pensiero marxiano sarebbe rimasto solo una delle tante utopie ( fantasie) della storia se alcuni uomini non avessero cercato di realizzarlo effettivamente : in questo tentativo hanno fatto disastri mai visti prima nella storia perchè esso era irrealizzabile. Non si può dire che un secolo di storia sia dovuto ad errori e che Lenin, Togliatti, Mao, Pol pot e la schiera infiniti di intellettuali che quel tentativo appoggiarono non avessero capito nulla di Marx. Il fatto che il pensiero marxiano non corrispondesse al socialismo reale non significa che non si ispirasse ad esso: la realizzazione non corrisponde mai al modello ideale
Facendo un paragone: anche la democrazia in Italia fu opera di una minoranza: nel 1861 votava solo una piccolissimo frazione della popolazione, non era certo una democrazia. Se poi fu esteso man mano fino al suffragio universale fu perché il sistema funzionava. In Russia, in Cina, in Cambogia la collettivizzazione porto a milioni di morte per fame: solo con una feroce repressione poteva reggere il sistema nella messianica aspettativa del vero comunismo che ovviamente non si intravvide mai

Non è che Lenin partisse dall’idea che il comunismo dovesse essere imposto alle masse ma si trovò davanti al fatto oggettivo che le masse non erano comuniste e quindi l’unica alternativa era quella di abbandonare la rivoluzione e diventare capitalisti, cosa del tutto impensabile. Lo stesso avviene poi per tutti gli altri paesi comunisti che seguono lo stesso copione perché in realtà non avevano scelte.


Mi pare poco marxiano pensare che tutti questi avvenimenti che hanno segnato un secolo possano essere riportate a un errore teorico : no, è un questione oggettiva. Dal momento in cui i comunisti conquistano il potere si rendono conto che non è possibile instaurare il comunismo marxiano e sono costretti a ripiegare sul capitalismo di stato e rimandare il comunismo a un futuro sempre più indefinito
In Cina ancora oggi il comunismo marxiano non è abbandonato ma rimandato a un futuro imprecisato.

SOCIETÀ COMUNISTA

Si discute allora se Marx pensi solo una rivoluzione violenta o se questa sia necessaria solo se fosse preclusa la via pacifica. Ma il problema è dopo: si conserveranno libere elezioni pluralistiche, la liberta di pensiero, di religione ecc ( che noi oggi chiamiamo democrazia )? Mi pare difficile , a mio parere
La cosa è complicata dal fatto che Marx distingue due fasi: una del comunismo rozzo in cui ciascuno riceve per quanto produce che prepara una seconda fase del vero comunismo in cui ciascuno da per quanto puo e riceve per quanto ha bisogno. Che succede in questa prima fase detta anche della dittatura del proletariato? Ci sarà la liberta anche per chi è contrario ad essa?


L opera maggiore di Marx si intitola il Capitale ( e non il comunismo ) perchè è tutta rivolta all’analisi del capitalismo e NON contiene affatto un modello dello stato a differenza di altri socialisti ( Owen, Saint Simon, Fourier ) che invece delineavano uno stato in tutti i particolari come aveva fatto Platone e Tommaso Moro. Marx pensa che non è possibile delineare il modello di società che si affermerà dopo il crollo del capitalismo. Per questo si disse giustamente che il Capitale era il libro della borghesia perchè in attesa della inevitabile catastrofe ( ma quando ? ) il borghese si godeva le sue ricchezze.

La folla infinita dei socialisti del tempo proponevano modelli particolareggiati di società : Marx lo rifiuta esplicitamente Credo personalmente che derivi anche dalla sua formazione hegeliana per la quale la storia è sempre creativa

Non è possibile quindi dire quale fosse la idea di Marx riguarda la democrazia parlamentare, quella diretta, la dittatura della autocoscienza . Anzi egli parla del deperimento dello stato cioè del fatto che lo stato man mano andrà sparendo: infatti lo stato è remedium carnis ( rimedio per le passioni come diceva Agostino) e nel momento in cui l’egoismo umano si dilegua ( in seguito alla fine del capitalismo) lo stato non è più necessario

La società comunista di Marx è quella, in cui ognuno dà per quanto può e riceve per quanto ha bisogno: una utopia . Una cosa del genere la abbiamo solo nella famiglia e in piccole, comunità come quelle religiose ( e anche in questi casi non è cosa facile ). Il problema però che sta a monte è la natura umana. Noi comunemente diciamo che in essa vi è il bene e il male ( qualcuno accentua il primo o il secondo ). Secondo Marx invece la malvagità dell’ uomo dipende dal sistema economico che divide gli uomini fra sfruttatori e sfruttati. Una volta rimosso questo sistema ( nel caso specifico: capitalismo) l’uomo sarà liberato dalle catene dell’egoismo che non è connaturato all’uomo ma un accidente dovuto a un sistema economico
Makarenko, grande educatore dell’età stalinista, era effettivamente convinto di poter trasformare dei ragazzi delinquenti ( di cui si occupava) in uomini buoni se fosse riuscito a creare nella sua scuola una società comunista (alla fine ci riusciva)
L’idea del male non connaturale ma accidentale è stata ripresa in epoca diversa da molti. Nel secolo scorso Reicht (sinistra freudiana) lo ritenne un effetto della repressione sessuale, la Montessori di un sistema educativo autoritario ( La scoperta del bambino).
Io ritengo che il male e il bene stiano in tutti gli uomini nessuno escluso : ma è una mia opinione sia pure condivisa da quasi tutti



CONCLUSIONE

Direi pure che possiamo interpretare Marx in infiniti modi ( e di fatto è accaduto) ma se noi riteniamo che egli non ha predetto la fine del capitalismo per motivi oggettivi, economici allora alla fine non avrebbe concluso nulla perchè qualunque analisi economica ( e non economica) si conclude sempre con una previsione. Analogamente se noi facciamo risiedere il fulcro del suo pensiero nella utopia della società comunista in cui non ci sarebbe l’egoismo , divisione del lavoro , gerarchia e quanto altro allora noi riduciamo il suo pensiero a un bel sogno che si realizzerebbe in un futuro indeterminato di sogno
No , l’ importanza di Marx sta nell’aver suscitato il marxismo e soprattutto il socialismo reale che per un secolo ( magari breve) ha segnato il mondo intero. Se non fosse cosi non staremmo a parlare di Marx che sarebbe conosciuto da qualche storico come avviene per un Owen e la infinita schiera dei socialisti del suo tempo